di Luciano Fontana
Le elezioni anticipate subito dopo l’estate sono una strada legittima ma c’è un punto essenziale: quant’è utile all’Italia avviarsi in una campagna elettorale oggi?
La stagione delle illusioni politiche, trionfanti nelle elezioni del 2018, ha avuto il suo colpo di coda nella strana crisi andata in scena in questi giorni. Pensare che tutto sia dovuto all’inserimento nel decreto Aiuti di un termovalorizzatore per Roma sarebbe un insulto all’intelligenza degli italiani. In realtà, credo che da tempo fosse in atto un disegno sistematico di sganciamento dai doveri di governo da parte del Movimento Cinque Stelle. Con la Lega che, per altri versi, faceva la sua parte.
L’obiettivo è molto chiaro: stare al governo ma anche non starci, trovare ogni occasione per dissociarsi, distinguersi, mettere in difficoltà e bloccare tutto in nome del sacro obiettivo del recupero dei consensi perduti. Con la speranza che il ritorno alle origini, alla purezza dell’anticasta, dell’antipolitica, riporterà il Movimento ai fasti elettorali del 2018. Per un partito che ha sperimentato tutte le formule e tutte le alleanze pur di restare incollato ai ministeri si tratta di un bel sogno di mezz’estate. Che lo incarni il due volte premier Giuseppe Conte ancora di più.
Dalla questione dell’unità occidentale sull’invio di armi agli ucraini ai goffi tentativi di missioni pacifiste a Mosca, dalle dissociazioni sui diversi impegni (concorrenza, giustizia) per ottenere i fondi del Pnrr al non voto sul decreto Aiuti il crescendo di questi mesi di alcuni partiti della maggioranza è stato impressionante.
Ha fatto bene Mario Draghi a decidere uno stop a questa deriva. Un governo d’emergenza (nato con una larga maggioranza su obiettivi precisi per un Paese colpito dalla pandemia e dalle conseguenze della guerra) che non riesce a governare, che vede rimessi in discussione continuamente i suoi provvedimenti non ha alcun senso. Pensare che si possa andare avanti così fino alla prossima primavera elettorale è fuori da ogni logica politica oltre che dannoso per gli italiani. Con l’effetto collaterale di bruciare agli occhi del mondo la personalità più rilevante che l’Italia ha in questo momento. Instabilità politica e inaffidabilità internazionale, lo ha scritto bene sul Corriere Angelo Panebianco, sono gli ingredienti migliori per trascinare il Paese in un angolo, esporlo sui mercati internazionali, rimetterlo nel mirino di tutti quelli che vogliono negare solidarietà e progetti comuni di sostegno da parte dell’Europa. Credo sia un punto che nessuno, anche chi si sente probabile vincitore delle prossime elezioni, può trascurare.
Difficile immaginare come si possa uscire ora da questa crisi. Le elezioni anticipate subito dopo l’estate sono naturalmente una strada legittima e percorribile in una democrazia. È giusto che gli elettori siano, alle scadenze previste o quando è necessario, chiamati a giudicare i partiti e i loro fallimenti evidenti in questa legislatura. C’è un punto essenziale che dovrebbero però valutare la maggioranza e lo stesso presidente del Consiglio: quanto ha senso e fa il bene dell’Italia avviarsi in una campagna elettorale prima che tutti gli sforzi internazionali per una pace giusta in Ucraina arrivino sul tavolo di una trattativa, prima che tutti gli atti per mettere in sicurezza il Pnrr siano stati compiuti, e una legge di bilancio attenta all’emergenza economica e sociale sia stata messa in campo? Non è meglio stabilire poche priorità da realizzare in un tempo preciso in modo che, all’inizio del prossimo anno, le elezioni possano tenersi in un contesto, speriamo, più positivo e meno scosso dalle difficoltà attuali?
Spetta ai partiti della maggioranza, a tutti, dire in modo solenne se sono disponibili a questo sforzo supplementare di unità e responsabilità. Riempiendolo di proposte concrete e condivise per il fine legislatura sulle quali chiedere a Mario Draghi di impegnare ancora la sua leadership e continuare il lavoro positivo svolto finora. È un tentativo estremo che può essere utile a portare l’Italia al voto in un clima ordinato e non dominato dalla rabbia per le promesse svanite. Sono pronti i partiti a un passo del genere? Le speranze non sono francamente molte ma questo è il momento in cui ognuno deve uscire dall’ambiguità.
16 luglio 2022 (modifica il 16 luglio 2022 | 23:29)
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, 2022-07-16 22:54:00, Le elezioni anticipate subito dopo l’estate sono una strada legittima ma c’è un punto essenziale: quant’è utile all’Italia avviarsi in una campagna elettorale oggi?, Luciano Fontana