24 FEBBRAIO – Sono passati 100 giorni dallo scorso 24 febbraio quando le forze armate russe invasero l’Ucraina. Quel giorno iniziava ufficialmente quella che il presidente russo Vladimir Putin definì «speciale operazione militare» per «denazificare» e «demilitarizzare» il Paese. Il presidente invitò l’esercito di Kiev a consegnare le armi e «andare a casa». Se nei primi giorni si parlò “semplicemente” di «invasione russa in Ucraina», la parola «guerra» iniziò a circolare e prendere piede. E le immagini di città rase al suolo, fosse comuni, sforzi diplomatici per trovare un accordo per il cessate il fuoco, famiglie separate e persone in fuga hanno fatto il giro del mondo, per raccontare l’orrore del conflitto e la sofferenza delle vittime. Abbiamo raccolto le immagini più significative di questi 100 giorni (qui il video), selezionate dall’agenzia Afp. In questo primo scatto, Olena Kurilo, un’insegnante di Chuguev, nella regione di Kharkiv. La sua fotografia ha fatto il giro del mondo diventando emblema del conflitto tra Russia e Ucraina e occupando le prime pagine dei giornali, che così hanno raccontato l’invasione di Mosca (Afp/Aris Messinis)
— A cura di Silvia Morosi
24 FEBBRAIO – Fumo nero si alza da un aeroporto militare a Chuguyev, vicino a Kharkiv. Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un’operazione militare con esplosioni udite in tutto il Paese e il suo ministro degli Esteri ha avvertito che era in corso una «invasione su vasta scala» (Afp/Aris Messinis)
26 FEBBRAIO – La Russia il 26 febbraio 2022 ha ordinato alle sue truppe di avanzare in Ucraina «da tutte le direzioni», mentre la capitale ucraina Kiev ha imposto il primo coprifuoco generale. I residenti si sono rifugiati nei sotterranei e l’esercito ha affermato di aver respinto un assalto alla capitale, senza però riuscire a impedire l’ingresso nella città di alcuni «gruppi di sabotaggio» russi (Afp/Daniel Leal)
26 FEBBRAIO – Al terzo giorno di guerra i russi hanno lanciato un’offensiva a tutto campo. Hanno pesantemente bombardato la capitale Kiev, dove è stato attaccato anche il ministero della Difesa, mentre a Kharkiv hanno distrutto nella notte un gasdotto. Nell’immagine, il fumo nero che si alza da un carro armato russo distrutto dalle forze ucraine sul ciglio di una strada nella regione di Lugansk (Afp/Anatolii Stepanov)
26 FEBBRAIO – Una madre guarda il suo bambino dormire alla stazione ferroviaria di Leopoli, nell’Ucraina occidentale (Afp/Daniel Leal)
27 FEBBRAIO – In questa immagine le forze ucraine dopo essersi assicurate il pieno controllo di Kharkiv, in seguito a combattimenti di strada con le truppe russe nella seconda città più grande del Paese, come confermato dal governatore locale (Afp/Sergey Bobok)
27 FEBBRAIO – Da quando è iniziato il conflitto, sono tornate in funzione anche le sirene di allarme che servono ad avvisare la popolazione del pericolo imminente. Chi ha potuto, ha cercato di fuggire. Molti sono andati in stazione e si sono affollati sui treni, altri sono scappati con mezzi propri come mostra quest’immagine scattata al confine tra Medyka e Shehyni, tra l’Ucraina e la Polonia, vicino al villaggio ucraino di Tvirzha, a circa 20 chilometri dal confine (Afp/Daniel Leal)
28 FEBBRAIO – L’esercito russo ha dichiarato il 28 febbraio che i civili ucraini potevano «liberamente» lasciare la capitale Kiev e ha affermato il pieno dominio dei cieli dell’Ucraina, al quinto giorno di guerra (Afp/Dimitar Dilkoff)
28 FEBBRAIO – Alcuni residenti di Sevierodonetsk, nella regione di Lugansk Oblast, si rifugiano nei sotterranei (Afp/Anatolii Stepanov)
