Aiuti di Stato, le proposte dellItalia alla Ue: vanno discussi assieme al patto di stabilità

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il documento

di Francesca Basso31 gen 2023

 Il governo a Bruxelles: le riforme del Patto di Stabilità e degli aiuti di Stato da discutere insieme a marzo La premier Giorgia Meloni

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES – L’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato e la riforma del Patto di Stabilit per l’Italia devono andare di pari passo e andrebbero discussi al Consiglio europeo di marzo. Lo spiega il governo in un documento di sei pagine inviato marted sera a Bruxelles per illustrare il punto di vista italiano sulla risposta dell’Ue alla legge sulla riduzione dell’inflazione (IRA) e la necessit di una politica industriale europea a pieno titolo, in vista del summit dei leader Ue del 9-10 febbraio. Mercoled la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, presenter il piano a sostegno dell’industria green che prevede tra le diverse misure l’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato, che piace molto a Berlino e Parigi, pi altre azioni tra cui un fondo per la sovranit che non convince la Germania e i Paesi nordici.

Per l’Italia, spiega il documento visionato dal Corriere, l’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato non la risposta, poich comporterebbe il rischio di frammentazione del mercato interno. Oltre il 77% degli aiuti di Stato approvati nell’ambito dell’attuale regime concentrato in due Stati membri e questo squilibrio potrebbe aumentare ulteriormente se dessimo libero sfogo ai governi nazionali, poich non tutti gli Stati membri hanno lo stesso spazio fiscale per fornire aiuti di Stato. Per Roma la risposta al maxi piano di sussidi da 360 miliardi di dollari messi in campo dagli Stati Uniti per aiutare l’industria americana nella transizione verde deve comprendere una serie di azioni con orizzonti temporali diversi. Alcune possono essere attuate rapidamente, altre richiederanno pi tempo, e la corretta sequenza fondamentale.

Ma soprattutto, e questo il punto politico centrale, per mantenere condizioni di parit per le imprese in tutta Europa, la decisione sul “Quadro temporaneo di crisi e transizione” dovrebbe essere discussa insieme ad altri argomenti rilevanti nell’ambito della governance economica europea. Il Consiglio europeo di marzo — si legge nel documento — potrebbe concentrarsi su entrambi gli argomenti, fornendo all’istituzione europea e agli Stati membri un margine di manovra sufficiente per una valutazione d’impatto. Insomma, per Roma aiuti di Stato e Patto di Stabilit dovrebbero essere un’unica partita. In questo modo il gioco si complica. Perch Berlino dovr scegliere in quale squadra stare. I Paesi frugali come l’Olanda o la Svezia sono scettici nei confronti di un allentamento delle regole sugli aiuti di Stato (a differenza della Germania) ma anche nei confronti di un nuovo fondo per la sovranit e di un Patto di Stabilit troppo flessibile (su entrambi in linea con Berlino).

L’Italia propone una serie di politiche per mitigare gli effetti dell’Ira statunitense a cominciare dal dialogo con gli Usa. Ma resta fondamentale affrontare la questione chiave, ovvero la perdita di competitivit del sistema industriale europeo accelerando le transizioni verdi e digitali. Quanto all’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato, la semplificazione non deve trasformarsi in un “lasciapassare” per tutti, necessaria una politica di semplificazione e flessibilit, ma deve essere proporzionata, basata su dati concreti e mirata. Mentre la riforma del Patto di stabilit attualmente in discussione tra i Paesi Ue dovrebbe tener conto dei cospicui investimenti che gli Stati membri dovranno fare nei prossimi anni per sostenere la transizione verde e digitale e per promuovere la competitivit nei settori di punta. Per Roma un sistema di regole fiscali comuni che incoraggi gli investimenti pubblici, sia per quanto riguarda la promozione degli investimenti strategici che per il miglioramento del potenziale di crescita, potrebbe essere uno degli elementi chiave del nuovo Patto di stabilit e crescita.

Altro punto cruciale sono gli investimenti, che non possono basarsi esclusivamente su risorse nazionali ma devono mettere insieme privato e pubblico sia a livello nazionale che di Ue. Nel breve termine essenziale garantire un adeguato margine di manovra per ridefinire le priorit degli investimenti nell’ambito dei Pnrr e delle politiche di coesione. La revisione intermedia del bilancio dell’Ue offrir l’opportunit di esaminare i fondi europei esistenti e di valutare se alcuni di essi debbano essere riorientati. Per l’Italia la vera svolta sarebbe la creazione di fondi europei destinati a finanziare progetti strategici e la proposta di istituire un fondo europeo per la sovranit, destinato ai settori pi strategici dell’economia dell’Ue, un passo in avanti nella giusta direzione.

Infine necessario perseguire l’autonomia strategica attraverso catene del valore resilienti e accordi commerciali.

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