di Giulia TavianiForza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle non hanno partecipato al voto. Tra i dissidenti Andrea Cangini di FI. Fuori dall’aula del Senato scintille con la Ronzulli Il governo guidato da Mario Draghi ha ottenuto la fiducia al Senato . Rimandato a giovedì l’incontro al Quirinale con Sergio Mattarella per presentare le dimissioni. Resta confermato alle 9 di mattina invece, il dibattito in aula alla Camera sulle comunicazioni rese al Senato. A decidere il destino dell’esecutivo sono state le scelte di tre partiti che hanno modificato la loro posizione, fino ad oggi di sostegno al governo: Movimento 5 Stelle (che già non aveva votato la fiducia in Senato lo scorso giovedì, sul Dl Aiuti), Lega e Forza Italia. Alcuni senatori hanno però deciso di votare a favore del governo, e alcuni rappresentanti di partito di esprimersi a favore dell’esecutivo, contravvenendo alle indicazioni dei rispettivi movimenti politici. Il caso più clamoroso è quello di Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali, che ha deciso di lasciare Forza Italia. «Oggi si doveva stare con Draghi senza se e senza ma», ha scritto in una nota, accusando il suo partito di «voltare le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia in un momento drammatico per la vita del Paese» e di aver «ceduto lo scettro a Matteo Salvini. Questa Forza Italia non è il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni: non posso restare un minuto di più in questo partito». Ora bisogna capire che posizione prenderanno i ministri Renato Brunetta e Mara Carfagna. Se seguiranno Gelmini o se resteranno dentro il partito. A corteggiarla ci ha pensato anche il governatore della Liguria e presidente di Italia al Centro Giovanni Toti, che con tweet ha scritto: «Ci vuole coraggio. Tu lo hai avuto! Se anche Mariastella ha deciso di lasciare Forza Italia, forse qualcuno dovrebbe farsi qualche domanda in più su quanto accaduto oggi». Una lunga giornata per Mariastella Gelmini che, nel pomeriggio, uscendo dall’aula del Senato sarebbe stata ripresa nel corso di una lite con la senatrice Licia Ronzulli. Quest’ultima le avrebbe gridato: «Vai a piangere da un’altra parte e prenditi uno Xanax». E Gelmini: «Contenta ora che hai mandato a casa il governo?». La dichiarazione della ministra è arrivata poco dopo quella di Andrea Cangini, anche lui senatore di Forza Italia. «La demagogia si è mangiata la politica non solo a causa della velleità del M5S, del Pd che pone questioni identitarie, dell’approccio alla politica di Matteo Salvini. Non parlo di Fi per questione di stile – ha annunciato in aula – dopo aver votato la fiducia per 55 volte al governo Draghi e sentito quello che ha detto oggi non v’è un fatto politico che cambi il mio voto. Voterò la fiducia». I senatori del Movimento 5 Stelle invece, sono rimasti in aula durante la chiama per il voto di fiducia. Secondo quanto spiegato, la loro presenza all’interno del Senato, per quanto non votanti, viene comunque conteggiata per il numero legale. Tra questi, presente non votante c’era la capogruppo Maria Domenica Castellone. A favore di Draghi si è espresso anche il senatore Gregorio de Falco, ex Movimento 5 Stelle iscritto al gruppo misto dal 2021. A chiudere la sessione di voto ci ha pensato il ministro leghista Giancarlo Giorgetti che, uscendo dal Senato, ha dichiarato secco: «Si poteva concludere in maniera più dignitosa». 20 luglio 2022 (modifica il 20 luglio 2022 | 21:44) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-20 17:56:00, Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle non parteciperanno al voto sulla risoluzione presentata da Casini. Tra i dissidenti il primo a parlare è Andrea Cangini, Giulia Taviani