1 MARZO – Un uomo mostra un ritratto del cantante britannico John Lennon all’interno del municipio danneggiato di Kharkiv. La piazza centrale della seconda città dell’Ucraina è stata bombardata dalle forze russe, insieme all’edificio dell’amministrazione locale (Afp/Daniel Leal)
3 MARZO – I militari delle forze militari ucraine accendono un fuoco per riscaldarsi nella regione di Luhansk (Afp/Anatolii Stepanov)
3 MARZO – I russi hanno definitivamente preso la città di Kherson. A poche ore dai colloqui che il 3 marzo avrebbero dovuto scattare in Bielorussia, il 2 marzo la Mosca ha messo in tasca la prima grande vittoria militare. Qui una donna tiene in braccio il suo bambino mentre cerca di salire a bordo di un treno gratuito per la Polonia in una stazione ferroviaria a Leopoli, nell’Ucraina occidentale (Afp/Daniel Leal)
4 MARZO – A Leopoli — ma non solo — le esercitazioni militari per i civili cominciano con l’inno nazionale, che apre tutte le sessioni di addestramento. Poi, terminato il brano, si torna alle consuete regole di sicurezza. così come vuole il protocollo. «Dobbiamo tenerci preparati, perché siamo in guerra e perché un civile può trovarsi in qualsiasi momento un’arma tra le mani. Tutti devono essere in grado di saper utilizzare un fucile in sicurezza e in maniera opportuna contro il nemico, senza rischiare che vengano colpite le persone amiche», ha affermato afferma Rostislav Dyakin, che prima della guerra era istruttore di tiro sportivo a Odessa. Da inizio marzo sono più di 3.000 i civili che hanno imparato da Rostislav a usare un fucile. Nella foto una donna impara a usare un fucile d’assalto AK-47 durante un corso di autodifesa per civili organizzato alla periferia di Leopoli (Afp/Daniel Leal)
4 MARZO – Veicoli corazzati russi distrutti nella città di Bucha, a ovest di Kiev. Il 4 marzo il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha votato a larga maggioranza l’apertura un’indagine ufficiale sulle violazioni commesse a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. A questa data più di 1,2 milioni di persone erano fuggite dall’Ucraina nei Paesi vicini (Afp/Aris Messinis)
4 MARZO – Corpi senza vita in mezzo alle strade deserte, case in fiamme, ponti distrutti e veicoli abbandonati a Irpin, la città assediata alla periferia nord-occidentale di Kiev (Afp/Aris Messinis)
5 MARZO – Irpin, alle porte di Kiev, è una città fantasma, teatro di alcuni dei bombardamenti più feroci da quando è iniziata la guerra tra Russia e Ucraina. È qui che è stato ucciso il giornalista americano Brent Renaud. È qui che tre componenti della stessa famiglia – mamma e due figli, con le loro valigie – sono rimasti uccisi, per strada. È qui che il ponte che permetteva ai civili di evacuare è crollato. Cecchini e artiglieria controllano quel passaggio che porta direttamente a Kiev e che tanti — anche bambini e anziani — cercano di superare tra mille difficoltà (Afp/Aris Messinis)
5 MARZO – Una donna siede per terra, vicino al suo cane, mentre intorno a lei molte persone cercano di attraversare il ponte di Irpin distrutto. In una terra straziata dal conflitto, tanti hanno scelto di portare con sé i propri compagni di vita e non abbandonarli (Afp/Aris Messinis)
6 MARZO – Una famiglia su un treno , intenta a lasciare il Paese, saluta dal finestrino un giovane che si trova sul binario della stazione centrale di Odessa. Il 6 marzo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha – infatti – avvertito che le forze russe si stavano preparando a bombardare la storica città portuale sulla costa del Mar Nero (Afp/Bulent Kilic)
