Nella prima puntata di “Che Tempo Che Fa” del 15 ottobre, trasmessa su Nove, Liliana Segre ha condiviso un toccante discorso sulla persistente questione Israelo-palestinese e sull’odio razziale e religioso che ancora permea la società. Le sue parole, ricche di riflessione e memoria storica, invitano a un’analisi più profonda della situazione attuale.
Liliana Segre, con la sua narrazione, ha trascinato l’attenzione nazionale verso un passato doloroso, mostrando come le attuali tensioni in Medio Oriente evocano tempi bui. L’auspicio di Segre è quello di un futuro libero da paura, un desiderio che intende tramandare ai suoi discendenti. La sua eredità morale risiede nell’incoraggiare la libertà e la verità, valori che spera saranno coltivati dalle future generazioni.
Segre ha sottolineato l’importanza della commissione contro l’incitamento all’odio, della quale è Presidente. Questa commissione rappresenta un impegno concreto nel combattere le radici dell’intolleranza e promuovere il dialogo. Nonostante le sfide incontrate, l’entusiasmo di Segre nel perseguire questo obiettivo rimane inalterato, dimostrando una resilienza e una dedizione esemplari.
La domanda che Segre pone, “che speranze ci sono per una nonna come me?”, risona con un senso di disperazione ma anche con una sfumatura di speranza. Essa esprime una preoccupazione genuina per le generazioni future, sottolineando la necessità di un cambiamento radicale nell’approccio globale alle questioni di odio e discriminazione. La standing ovation ricevuta a seguito del suo intervento dimostra l’eco profonda delle sue parole.
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