Hotel truffa a Rimini, la beffa e le avances su WhatsApp: «Vuole il rimborso? Venga in Irlanda da sola»

Hotel truffa a Rimini, la beffa e le avances su WhatsApp: «Vuole il rimborso? Venga in Irlanda da sola»

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di Alessio Di Sauro

Cinquecento prenotazioni per 40 camere all’hotel Gobbi, il proprietario: «Rivuole i suoi soldi? Sappia che sono in piscina a bere gin tonic». La disperazione della cliente: «In quella vacanza ho investito i risparmi di un anno». I conti offshore e le chat inquietanti

«Buonasera, sono Francesca Motta. Ho sentito delle truffe del vostro hotel. Esigo riavere immediatamente i soldi versati e i danni per la vacanza rovinata».

Dall’account dell’hotel Gobbi di Rimini (il 2 stelle chiuso dalle forze dell’ordine per violazione delle norme antincendio e balzato agli onori delle cronache per il gigantesco overbooking che ha rovinato le ferie a centinaia di turisti, con 500 prenotazioni accettate a fronte di una disponibilità di sole 40 camere), arriva, testuale, la risposta via WhatsApp: «Avrà anche saputo che sono in Irlanda a bere un gin tonic».

«Scusi?».

«Ho una buona e una cattiva notizia. La prima è che la vacanza è salva, la seconda è che meta e compagnia sono diverse. La invito con me in Irlanda a bere piña colada al tramonto, in piscina. Da sola, non porti i suoi figli».

Firmato, Marco. Di chi si tratti, non si sa. Quel che è certo è che lei, Francesca Motta, milanese, in quella vacanza in Riviera aveva investito i risparmi di un anno, 1.080 euro per sette notti.

Le uniche ferie in un anno di lavoro, l’occasione per una boccata d’ossigeno insieme ai due figli adolescenti. «Inizialmente avevo prenotato su Booking — racconta Motta — poi c’è stato un disguido e mi è stato detto di chiamare direttamente l’albergo. Chi mi ha risposto si è presentato come Marco: mi è stato applicato uno sconto e mi sono stati offerti ombrellone e lettini in uno stabilimento balneare convenzionato. L’unica cosa che hanno chiesto è stato il pagamento anticipato. Il prezzo era molto basso, ma mi sono fidata». Poi, la scoperta: «Due giorni fa un amico mi ha detto di accendere il telegiornale. Lì ho capito che l’albergo sarebbe stato chiuso. E sono scoppiata in lacrime».

I turisti coinvolti nella disavventura si sono riuniti in gruppo Facebook di quasi 600 membri. Molti di loro sono milanesi. Roberta Ciampa aveva prenotato otto notti, dal 13 al 21 agosto. Pensione completa, pacchetto all inclusive. Le viene fatto un primo preventivo di 590 euro, poi corretto al rialzo. Versa la caparra, poi viene contattata da una persona che si qualifica come il gestore. Le viene detto che la caparra è persa, se vuole c’è ancora una camera disponibile, ma il prezzo lieviterebbe. Lo stesso cliché ha incastrato Tiziana Figuccio, pavese: acconto intascato e via.

Molti turisti continuano ad arrivare, valigie in mano, ignari dei sigilli. Si sa che i loro soldi sono spariti nel nulla; dove siano è avvolto nella nebbia. I conti correnti su cui venivano bonificati caparre e saldi erano almeno tre: nel primo, italiano, il beneficiario era «Hotel Gobbi – Marco Giordano (il legale rappresentante della società, ndr)». In un altro i versamenti andavano invece intestati ad una 25enne marocchina, che, raccontano i clienti, si occupava anche di gestire prenotazioni e contabilità. Infine un terzo, offshore, in Irlanda: beneficiario, di nuovo, l’hotel Gobbi.

E poi ci sono i messaggi. Detto di quello ricevuto dalla signora Motta, il 2 agosto ne arriva uno poco rassicurante anche al milanese L.G., che preferisce non essere citato con nome e cognome. È piena notte. Il mittente è anonimo, ma il messaggio proviene ancora dall’account dell’hotel Gobbi: nel testo si ammette, in pratica, che il denaro è stato rubato. «Nei giorni precedenti avevo disdetto la prenotazione e chiesto il rimborso — spiega il turista —, ma non ha mai risposto nessuno».

Le prime stime parlano di un buco di 800 mila di euro e di debiti verso i fornitori a quattro zeri. Le denunce, intanto, continuano a piovere. Del caso si sta occupando il procuratore capo di Rimini Elisabetta Meloni.

14 agosto 2022 (modifica il 14 agosto 2022 | 15:29)

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, 2022-08-14 13:29:00, Cinquecento prenotazioni per 40 camere all’hotel Gobbi, il proprietario: «Rivuole i suoi soldi? Sappia che sono in piscina a bere gin tonic». La disperazione della cliente: «In quella vacanza ho investito i risparmi di un anno». I conti offshore e le chat inquietanti, Alessio Di Sauro

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