Greta Thunberg, l’attivista del clima che fa ancora tremare i Grandi della Cop27 (anche quando non c’è)

Greta Thunberg, l’attivista del clima che fa ancora tremare i Grandi della Cop27 (anche quando non c’è)

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di Sara Gandolfi

La diciannovenne svedese che nel 2018 lanciò il movimento globale dei giovani per il clima, non è al summit ma continua a far parlare di sé. E promette: «Non farò politica, troppo tossica»

Greta Thunberg se la prende comoda. A 19 anni sta ancora frequentando il terzo e ultimo anno di high school in Svezia. Prenderà il diploma nel giugno 2023 e poi chissà. Ancora non ha deciso a quale università iscriversi, sempre che decida di farlo. La svedese Greta è volubile, piena di interessi, e potrebbe anche scegliere di dedicarsi ad altro. Intanto, ha deciso di «bigiare» la Cop27 più blindata che ci sia mai stata (perfino l’app ufficiale, avvertono gli esperti di cybersecurity, potrebbe essere utilizzata dalle spie del regime egiziano). Ma ha dato la linea, con un tweet: «Abbiamo bisogno di una struttura finanziaria per perdite e danni. Abbiamo bisogno di giustizia climatica. Abbiamo bisogno di azione. Il tempo stringe».

L’ex Pippi Calzelunghe dell’ambientalismo, che ormai centellina le uscite pubbliche e sui social in favore delle apparizioni tv per presentare il suo ultimo libro The Climate Book, alla Bbc ha ribadito di non voler entrare in politica – «troppo tossica» – ma non ha per nulla deciso di abbandonare la sua battaglia politica per il clima, come sostiene qualcuno. In uno dei suoi ultimi eventi pubblici, a fine ottobre, al South Bank Center di Londra, ha detto: « Siamo ancora qui e non abbiamo intenzione di andare da nessuna parte. I giovani di tutto il mondo si stanno facendo avanti, dimostrando che i nostri leader hanno incasinato la generazione sbagliata».

Alla Cop26 di Glasgow, senza alcun dubbio, era stata ancora lei la star assoluta, almeno a livello di visibilità e di presa sul pubblico. Un pubblico che ormai si è allargato dai ragazzini adolescenti di FridaysForFuture ai loro genitori e perfino ai nonni, che nella città scozzese hanno marciato uniti dietro le treccine di Greta. A Sharm el-Sheikh le manifestazioni sono vietate, ma ancora risuonano le frasi dette un anno fa: «La Cop è un fallimento», aveva tuonato dal palco davanti a una gremita George Square. «Siamo stanchi di promesse vuote, di impegni di lungo periodo e non vincolanti, siamo stanchi di blablabla». Quel blablabla è diventato subito virale. Il commento alla Cop27 non è poi molto diverso: «È solo greenwashing».

Greta non si è mai fidata dei cosiddetti Grandi leader. Lo ha sempre detto e li ha spesso fustigati in pubblico, tra i loro stessi applausi. È successo al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite e nel quartier generale dell’Unione europea. In una delle sue ultime interviste lo ha ribadito: «Dovremmo abbandonare l’illusione che i politici verranno in soccorso del pianeta Terra, specialmente quelli che si dilettano a definirsi leader climatici. Più e più volte hanno tradito la fede che è stata riposta in loro». (continua a leggere dopo i link)

Chi l’avrebbe mai detto, solo quattro anni fa, che la ragazzina con la sindrome di Asperger (un disturbo dello spettro autistico), le trecce di Pippi Calzelunghe e il viso tondo di Heidi, che rifiutava di andare a scuola perché «soffriva per il clima», sarebbe stata l’avanguardia di un movimento globale di giovani. Era l’agosto 2018. Greta se ne stava da sola davanti al Parlamento di Stoccolma con il suo cartello «Skolstrejk for Klimatet», sciopero scolastico per il clima. Un picchetto in solitaria, sotto lo sguardo incuriosito dei passanti. Finché qualche tv ha iniziato a filmarla e Greta è diventata famosa, almeno in Svezia. Pochi mesi dopo si è presentata alla Cop24 di Katowice, assieme al papà — l’attore Svante Thunberg – e noi che l’abbiamo vista abbiamo subito capito che qualcosa stava cambiando. La sua voce tremante e arrabbiata avrebbe trascinato le folle. Così è stato.

Da una scioperante sono diventati milioni — il movimento studentesco FridaysForFuture — , che il venerdì manifestano in tutto il mondo. Il 25 gennaio 2019, Greta Thunberg interviene al Forum mondiale economico di Davos. Ha appena compiuto 16 anni. E pietrifica i presenti in sala: «Sono qui per ricordarvi le promesse che avete fatto ai vostri figli e nipoti. E per dirvi che non siamo disposti a scendere a compromessi sui livelli minimi di sicurezza che ancora rimangono».

Ormai è una star. È alla testa di scioperi per il clima globale, incontra il Papa a Roma, decide di raggiungere New York in barca a vela per non inquinare e il 23 settembre 2019 si ritrova di nuovo davanti ai Grandi nella sede delle Nazioni Unite. Ancora fuoco e fiamme: «È tutto sbagliato. Io non dovrei essere qui di fronte a voi. Dovrei essere a scuola dall’altra parte dell’oceano. Eppure venite tutti da me per avere speranza? Ma come osate! Voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre vuote parole».

Incontra Barack Obama – striglia pure lui – e si scontra con Donald Trump. Quando l’ex presidente l’attacca, lei risponde: «È così ridicolo. Donald dovrebbe lavorare sul suo problema di gestione della rabbia, e poi andare a vedere un bel film vecchio stile con un amico! Rilassati Donald, rilassati!». Non la ferma più nessuno. Riempie le strade di Madrid con i suoi ragazzi per la Cop25. Continua a twittare anche durante il Covid. Nel settembre 2021 infiamma anche Milano, parlando alla PreCop26: «Vogliamo una giustizia climatica, ora!». dice. Lo ripeterà a Glasgow, dove lascerà sempre più spazio ai giovani venuti dal Global South, come l’amica ugandese Vanessa Nakate. E la giustizia climatica ora atterra sui tavoli negoziali di Sharm el-Sheikh. Greta non c’è, fisicamente, ma state sicuri che si farà ancora sentire. Anche con le treccine ormai sciolte.

8 novembre 2022 (modifica il 8 novembre 2022 | 16:11)

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, 2022-11-08 15:12:00, La diciannovenne svedese che nel 2018 lanciò il movimento globale dei giovani per il clima, non è al summit ma continua a far parlare di sé. E promette: «Non farò politica, troppo tossica», Sara Gandolfi

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