di redazione online
La polizia ferma l’irruzione di centri sociali e No Tav nella manifestazione del 1° maggio, poi scattano polemiche e domande. Da Salvini a Fassino, dal sindacato di polizia all’ex premier Conte. Restano 15 contusi (10 tra le forze dell’ordine) e lo scambio di accuse
Il ritrovo, le parole, il corteo. La musica, i tamburi, gli striscioni, le bandiere della pace, gli slogan. Il primo maggio torinese si muove su binari che raccontano il valore della giornata ma anche su quelli degli scontri, attesi e arrivati. Succede verso le 11.30, in piazza San Carlo ha già parlato il sindaco Lo Russo, ha parlato l’arcivescovo Nosiglia e stanno chiudendo i discorsi le parti sindacali. Ma il corteo continua ad affluire, sino a quando da via Cesare Battisti entrano nel corteo gli anarchici e i No Tav con il loro furgone.
La polizia interviene e blocca la marcia dell’ultima parte dei manifestanti, a quel punto arrivano anche gli scontri. La polizia avanza e usa la forza, dall’altra parte spuntano i bastoni. Qualche istante poi si torna a cori, slogan e fumogeni. La violenza non c’è più e dopo una mezzora scarsa il corteo avrà anche il via libera, potranno arrivare in piazza anche i manifestanti che ogni anno provano a raggiungere il palco delle autorità e dei sindacati – che ora se ne sono andati.
Dopo le 12.30 la piazza resta nelle mani dei turisti e dei musicisti che ogni weekend affollano le vie del centro. E sul web cominciano le accuse e le polemiche. Da Askatasuna, il centro sociale torinese che ha animato quella fetta di corteo si annunciano 5 feriti e si accusa la polizia di violenza gratuita. Dalla Questura si fa il punto con dieci contusi fra le forze dell’ordine. E poi tocca a politici e altre parti dividersi sul web. Per primo agita il mondo social Matteo Salvini, l’ex ministro dell’interno usa twitter per dire la sua: «Festa del Primo Maggio a Torino. Da una parte dei lavoratori in divisa. Dall’altra degli imbecilli. 1 maggio Festa del lavoro» scrive il leader leghista. Gli fa eco il Sottosegretario all’Interno Nicola Molteni: «Buon primo Maggio ai nostri meravigliosi servitori dello Stato che anche oggi sono sulle strade e nelle piazze a garantire sicurezza e legalità, in alcuni casi, come a Torino, rimanendo feriti per assicurare il buon andamento delle manifestazioni. Aggressioni come quella di oggi da parte da parte dei soliti odiatori e professionisti della violenza – prosegue -, vanno fermamente e duramente condannate. Intimidazioni e violenza contro le Forze di Polizia sono inaccettabili: chi colpisce un poliziotto o un operatore in divisa colpisce tutto lo Stato. E proprio alle donne e agli uomini della sicurezza pubblica, che ogni giorno sono al servizio del Paese e dei cittadini con coraggio e senso del dovere, vogliamo ribadire rispetto e gratitudine, sempre».
Poco dopo è arrivato anche il messaggio Twitter di Piero Fassino, Presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati ma anche ex sindaco della città. «Anche quest’anno, come da tanti anni, gruppi violenti hanno turbato il #1maggio a Torino, confermando di non avere nulla a che vedere con i lavoratori che invece sanno bene chi sta dalla loro parte. Solidarietà agli agenti feriti». Quindi il sindacato di polizia: «Chiamarle manifestazioni oramai risulta essere una menzogna, andrebbero chiamati raduni di violenti. Nove colleghi sono rimasti feriti a Torino durante gli scontri con antagonisti dei centri sociali e attivisti No Tav. Solite scene di guerriglia urbana da parte dei professionisti del disordine pubblico» ha detto Fabio Conestà, segretario generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia. «Solidarietà ai colleghi feriti e speriamo che i facinorosi siano individuati e puniti. È assurdo – conclude – nel giorno della festa dei lavoratori, accanirsi a legnate contro chi in quel momento sta lavorando anche per la loro sicurezza».
«Esprimo la mia solidarietà e vicinanza al funzionario e agli agenti della Polizia di Stato rimasti feriti durante alcuni disordini a Torino» dichiara quindi il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ribadendo come «siano inaccettabili le aggressioni nei riguardi delle forze di polizia, impegnate a tutelare la sicurezza dei cittadini ed oggi, in particolare, a garantire l’ordinato svolgimento delle tante manifestazioni pubbliche indette per celebrare la Festa dei lavoratori».
Più tardi anche l’ex primo ministro Antonio Conte è intervenuto, ma più per chiedere notizie sul primo «scontro», quello che ha tenuto un gruppetto di rider fuori dal corteo. «Provo vergogna perché a un gruppo di rider, a Torino, è stato impedito di prendere parte al corteo del Primo Maggio – scrive Contr – Sì, un gruppo di lavoratori precari, che faticano per guadagnare 3-4 euro l’ora, non sono stati ammessi alla manifestazione dedicata al lavoro. Ci saranno approfondimenti. Si parla di agenti contusi e certo la nostra condanna a chi usa la violenza è netta. Ma resta il problema di una rabbia che monta sempre di più perché non ha risposte».
«In una giornata così importante per tutto il mondo del lavoro, desidero rimarcare e sottolineare l’equilibrio e la professionalità di tutti gli operatori delle forze di Polizia che oggi sono presenti per garantire il regolare svolgimento delle manifestazioni in tutta Italia». Queste le parole del capo della Polizia, Lamberto Giannini, che ha telefonato al Questore di Torino per sincerarsi delle condizioni di salute del funzionario e dei nove operatori del reparto mobile aggrediti e feriti nel corso dei disordini avvenuti oggi a Torino e per esprimere loro la propria vicinanza.
In serata sui social si è fatto sentire anche l’ex candidato sindaco e leader di Torino Bellissima, Paolo Damilano: «Non mi capacito di come sia possibile trasformare ogni anno il primo maggio in uno sterile scontro con le forze dell’ordine. Solidarietà agli agenti feriti e ancora una volta il nostro grazie a donne e uomini in divisa che ogni giorno dimostrano spirito di sacrificio e senso del dovere, onorando il lavoro nel suo significato più profondo».
1 maggio 2022 (modifica il 1 maggio 2022 | 20:29)
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, 2022-05-01 18:29:00, La polizia ferma l’irruzione di centri sociali e No Tav nella manifestazione del 1° maggio, poi scattano polemiche e domande. Da Salvini a Fassino, dal sindacato di polizia all’ex premier Conte. Restano 15 contusi (10 tra le forze dell’ordine) e lo scambio di accuse, redazione online