7 MARZO – Un padre mette una mano sul finestrino mentre saluta la figlia davanti a un treno di evacuazione alla centrale stazione ferroviaria di Odessa, il porto principale del Paese e città vitale per l’economia (Afp/Bulent Kilic)
7 MARZO – Una donna si riposa dopo aver attraversato un ponte distrutto mentre cerca di fuggire dalla città di Irpin, a nord-ovest di Kiev. L’Ucraina ha respinto l’offerta di Mosca di creare corridoi umanitari da diverse città bombardate lunedì dopo che è emerso che alcune rotte avrebbero condotto i rifugiati in Russia o in Bielorussia. La proposta russa di un passaggio sicuro da Kharkiv, Kiev, Mariupol e Sumy era arrivata dopo che civili ucraini terrorizzati erano stati presi di mira in precedenti tentativi di cessate il fuoco (Afp/Dimitar Dilkoff)
7 MARZO – C’è un’altra foto che ha fatto il giro del mondo e mostra una folla di civili accalcata sotto un ponte distrutto, in attesa di essere evacuata, mentre cerca di fuggire attraversando il fiume Irpin alla periferia di Kiev (Afp/Dimitar Dilkoff)
7 MARZO – Mentre in Ucraina continuano gli scontri armato, le notizie del conflitto iniziano a oltrepassare i confini. Qui un gruppo di pedoni immortalato mentre attraversa una strada davanti a un cartellone pubblicitario con il simbolo «Z» realizzato con i colori del nastro di San Giorgio e un slogan che recita: «Non molliamo il nostro popolo», a sostegno delle forze armate russe, a San Pietroburgo. Il 12esimo giorno dell’invasione russa, il 7 marzo, è proseguito l’assedio assedio russo del principale porto meridionale di Mariupol ed è aumentata la pressione sulla capitale Kiev che, però, rimane sotto il controllo ucraino così come Kharkiv a est (Afp)
8 MARZO – Una donna abbraccia il suo gatto all’interno di un vagone della metropolitana in una stazione della metropolitana usata come rifugio antiaereo a Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, invocando la sfida in tempo di guerra del primo ministro britannico Winston Churchill, ha giurato di «combattere fino alla fine» («Combatteremo fino alla fine, per mare e per terra. Combatteremo nelle foreste, nei campi e nelle strade», le parole dello storico discorso pronunciato da Churchill nel 1940) (Afp/Dimitar Dilkoff)
13 MARZO – Un militare ucraino cerca riparo dietro un passeggino abbandonato nella fretta dalle migliaia di persone che cercano di scappare da Irpin. Sono questi i giorni in cui le forze russe avanzano sempre più vicino a Kiev (Afp/Aris Messinis)
13 MARZO – Vera Tsyghanova, 76 anni, fuma una sigaretta davanti alla sua casa, danneggiata da un bombardamento aereo nella città di Irpin , a nord-ovest di Kiev. Gli attacchi russi hanno distrutto anche un aeroporto nella città di Vasylkiv, a sud della capitale (Afp/Dimitar Dilkoff)
14 MARZO – Nascere sotto le bombe, in uno scantinato. Quando le sirene suonano nella città ucraina di Mykolaiv, teatro di violenti scontri, le donne incinte ricoverate in attesa di dare alla luce i propri figli scendono al seminterrato dell’ospedale e si sistemano sui letti improvvisati. Dall’inizio dell’invasione, quasi la metà delle 49 donne in stato di gravidanza ha dovuto partorire in questo scantinato. Mykolaiv è teatro di violenti scontri, poiché le truppe russe vogliono conquistare questo presidio prima del grande porto di Odessa, 130 chilometri a ovest (Afp/Bulent Kilic)
18 MARZO – Un gruppo di militari ucraini immortalati attraverso la finestra di un edificio mentre trasportano i resti di un missile caduto su una zona residenziale di Kiev. Sono i giorni in cui le truppe di Mosca cercano di circondare la capitale ucraina come parte della loro lenta offensiva (Afp/Aris Messinis)
