L’educazione alla pace e il cambiamento radicale della forma mentis necessitano, infatti, di un lavoro risolutivo per il quale la scuola è il luogo deputato per eccellenza. In questi mesi, alcune scuole di Palermo hanno partecipato al Presidio di donne per la pace, attraverso la presenza in piazza di docenti con le proprie classi che hanno portato un contributo creativo e di riflessione (letture, musiche e canzoni, azioni teatrali) contro la guerra. Altre scuole hanno proposto attività al loro interno, altre ancora, come l’ITI Volta di Palermo, hanno anche condiviso l’iniziativa del presidio appendendo all’esterno dell’edificio un lenzuolo con le parole “Mai più caduti, martiri ed eroi di guerra. Fuori la guerra dalla storia dell’umanità”.
Educazione alla pace, il cambiamento della forma mentis e il ruolo della scuola
Iniziative come queste sono da sostenere e diffondere in tutte le scuole se crediamo nel ruolo fondamentale che la scuola può e deve svolgere nell’educare alla pace, a partire dalla ricerca costante dell’ascolto reciproco e di soluzioni condivise nella quotidianità delle nostre esistenze, per generare positivi, nuovi atteggiamenti e forme di cultura e convivenza civili liberi dal paradigma della violenza e della rivalità/competizione mortifera. Dopo nove mesi e con il nuovo anno, il Presidio di donne per la pace ha deciso di continuare l’iniziativa pubblica il 24 di ogni mese, nel ricordo dell’invasione russa dello scorso 24 febbraio. In occasione dell’anniversario della guerra, il prossimo 24 Febbraio sarà organizzata una giornata no-stop per la pace cui vi invitiamo a partecipare; si articolerà in tre momenti: un presidio in piazza nella mattina, un’assemblea pubblica nel pomeriggio e, a seguire, un momento musicale con il Palermo Coro Pop di Francesca Martino. Il 24 di ogni mese si organizzerà dunque un momento di incontro nello spazio pubblico, ma sono previste anche altre iniziative. I “Seminari in Biblioteca” della Biblioteca delle donne DIPalermo, per esempio, quest’anno saranno incentrati proprio sul tema della guerra e della pace. Le docenti che fanno parte del Presidio sono inoltre disponibili a partecipare nelle scuole ad attività volte a diffondere, sostenere e rafforzare nelle giovani generazioni la cultura della pace e sono raggiungibili ai seguenti contatti: Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale UDIPALERMO onlus – via Lincoln, 121 – 90133 Palermo – tel. 0916170026 [email protected] Alla profesoressa Mariella Pasinati, presidente della Biblioteca delle Donne e centro di consulenza legale UDIPALERMO, chiediamo come possiamo cambiare e quale ruolo affidare alla scuola.
L’UdA che fa la differenza: “Guerra alla guerra: riflessioni sulla guerra e sulla pace nel pensiero delle donne”
L’unità di apprendimento che si allega è stata elaborata all’interno di un percorso trasversale sviluppato dal c.d.c. di una V del Liceo Artistico Catalano di Palermo con lo scopo di mettere a fuoco uno sguardo sulla guerra attraverso categorie e concettualizzazioni che hanno la loro origine nel pensiero delle donne, in netta discontinuità rispetto al paradigma maschile. È stata sviluppata nell’a.s. 2018-19 dalle docenti di Italiano e Storia, Inglese, Storia dell’arte con una progettazione didattica distinta ma coordinata.
Gli Obiettivi Formativi fissati dall’UdA allegata
A seguire gli Obiettivi Formativi fissati dall’UdA allegata:
- Acquisire consapevolezza e conoscenze sul pensiero e l’agire politico delle donne;
- Acquisire la capacità di leggere criticamente il tema della guerra, in relazione alla differenza sessuale;
- Acquisire la capacità di rivedere criticamente modelli, comportamenti concezioni stereotipate della realtà e della storia;
- Acquisire consapevolezza che la costruzione della pace e la promozione dei diritti umani è compito di ciascuna/o di noi;
- Conoscere e acquisire modalità nonviolente di gestione dei conflitti.
Professoressa Mariella Pasinati, perché insegnare la pace?
«Oggi siamo davanti a un punto di non ritorno, la certezza che la guerra può provocare la distruzione di quel mondo che continuiamo a chiamare civile pone ancor di più come ineludibile il tema della pace e della sua preparazione. Occorre però un cambiamento radicale di sguardo nei confronti della realtà, una vera e propria educazione alla pace, a partire dalla ricerca costante dell’ascolto reciproco e di soluzioni condivise nella quotidianità delle nostre esistenze. La scuola è certamente il luogo privilegiato per generare, partendo dal quotidiano, nuovi atteggiamenti e forme di cultura e convivenza civili liberi dal paradigma della violenza e della rivalità/competizione mortifera».
“Mai più caduti, martiri ed eroi di guerra. Fuori la guerra dalla storia dell’umanità”: uno slogan, un auspicio o la realtà, professoressa Pasinati?
«Il luogo comune è che invocare dialogo e negoziati, chiedere la pace sia ingenuo, utopistico, irrealistico. La realtà invece fa vedere con chiarezza la necessità di tenere fuori la guerra dalla storia, ancor di più oggi che con il pericolo nucleare in campo non ci sarebbe vittoria per nessuno. Al contrario domina il “realismo” di chi governa, caratterizzato dall’assoluta assenza di lungimiranza in ogni campo, dalla gestione dell’attuale guerra in Ucraina alla disattenzione per la crisi climatica».
In poche parole, professoressa Mariella Pasinati, quale futuro per le nuove generazioni?
«Come dicevo prima, occorre un cambiamento di forma mentis. Sarà necessario imparare a comporre i conflitti, ad uscire dalla logica basata sulle categorie oppositive di vincitori e vinti, amico/nemico, superiore/inferiore, e a praticare una cultura basata sulla differenza e sulla capacità di rispettare l’altro/a, di sentirne l’inviolabilità. E per fortuna ci sono già esperienze positive in proposito».