di Barbara Gerosa
Il gruppo parteciperà in divisa al corteo del 18 giugno: «Vicini a chi è discriminato». I genitori chiedono un incontro al referente spirituale. Don Andrea: «Le posizioni Lgbt stridono con l’antropologia cristiana»
Gli scout al Lecco Pride in programma il 18 giugno. Ed è polemica. Nessun avallo da parte della Curia, che pure riconosce l’autonomia di Agesci e l’importanza del dialogo su determinate tematiche. Qualche malumore tra i genitori che hanno chiesto un incontro. Il dibattito in città è acceso. A sfilare uno dei tre gruppi cattolici presenti a Lecco. Non ci saranno tutti gli aderenti, circa 200 tra bambini e adolescenti, ma i capigruppo (gli educatori sono complessivamente una trentina) hanno deciso di prendere parte alla manifestazione e di invitare gli iscritti a camminare al loro fianco «per dare voce a chi non ha voce e intervenire su tematiche educative con azioni concrete», spiega Giacomo Pelladoni, tra i referenti di Agesci Lecco 3.
La lettera
Le motivazioni sono riassunte nella lettera inviata alle famiglie e ai referenti di zona e regionali. «Abbiamo deciso a larghissima maggioranza di aderire al corteo nel sostegno dei diritti civili fondamentali della comunità Lgbtq+ e lo faremo con la divisa che ci contraddistingue». Una scelta frutto di un lungo lavoro di dibattito e riflessione che ha portato alla partecipazione a un evento che mira «a essere uno spazio condiviso su un’idea di società aperta». Insomma gli scout ci mettono la faccia e la divisa, ma la decisione fa discutere. «Prendiamo atto che il tema ha sollevato qualche perplessità», non si nasconde Pelladoni, rimarcando come la loro sia una posizione in difesa di chi a causa dell’orientamento sessuale non gode ancora del totale riconoscimento dei propri diritti. Intanto però alcuni genitori ricevuta la lettera con cui i capi scout (giovani tra i 20 e i 30 anni) annunciavano la partecipazione del gruppo al Pride hanno chiesto un confronto con l’assistente ecclesiastico.
Il parroco
«Si è creata qualche fibrillazione — spiega Don Andrea Lotterio, parroco di Malgrate e assistente spirituale degli scout —. In seguito alle richieste delle famiglie è stato convocato un incontro in programma domani sera. Abbiamo ritenuto opportuno andare incontro alle esigenze dei genitori. Detto questo ci sono due elementi che vorrei sottolineare: il consiglio generale di Agesci proprio domenica scorsa ha approvato una mozione in cui ci si impegna ad approfondire il tema dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale. Ma, anche se nella scelta del gruppo che prenderà parte al Pride leggo coraggio e buona fede, bisogna anche dire che alcune posizioni Lgbtq stridono con l’antropologia cristiana. Il rischio di strumentalizzazioni è dietro l’angolo».
Gli organizzatori
Chi plaude è l’associazione Renzo e Lucio, tra i principali promotori della manifestazione che sabato 18 giugno vedrà sfilare tra le vie di Lecco almeno un migliaio di persone. Sono stati loro a invitare gli scout al corteo arcobaleno. «E la risposta positiva non mi ha stupito — dice la presidente Dalila Maniaci —. I giovani sono i primi a interrogarsi, a volersi confrontare su queste tematiche. Interpretiamo la partecipazione del gruppo Agesci Lecco 3, a quanti di loro vorranno essere con noi in piazza e magari intervenire sul palco, come una presa di posizione coraggiosa nei confronti di alcuni luoghi comuni del mondo cattolico». L’ultima precisazione è proprio dei capi scout. «Non abbiamo ricevuto solo critiche, ma anche testimonianze di condivisione e vicinanza. Non potevamo rimanere a guardare senza prendere posizione nei confronti di una comunità che ha meno diritti. Solidarietà e inclusione sono i nostri principi. L’adesione però è esclusivamente alla manifestazione. Non andiamo oltre. Su altre battaglie non ci siamo ancora interrogati».
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8 giugno 2022 (modifica il 8 giugno 2022 | 14:21)
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, 2022-06-08 12:22:00, Il gruppo parteciperà in divisa al corteo del 18 giugno: «Vicini a chi è discriminato». I genitori chiedono un incontro al referente spirituale. Don Andrea: «Le posizioni Lgbt stridono con l’antropologia cristiana» , Barbara Gerosa