21 MARZO – «A resistere siamo abituati, non facciamo altro da tutta la vita». Le mani di Luba — scrive il 23 marzo l’inviata Marta Serafini — sono così grandi che sembrano quelle di un gigante. Le rughe solchi così profondi che raccolgono subito le lacrime. Mykolaiv, il cantiere navale degli zar, fondato dal principe Grigorij Aleksandrovič Potëmkin. Mykolaiv, la città operaia, tra i palazzoni sovietici e i docks, nascosti nell’ansa del fiume Bug. Mykolaiv, che è riuscita a respingere l’assalto dello Zar e ora lotta per non diventare martire come Mariupol mentre protegge la regina Odessa. Il 27 marzo anche il palazzo del governo regionale a Mykolaiv sarebbe stato colpito. Qui il cimitero della città, immerso nei fumi dei missili che continuano a cadere (Afp/Bulent Kilic)
26 MARZO – Una coppia osserva, sotto una bandiera ucraina, il fumo scuro e le fiamme che salgono dalle case di Leopoli, colpita da due attacchi missilistici. La città era diventata il rifugio a ovest di molti ucraini che si erano spostati dall’est. E molte ambasciate avevano spostato qui le loro sedi. Tra gli obiettivi delle bombe di Putin anche una raffineria a circa un chilometro e mezzo dal centro della città. Nel pomeriggio del 26 marzo, poi, il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, era partito alla volta di Leopoli con un’ambulanza donata e benedetta da papa Francesco nei giorni scorsi per portare soccorso alla popolazione (Afp/Aleksey Filippov)
21 MARZO – Un uomo con la sua bicicletta cammina tra i detriti fuori dal centro commerciale distrutto a Retroville, quartiere residenziale alle porte di Kiev. Sei le persone rimaste uccise nel bombardamento notturno. La struttura ospitava 250 negozi, 8 sale cinematografiche e un ipermercato. Secondo il ministero della Difesa russo il «mall Retroville» ospitava mezzi di artiglieria ucraini (Afp/Aris Messinis)
26 MARZO – Misha, 5 anni, ha perso la madre alcune settimane fa ed è rimasto ferito in un attacco russo, è aiutato dal nonno a vestirsi nel seminterrato di un ospedale a Mykolaiv (Afp/Bulent Kilic)
27 MARZO – Una donna anziana si trova tra le macerie vicino a un condominio danneggiato a Kharkiv (Afp/Aris Messinis)
29 MARZO – Un militare ucraino si trova vicino a un carro armato russo distrutto nella città nord-orientale di Trostyanets. L’Ucraina ha dichiarato che il 26 marzo le sue forze hanno riconquistato la città vicino al confine russo, una delle prime città a cadere sotto il controllo di Mosca durante la sua invasione (Afp/Fadel Senna)
31 MARZO – Un militare ucraino esce da una trincea, costruita a est di Kharkiv (Afp/Fadel Senna)
31 MARZO – Un soldato ucraino ferito attende le cure in una stanza dell’ospedale militare di Zaporizhzhya (Afp/Emre Caylak)
1 APRILE – Questa immagine aerea mostra veicoli corazzati russi bruciati alla periferia di Kiev (Afp/Ronaldo Schemidt)
2 APRILE – Una donna anziana abbraccia un soldato ucraino a Bucha, a nord-ovest di Kiev. Il sindaco della città ha affermato che «280 persone sono state sepolte in una fossa comune e che la città è disseminata di cadaveri» (Afp/Ronaldo Schemidt)
3 APRILE – Una donna saluta dall’interno di un vagone il marito, prima di lasciare la città orientale di Kramatorsk, nella regione del Donbass. «Si dice che qualcosa di terribile stia arrivando», raccontò in quei giorni all’Afp Svetlana, volontaria impegnata in stazione nell’aiuto delle persone intenzionate a lasciare il Paese (Afp/Fadel Senna)
