Grano, blocco export: raddoppiata la popolazione mondiale a rischio fame

Grano, blocco export: raddoppiata la popolazione mondiale a rischio fame

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Il report Onu

di Claudio Del Frate21 mag 2022

Grano, blocco export: raddoppiata la popolazione mondiale a rischio fame

Il numero di persone che nel mondo rischiano una crisi alimentare è raddoppiato nel giro di poco tempo: da 135 a 276 milioni. Il dato è contenuto in un documento pubblicato dall’Onu e che porta la firma del segretario generale Antonio Guterres: quest’ultimo è reduce da un viaggio nella regione del Sahel dove ha toccato con mano la situazione venutasi a creare in seguito al blocco dell’export di grano ucraino messo in atto dalla Russia. Alla luce di questa situazione il numero uno del Palazzo di Vetro è tornato a chiedere che il prima possibile venga tolto il blocco ai porti dove sono ferme le navi cariche di cereali.

«Ho incontrato famiglie che non sanno da dove arriverà il loro prossimo pasto» attacca Guterres. «I leader mi hanno detto che a causa della guerra in Ucraina, oltre alle altre crisi che devono affrontare, temono che questa situazione pericolosa possa sfociare in una catastrofe». Secondo l’Onu il numero delle persone «gravemente insicure dal punto di visa alimentare» è raddoppiato per il duplice effetto della pandemia e della guerra .

Il segretario Onu elenca poi i dati che fotografano il peso che i Paesi in conflitto hanno nello sfamare la parte più debole del pianeta: «Insieme Ucraina e Russia producono quasi un terzo del grano e dell’orzo del mondo e metà dell’olio di girasole. Russia e Bielorussia sono i due e tre produttori mondiali di potassa, ingrediente chiave dei fertilizzanti. Nell’ultimo anno, i prezzi globali dei generi alimentari sono aumentati di quasi un terzo, i fertilizzanti di oltre la metà e i prezzi del petrolio di quasi due terzi. La maggior parte dei paesi in via di sviluppo non dispone dello spazio fiscale per attutire il colpo di questi enormi aumenti». Oltre alla carestia dunque, ci sono Paesi che rischiano anche il default finanziario.

Per l’Onu dunque «non esiste una soluzione efficace alla crisi alimentare senza reintegrare la produzione alimentare ucraina, così come il cibo e i fertilizzanti prodotti da Russia e Bielorussia, nei mercati mondiali, nonostante la guerra» Da qui la richiesta alla Russia – come primo passo – di togliere l’assedio ai porti del mar Nero. La gravità della situazione è descritta anche da una frase di Linda Thomas-Grrenfeld, ambasciatrice Usa all’Onu: «In una scala da uno a dieci il livello attuale di allarme per le forniture alimentari è 10».

Ma quale situazione si prospetta per la disponibilità globale di cereali? Secondo un report di Coldiretti su datti dell’International grains Council i raccolti di grano in Ucraina ammonteranno a 19,4 milioni di tonnellate, circa il 40% in meno rispetto ai 33 milioni di tonnellate previsti: Ma la produzione è in calo anche in altri due «granai» come l’India e gli Usa . Paesi come Egitto, Turchia, Bangladesh e Iran che acquistano più del 60% del proprio grano da Russia e Ucraina ma anche Libano, Tunisia Yemen, e Libia e Pakistan sono fortemente a rischio. Nei porti del mar Nero quasi 20 milioni di tonnellate di cereali, tra grano, mais e altri prodotti rimangono nei magazzini ucraini in attesa di essere spediti, con un impatto devastante sugli approvvigionamenti di numerosi Paesi in via di sviluppo ma anche su quelli ricchi».

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, 2022-05-21 12:19:00, Il dato è balzato da 135 a 276 milioni di persone, i prezzi dei cereali aumentati di un terzo, In Ucraina la produzione scenderà del 40%. Guterres: «Sbloccare subito i porti del mar Nero» , Claudio Del Frate

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