Gruppi WhatsApp e social denigrano loperato dei docenti. Lettera

Gruppi WhatsApp e social denigrano loperato dei docenti. Lettera

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Inviato da Mario Bocola – Bisogna rispettare e far rispettare le regole a tutti i costi. Quanto era bella la scuola di un tempo e sembra che sia passata un’eternità! Danneggiano, spesso l’immagine e il decoro della scuola i social network e i gruppi whatsapp che denigrano l’operato dei docenti.

Molti dirigenti scolastici, infatti, allarmati dalla capillare diffusione di questo malcostume, ossia di un uso indiscriminato dei social. Infatti si è ormai diffuso il malvezzo da parte dei genitori “tecnologici” di creare gruppi su whatsApp per scambiarsi le informazioni e sapere ogni cosa che accade tra le mura scolastiche.

Spesso i messaggi che veicolano sono a volte offensivi verso la classe docente e tendenti a screditare, calunniare, sminuire i docenti, creando antagonismi e dissapori. È costume dei genitori ritrovarsi, dopo aver accompagnato i propri figli intrattenersi nelle adiacenze della scuola per “distruggere”, o meglio annientare le strategie didattico-educative degli insegnanti mettendole continuamente in discussione, invece, di dimostrarsi collaborativi e proficui circa il rapporto scuola-famiglia.

Utilizzare gli strumenti multimediali per calunniare e mettere in dubbio il lavoro e l’operato dei docenti è veramente una cosa vergognosa, perché si finisce in siffatto modo di deprimere il ruolo sociale dei docenti facendo perdere di prestigio all’istituzione scuola.

Gli insegnanti hanno bisogno di riconquistarsi la scala sociale e per permettere che ciò avvenga ha bisogno del supporto della famiglia e non di genitori che, davanti ai cancelli della scuola, vanno quotidianamente spettegolando sulle scelte e iniziative didattiche messe a punto dai docenti per poi andare a giudicare positivamente oppure negativamente.

Le strategie didattiche e la valutazione degli apprendimenti degli alunni non sono prerogativa dei genitori ma dei docenti che svolgono anche il ruolo di educatori, ma attenzione, educatori in quanto chiamati a collaborare con la famiglia e non surrogati dei genitori. Questo sia sempre chiaro perché ci sta sfuggendo di mano questo importante aspetto della vita della scuola.

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