di Orsola Riva
Nella petizione oltre a chiedere l’immediato cessate il fuoco e il ripristino del diritto umanitario internazionale si condannano 75 anni di oppressione storica, disumana e coloniale del popolo palestinese da parte di Israele
Il mondo accademico si divide sulla guerra in Israele e Palestina. La settimana scorsa era toccato all’Universit di Bologna con un appello unilaterale in favore di Gaza in primis firmato da quasi 150 docenti e respinto dal rettore Giovanni Molari in nome del pluralismo delle idee: Non spetta a noi prendere questa o quella posizione. Adesso la spaccatura si fatta nazionale. Quasi quattromila professori e ricercatori universitari di vari atenei di tutto il Paese (su un totale di circa 100 mila docenti fra assunti e precari) hanno sottoscritto un nuovo appello per il cessate il fuoco immediato che condanna i crimini di guerra e il genocidio in corso nella Striscia a seguito delle brutali azioni di Hamas (cos viene definito il massacro di giovani, donne e bambini del 7 ottobre scorso). Di fatto si tratta di una sconfessione della posizione presa dalla Conferenza dei rettori tre settimane fa con la condanna equidistante di ogni forma di guerra e la richiesta agli atenei di esporre una bandiera della pace a lutto sui propri siti.
Mentre la Crui aveva espresso la sua solidariet a tutte le comunit universitarie coinvolte nelle aree di crisi, i docenti firmatari di questa petizione chiedono ai singoli atenei da un lato di garantire il diritto degli studenti a momenti di dibattito in nome della libert di parola, dall’altro di interrompere immediatamente la collaborazione con le universit e i centri di ricerca israeliani fino a quando non sar ripristinato il rispetto del diritto internazionale e umanitario. L’appello si rivolge al ministro degli Esteri Antonio Tajani perch si mobiliti per chiedere insieme alla fine immediata delle operazioni militari anche la fornitura di aiuti i e la protezione delle Nazioni Unite per l’intera popolazione palestinese. I firmatari per non condannano solo i bombardamenti indiscriminati dell’esercito israeliano che hanno fatto 9.000 morti civili di cui 3.760 bambini: una punizione collettiva contro una popolazione inerme e imprigionata. Ma, facendo riferimento a vari report dell’Onu e di diverse organizzazioni umanitarie come Amnesty International e Human Rights Watch, ricostruiscono anche le cause determinanti e antecedenti di questa nuova ondata di violenza riconducendole all’oppressione storica, disumana e coloniale che i palestinesi stanno vivendo da 75 anni. Sotto accusa non solo la politica di occupazione illegale dei territori palestinesi accelerata da Israele negli ultimi vent’anni ma l’intera storia dello Stato d’Israele.
Di tutt’altra natura e tutt’altro tono era stata la mozione per la pace approvata all’unanimit dal Senato accademico dell’Universit di Padova all’inizio della settimana. In essa si condannano fermamente le atrocit commesse da parte dell’organizzazione terroristica Hamas e insieme si esprime preoccupazione e sconcerto per il drammatico evolversi della situazione nella striscia di Gaza dove l’intervento dell’esercito israeliano, colpendo anche obiettivi non militari, sta imponendo alla popolazione palestinese perdite umane e disagi inaccettabili.
10 novembre 2023 (modifica il 10 novembre 2023 | 17:52)
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