Giuseppina collaboratrice scolastica pendolare, una docente: Meglio licenziarsi e rifare il concorso che aspettare lavvicinamento a casa

Al Corriere del Mezzogiorno la storia di Doriana D’Elia, docente di Eboli, in provincia di Salerno, madre di due figli e presidente del coordinamento nazionale “Docenti immobilizzati”.

“Sono finalmente riuscita a rientrare in Campania. Ora insegno a Bellizzi. Ma per arrivare a questo risultato, comunque non ottimale, ho dovuto licenziarmi e rifare il concorso. Altrimenti l’avvicinamento a casa sarebbe rimasto una chimera. In ogni caso sono una privilegiata rispetto ad altri colleghi che non hanno risolto il loro problema”.

E ancora: “Ci sono colleghi delle scuole secondarie, che insegnano materie giuridiche ed economiche per i quali non si profila il ritorno a casa perché la loro classe di concorso è in esubero nazionale. Avendo aderito alla legge sulla cosiddetta “buona scuola” voluta da Matteo Renzi, sono stati catapultati fuori regione. Il problema riguarda in prevalenza docenti meridionali. Per loro non ci sarà mai un trasferimento”.

Poi aggiunge: “Guerra tra poveri? Sa quante volte sento usare questa espressione? In realtà si tratta solo di uno slogan. Noi siamo impegnati in una battaglia di legalità e trasparenza. Il fatto è che non esiste una graduatoria provvisoria provinciale prima degli esiti per la mobilità territoriale, dalla quale si possano verificare i requisiti degli aspiranti alla mobilità”.

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