di Irene Soave L’oppositore ed ex ministro: tante persone sono stufe Gli oligarchi? Impossibile che siano loro ad agire. Da 20 anni Putin allontana chiunque non gli sia fedele
«La Russia non taglierà il gas all’Europa. Un quarto del suo Pil viene dall’export di energia. Il ricatto è più sottile: sta anche nel far credere che al suo gas non ci siano alternative». L’economista Vladimir Milov, a Milano ospite del Parlamento europeo, che ha inaugurato con lui una mostra dedicata al Premio Sakharov, di gas si è occupato da viceministro dell’Energia: un incarico del 2002, «che lasciai perché le liberalizzazioni erano impossibili». Dopo, una vita da oppositore: Milov è da anni tra i più stretti consiglieri di Aleksej Navalny. Prima, «sei anni da consulente del governo. Putin era già presidente, ma vegetariano».
Cioè?
«Il suo approccio al potere era meno feroce. Non si immischiava nel governo. Ha iniziato a farlo proprio dal gas, con una frase fatidica: “Non divideremo mai Gazprom”. Quando è salito al potere il petrolio costava poco. Quando ha iniziato ad arrivare vicino ai 50 dollari al barile (oggi l’Ural è sui 95 dollari al barile, 115 per il Brent, ndr) il potere si è ingolosito, e ora potere ed energia sono inseparabili».
L’Ue importa dalla Russia il 40% del gas. Perché Putin non ha ancora annunciato un taglio delle forniture?
«Non si muove così. Preferisce dividervi. Non dirà mai “taglio il gas all’Italia”. La linea è: chi si comporta bene con la Russia avrà il gas, e a buon prezzo. A patto di fare gli interessi russi nel suo Paese, per esempio propalando questa narrativa binaria, “o con Putin o al freddo”. Le aziende energetiche in Europa lo fanno. Quando i governi europei iniziano a chiedersi come arginare Putin, ecco i loro lobbisti: “Attenzione, ci chiude il gas”. La politica, impreparata, li ascolta».
Gli effetti di questa guerra sulle bollette, però, in Europa si sentono.
«La Russia ha ridotto la fornitura di gas all’Europa, limitandosi ai minimi stabiliti per contratto. Questa riduzione ha contribuito alla crisi dei prezzi».
E i governi occidentali potrebbero decidere di non acquistare più energia dalla Russia?
«Si possono mantenere le forniture ai minimi, come questo inverno: non siete mica congelati. O comprare, dalla Russia, solo una parte del gas. Non comprando più Lng (gas naturale liquefatto, ndr), per esempio. Ne importate già poco, ma a loro fa un danno. Ci sono altri venditori. Gli Stati Uniti, l’Australia. Dalla vostra politica dovete pretendere politici più competenti in fatto di energia. O meglio consigliati».
Nord Stream 2 è già in bancarotta. È l’impatto delle sanzioni?
«La Russia ha un nuovo export: metallo per sfasciacarrozze! (ride). Alcune banche non lavorano più con i russi devastando le mediazioni sull’energia. Lo spread tra Ural e Brent è alle stelle».
Una parte dell’élite infatti sembra scontenta. Si pensi alla «ribellione» di alcuni oligarchi. Saranno loro a destituire Putin?
«Quasi impossibile. Da vent’anni allontana chiunque non sia più che innocuo. E sono tutti guardati a vista dai servizi segreti, persino più di noi oppositori. Se si incontrassero anche solo in due, per parlarsi, lui lo saprebbe subito. Ho più speranza nell’opposizione popolare».
La repressione è molto dura.
«Sì ma tante persone sono stufe. L’opposizione si era quasi rassegnata dopo l’arresto di Navalny, È stata rinvigorita dalla guerra. Il supporto al governo è ai minimi storici e ne vedo molti segnali. Gli abbonati al mio canale YouTube e a quello di Navalny sono schizzati alle stelle.
Alle recenti elezioni parlamentari il partito di governo ha avuto la maggioranza.
«Si è visto invece che Russia unita non l’ha più, la maggioranza. Gli osservatori hanno rilevato un livello di brogli senza precedenti. In Russia ci sono circa 96 mila seggi. I risultati in quelli monitorati dagli osservatori sono, in media: 30 per cento di affluenza, e un 30-40% di questi voti a loro. Nei seggi non monitorati: 99% di affluenza, voti tutti a loro. Secondo questo calcolo, senza brogli, Putin avrebbe 200 parlamentari: niente maggioranza».
Come sta Navalny?
«È un coraggioso e sapeva a cosa andava incontro. Ora gli è stata restituita la possibilità di parlare, e invita tutti a manifestare. Ma è comunque nelle mani di Putin, ogni cosa può essergli tolta, in ogni momento possono trasferirlo in un carcere duro».
Le sue condizioni di salute come sono?
«Sta meglio di un anno fa, si è anche abituato alla situazione. Ma gli sono negati controlli medici indipendenti. Chi è sopravvissuto a un avvelenamento da Novichok, come Sergej Skripal e pochissimi altri, ha avuto grandi danni a lungo termine. Siamo preoccupati».
4 marzo 2022 (modifica il 4 marzo 2022 | 22:11)
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, 2022-03-04 21:12:00, L’oppositore ed ex ministro: tante persone sono stufe Gli oligarchi? Impossibile che siano loro ad agire. Da 20 anni Putin allontana chiunque non gli sia fedele, Photo Credit: , Irene Soave
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