di Gian Luca Bauzano
Si è aggiudicato il concorso violinistico di Genova, fra i più prestigiosi (a 24 anni dall’ultimo trionfo italiano), ma con la sua famiglia di musicisti ha partecipato anche a Italia’s Got Talent e a Tú sí que vales . Contraddizioni? «No, se alla base ci sono studio e costanza». Storia di un talento che Mattarella ha definito «esempio per i giovani»
Ci tiene a precisarlo subito. Meglio chiarire per evitare reazioni di un mondo, come quello della musica classica, dalle permalosità immediate. «I social? Certo che sono importanti. Non vorrei essere frainteso. Io stesso curo attentamente la mia immagine. Ma una carriera come musicista si può costruire solo attraverso rigore e impegno nello studio. Il breve filmato o la foto fatti durante un concerto e postati per colpire i follower non bastano a sostenere sul lungo periodo una carriera. Ci vuole preparazione. Rigore e costanza». Eppure di giovani artisti che dei social hanno fatto il loro palcoscenico sempre illuminato ce ne sono. Giuseppe Gibboni però del suo punto di vista è convinto, con una punta di calvinismo che a 21 anni colpisce.
In un mondo in cui i giovani vivono di quella che a ragione il violinista campano definisce come «una sorta di realtà parallela», Gibboni porta avanti la sua filosofia del rigore. Gli ha fruttato nel 2021 la vittoria al Paganini di Genova, concorso violinistico tra i più prestigiosi al mondo. E la sua vittoria oltre a premiare l’impegno di un giovanissimo artista («l’ho preparato passo passo mentre imperava il lockdown anti pandemia»), ha fatto scalpore perché da 24 anni un italiano non saliva sul podio di un concorso, la cui vittoria è pari solo alla conquista del Pallone d’oro. La vittoria di Gibboni ha suscitato all’epoca la reazione di Danilo Rossi, prima viola dell’Orchestra del Teatro alla Scala: scrisse ad Aldo Cazzullo e al Corriere della Sera per rivendicare per i musicisti gli stessi onori tributati agli sportivi italiani. Onori dovuti a esponenti della cultura italiana come un giovane musicista che raggiunge un traguardo come la vittoria del Paganini.
A distanza di un anno si sente il giovane ambasciatore della cultura musicale italiana?
«Nell’entusiasmo del pubblico ho percepito l’orgoglio per la vittoria di un italiano. Per aver ottenuto un riconoscimento così significativo. Recentemente ho suonato al Festival di Stresa e sono stato accolto dal calore dei giovani appassionati. Un’enorme soddisfazione per me».
Cambiato qualcosa nella sua vita?
«Un anno fitto di impegni musicali. Ma la mia vita è quella di prima. Divisa tra la mia fidanzata e il rapporto con la mia famiglia. Attendo con emozione la stagione 2023: a maggio suonerò il Primo Concerto per violino di Paganini a Detroit con l’Orchestra Sinfonica della città, e a giugno il Concerto di Cajkovskij al San Carlo di Napoli».
Parlava della sua fidanzata, Carlotta Delia, 22 anni, chitarrista, come lo era anche Paganini. Solista di successo. Che vita è la vostra, solo musica e rigore come raccontava?
«La musica ci unisce. Ha cementato il nostro rapporto. Ci siamo conosciuti quando eravamo bambini. Poi un concerto assieme ha fatto scoccare la fiamma della passione. Ma la vera magia è la profonda intesa tra noi. A volte arriviamo a pochi giorni da un concerto (spesso suonano assieme ndr ) e non abbiamo ancora provato»
Il risultato?
«Intesa perfetta. Basta uno sguardo»
Ma un momento di svago, mai?
«Certo, siamo due ragazzi di 20 anni. Facciamo sport, tennis e palestra. Carlotta è una cuoca meravigliosa. Ci sono gli amici. Ma avanti a tutto la musica. L’impegno»
Glielo ha riconosciuto anche il presidente Mattarella quando l’ha invitata al Quirinale.
