Green Deal,  con la guerra è diventato carta straccia? Nel 2021 emissioni record

Green Deal, con la guerra è diventato carta straccia? Nel 2021 emissioni record

Spread the love

Energia

di Emily Capozucca13 mar 2022

Il duro colpo inferto dalla pandemia causata dal Covid e la conseguente crisi economica stanno dando filo da torcere ai governi che si sono impegnati negli obiettivi del Green Deal Europeo, che prevede la riduzione le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, fino ad arrivare all’azzeramento nel 2050. Lo scopo è una crescita economica dissociata dall’uso delle risorse. Per questo, un terzo dei 1.800 miliardi di euro di investimenti del piano per la ripresa di NextGenerationEU e il bilancio settennale dell’UE finanzieranno il Green Deal europeo.

Un bel quadro che rischia di essere ulteriormente compromesso dall’inizio della guerra in Ucraina. Negli ultimi 30 anni, i Paesi dell’Unione Europea hanno preso dalla Russia il 40 per cento del gas naturale e il 25 per cento del petrolio. La necessità di rendere i Paesi energeticamente indipendenti dalla Russia sta facendo “risorgere dalle ceneri” le vecchie centrali a carbone. Un trend che è iniziato, però, anche prima della guerra.

La ripresa economica ha portato nel 2021 alle emissioni globali di anidride carbonica legata all’energia più alte della storia, con una crescita del 6% a 36,3 miliardi di tonnellate dopo il calo dell’anno pandemico. L’impennata -secondo una nuova analisi dell’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) – è dovuta all’aumento dell’impiego del carbone dopo la crisi del Covid-19, L’aumento delle emissioni globali di Co2 è di oltre 2 miliardi di tonnellate, ed è stato, spiega l’Aie, «il più grande nella storia in termini assoluti ed ha più che compensato la riduzione provocata dalla pandemia dell’anno precedente».

Così dopo l’aumento di richiesta energetica post pandemia, la guerra sta ulteriormente mettendo in crisi il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal. Al termine della Cop 26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è tenuta lo scorso novembre a Glasgow, circolava nell’aria un senso di soddisfazione per i traguardi raggiunti perché più dell’80% delle emissioni mondiali erano state coperte degli impegni presi dai 197 Paesi che si impegnavano ad abbattere i sussidi per le fonti fossili mentre si discuteva sul futuro del carbone, se fosse meglio ridurlo gradualmente o eliminarlo. Non sapevano che dopo neanche quattro mesi la situazione sarebbe drasticamente precipitata. Il carbone, lontano dall’essere chiuso in cantina sta vivendo il suo momento di gloria ma i leader stanno cercando di trovare soluzioni per diversificare e accelerare lo sviluppo di energia pulita da fonti rinnovabili. Anche la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen lo scorso week-end in tweet ha scritto «La Ue deve sbarazzarsi della dipendenza da combustibili fossili».

La Commissione europea, con il piano RePowerEu presentato oggi, punta a tagliare i due terzi del gas russo già entro la fine di quest’anno. E pretende che le riserve dell’Unione siano al 90% entro il primo ottobre. «Dobbiamo agire ora per mitigare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia, diversificare la nostra fornitura di gas per il prossimo inverno e accelerare la transizione verso l’energia pulita» ha detto oggi la presidente. L’energia non è solo questione geopolitica ma è anche un problema interno. Per affrontarlo, la Commissione ha messo sul tavolo nuovi strumenti che potenziano quelli presentati lo scorso ottobre (visto che nel frattempo è cambiato tutto). Non solo aiuti di Stato, stoccaggi comuni, ma anche tassazione sugli utili extra dal caro bollette e riforma del mercato.

Cosa ci aspetta il futuro? Il Green Deal sarà solo carta straccia? Dipenderà dalle politiche dei Paesi che insieme, includendo (con difficoltà) Russia e Cina, devono cooperare per ottenere un’energia sempre più pulita. La prossima Cop27 si terrà questo autunno in Egitto e si tornerà a parlare degli obiettivi climatici di limitare il riscaldamento globale sotto al grado e mezzo ma Cina e India non sono ancora allineate agli impegni presi dalle altre Parti. Dopo l’emergenza a causa della pandemia prima, per la guerra adesso, si dovrà considerare anche la transizione energetica come un’altra emergenza con la quale dovremo presto fare i conti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

var url249316 = “https://vid1aws.smiling.video//SmilingVideoResponder/AutoSnippet?idUser=1253&evid=249316”; var snippet249316 = httpGetSync(url249316); document.write(snippet249316);

The post Green Deal, con la guerra è diventato carta straccia? Nel 2021 emissioni record appeared first on ITALIAONLINE.NEWS.

source

Pietro Guerra

Pietroguerra.com.com è un sito web dedicato alle notizie per il personale scolastico, docenti, dirigenti scolastici, personale ATA, personale educativo, genitori e studenti

View all posts by Pietro Guerra →

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.