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Gratteri ritorna a lanciare l’allarme: “Riforme normative Governo allargano maglie nel contrasto ai reati”

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Intervenendo nel corso della rubrica del Tg3 “Fuori Tg”, il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro e della Distrettuale antimafia Nicola Gratteri è tornato a lanciare l’allarme sulla ipotesi, quanto mai concreta, che le armi dall’attuale scenario bellico dell’Ucraina possano finire nelle mani della criminalità organizzata. “È successo che subito dopo la guerra nella ex Iugoslavia, le mafie, le organizzazioni criminali, andavano in Bosnia, in Montenegro, e un kalashnikov costava 750 euro. Subito dopo la guerra – ha spiegato il procuratore Gratteri –, ogni famiglia aveva 4/5 kalashnikov, due bazooka, dieci chili di plastico C3 e C4. Nell’ex Iugoslavia le fabbriche erano situate nelle montagne, perché Tito aveva paura di concentrare grosse fabbriche in uno stesso luogo e le parcellizzava sul territorio. La ‘ndrangheta ha comprato tante volte armi provenienti dalla ex Iugoslavia, e molte volte ci sono stati scambi con la Sacra Corona Unita che la ‘ndrangheta barattava con la cocaina. Niente di più facile che questo possa accadere subito dopo la fine di questa guerra perché è ovvio che, a prezzi stracciati, a prezzi bassi questa volta potrebbero andare a comprare armi molto più pericolose rispetto a un kalashnikov o rispetto a un bazooka. Non dimentichiamo che un mese fa qui in Calabria sono state trovate, sul versante ionico della Calabria, armi anticarro, dieci volte più potenti di un kalashnikov. Nella struttura della ‘ndrangheta c’è il Crimine, del locale di ‘ndrangheta, che è una sorta di ministro della guerra. È colui il quale organizza e allena il proprio esercito, e ogni famiglia di ‘ndrangheta deve avere almeno 20 fucili, 50 pistole, almeno dieci chili di tritolo e 4/5 bazooka. Questo serve, ovviamente, non perché tali armi vengano usate. Infatti – ha aggiunto Gratteri- vengono custodite, nascoste. Però le altre organizzazioni sanno che si tratta di un locale di ‘ndrangheta bene armato”. Per il procuratore di Catanzaro, inoltre, “Gli attentati non è che si fanno perché si hanno o non si hanno armi. Se volessero farli, se fosse conveniente farlo, oggi le armi le mafie già ce le hanno. Noi diciamo che, dopo la fine di questa guerra, le mafie potranno attrezzarsi, potranno entrare in possesso di armi molto più potenti rispetto alle armi da guerra che hanno avuto finora. Al momento non dovrebbe essere conveniente per le mafie fare attentati perché questo governo sta sostanzialmente facendo riforme normative che stanno un po’ allargando le maglie nel contrasto ai reati, in senso lato”. Sulle riforme invece fatte tra il 2021 e 2022 in Italia precisa “L’idea è che poi alla fine tutto si aggiusta e io penso che le mafie oggi abbiano l’interesse a non rubare nemmeno una bicicletta proprio per dare l’idea di non esistere più, l’opinione pubblica è calma e tranquilla e il legislatore, il potere politico, non è costretto a fare un’inversione di tendenza o a creare delle norme più restrittive e meno convenienti rispetto a chi vuole delinquere”. Gratteri è stato critico, poi, per quanto riguarda la situazione in Europa: “C’è poca collaborazione tra gli Stati soprattutto sul piano normativo. Noi siamo in Europa perché abbiamo una moneta unica, perché parliamo di commerci. Però sul piano del contrasto alle mafie ognuno va per i fatti suoi. Esiste Eurogest, esiste Europol, esiste Interpol, però sono più sigle che sostanza rispetto a quello che sta accadendo in Europa soprattutto nel campo del riciclaggio. Fuori dall’Italia ci sono norme molto più blande ed è più facile riciclare senza controlli. Non c’è un tetto, c’è solo una direttiva europea che consiglia di porre un limite al contante sopra i 10mila euro. Si può andare nel Paese più ricco d’Europa, la Germania, dove c’è la più alta concentrazione di ‘ndrangheta dopo l’Italia, e comprare una macchina da 100mila euro e nessuno chiederà conto da dove provengano quei soldi”. “Questo spinge le mafie a guardare all’Europa per vendere cocaina e con quei soldi comprare tutto ciò che è in vendita” – ha concluso Gratteri. , 2022-04-17 05:22:00, Intervenendo nel corso della rubrica del Tg3 “Fuori Tg”, il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro e della Distrettuale antimafia Nicola Gratteri è tornato a lanciare l’allarme sulla ipotesi, quanto mai concreta, che le armi dall’attuale scenario bellico dell’Ucraina possano finire nelle mani della criminalità organizzata. “È successo che subito dopo la guerra nella ex […]
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