«L’incontro con il Presidente a oggi è e resterà uno dei momenti più belli della mia vita. Oltre all’onore, le sue parole. Ha sottolineato l’impegno e il traguardo raggiunto. Soprattutto la costanza. Essere riuscito a non demordere nemmeno durante l’isolamento del lockdown. L’essere un esempio per le nuove generazioni a cui far capire che credere nei propri sogni sempre e senza cedere porta a grandi risultati».
Li ha raggiunti anche grazie alla sua famiglia. Un legame forte.
«La mia è una famiglia di musicisti. Mio padre Daniele è stato il mio primo maestro. Padre e artista eccezionale. Mia madre Gerardina Letteriello una pianista, le mie sorelle gemelle Annastella e Donatella anche loro violiniste. Ci unisce la musica. Come famiglia abbiamo anche partecipato ai talent televisivi Italia’s Got Talent e Tú sí que vales».
Rigore e talent televisivi. Si può?
«Se alla base ci sono studio e rigore possono convivere. Da Salvatore Accardo, il mio maestro all’Accademia Stauffer di Cremona, ho imparato la fedeltà al testo musicale. A un rigore nello studio dal quale mai si può prescindere. Se si acquisisce una base come questa si può proseguire in una carriera. Anche con un’immagine pubblica studiata a tavolino. Mi creda, il successo mediatico solo basato sul marketing non può durare nel tempo. Anche quegli artisti che hanno centinaia di migliaia di follower li hanno per il loro spessore artistico».
Qualche esempio, recente o passato.
«Allora guardiamo al passato. Penso a Jascha Heifetz. Ho studiato con un suo grande allievo, Pierre Amoyal. Mi ha svelato i segreti di questo grande artista. Ecco un esempio di rigore. Oltre a suonare con una forza ed energia uniche il violino, faceva anche il testimonial per la birra e partecipava ai film del suo tempo. Un modo per farsi conoscere come artista e interprete» (Gibboni si riferisce alle patinate pubblicità di Heifetz per la birra Pabst Blue Ribbon e alle performance in pellicole come They Shall have Music del 1939, ndr ).
Paganini fa rima con Stradivari e Guarneri del Gesù, maghi nel realizzare strumenti unici. Lei con cosa suona?
«Suono un violino Balestrieri del 1752 che mi è stato prestato da Stefano Arancio, un colto collezionista di Rapallo. Ma ho anche suonato uno Stradivari. Esperienza davvero emozionante. E ne sto utilizzando in prova anche un altro che forse adotterò in futuro. Ma il mio affetto è per il Balestrieri con cui ho vinto il Paganini».
Mattarella l’ha lodata per non aver mai tradito i suoi sogni. Altri da realizzare?
«Suonare alla Scala con la sua orchestra e poter lavorare con Riccardo Muti. Mi ha sempre colpito il suo impegno per difendere la cultura e Napoli».
Mentre i sogni di Giuseppe e Carlotta?
«Continuare a suonare. Per ora viviamo in giro per l’Italia per i nostri concerti, vedremo cosa accadrà in futuro» Lo svelerà sui social, magari. «Come dicevo può essere lo specchio della nostra esistenza. Ma non bisogna mai soffermarvisi davanti troppo».
10 settembre 2022 (modifica il 10 settembre 2022 | 07:07)
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, 2022-09-10 05:10:00, Si è aggiudicato il concorso violinistico di Genova, fra i più prestigiosi (a 24 anni dall’ultimo trionfo italiano), ma con la sua famiglia di musicisti ha partecipato anche a Italia’s Got Talent e a Tú sí que vales . Contraddizioni? «No, se alla base ci sono studio e costanza». Storia di un talento che Mattarella ha definito «esempio per i giovani», Gian Luca Bauzano