4 APRILE – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parla alla stampa nella città di Bucha, sobborgo alle porte di Kiev, dove abbandonati, in fila, su un’unica strada, la Yabluska, sono stati trovati i cadaveri di almeno 20 uomini, civili. Alcuni di loro con le mani legate dietro alla schiena con degli stracci e un colpo d’arma da fuoco alla nuca. Il sindaco della cittadina, Anatoly Fedoruk, ha denunciato come le persone ritrovate senza vita siano state trattate dai russi in modo disumano e la presenza di almeno altri 280 corpi in fosse comuni in città. Dopo l’orrore di Bucha, nei giorni seguenti, sono state scoperte altre atrocità in un altro villaggio della regione di Kiev, a Borodyanka. E nella zona di Cernihiv a nord. Mentre a sud continua l’assedio di Mariupol (Afp/Ronaldo Schemidt)
5 APRILE – In fuga da Kramatorsh, uno dei pochi punti dal quale si può lasciare l’Ucraina orientale: solo pochi giorni dopo l’area sarebbe stata colpita da una nuova pesante offensiva russa (Afp/Fadel Sanna)
6 APRILE – Un ciclista passa davanti a un edificio distrutto nella città di Borodianka, a nord-ovest di Kiev. La ritirata dei russi dalla cittadina ucraina si è lasciata alle spalle palazzi sventrati e cumuli di macerie. Qui, a quaranta chilometri dalla capitale, ai bombardamenti e alle sparatorie sono seguiti anche i saccheggi: «I soldati hanno forzato tutti i garage, uno per uno, e la gente dice che avevano le smerigliatrici per far saltare le serrature», hanno riportato alcuni testimoni (Afp/Genya Savilov)
7 APRILE – La fossa comune intorno alla chiesa di Sant’Andrea e di Pyervozvannoho All Saints a Bucha probabilmente era già in costruzione nei primi giorni di marzo. A testimoniarlo sono alcune immagini satellitari riprese lo scorso 10 marzo dalla società Maxar Technologies e riportate anche dalla Bbc. Qui un gruppo di sacerdoti intento a pregare davanti a una fossa, vicino alla chiesa di Sant’Andrea (Afp/Ronaldo Schemidt)
8 APRILE – Una vittima giace sulla piattaforma all’indomani di un attacco missilistico alla stazione ferroviaria di Kramatorsk, nella regione del Donbass. Più di 50 persone sono rimaste uccise e oltre 300 quelle ferite. «L’esercito russo ha colpito la stazione di Kramatorsk», «ha colpito le persone con missili», «persone che stavano aspettando i treni per andare in una zona sicura. Ci sono testimoni, ci sono video». E ancora: «È così che la Russia è arrivata a difendere il Donbass. È così che la Russia è arrivata a proteggere i russofoni?», ha denunciato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky parlando al Parlamento della Finlandia. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha accusato la Russia di «massacro deliberato», mentre la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ha detto di essere «sconvolta dallo spregevole attacco». Secondo il ministero della Difesa russo, l’attacco alla stazione di Kramatorsk è stato — invece — effettuato da una divisione missilistica delle forze ucraine dall’area della città di Dobropillja, 45 km a sud-ovest di Kramatorsk (Afp/Anatolii Stepanov)
8 APRILE – C’è chi si è unito al fronte, chi in mimetica e chi nelle città, facendosi immortalare nella foto di rito tra le macerie dei bombardamenti: la guerra non ha fermato l’amore e la voglia di guardare avanti con oltre 22 mila matrimoni registrati in Ucraina dall’inizio della guerra, 1.800 nella sola città di Kiev. In questa foto una coppia si bacia nel centro di Odessa (Afp/Bulent Kilic)
9 APRILE – Una donna bacia il marito mentre sta per partire su un autobus, un giorno dopo l’attacco missilistico a una stazione ferroviaria di Kramatorsk (Afp/Fadel Senna)
11 APRILE – Alcuni soldati ucraini sparano con fucili d’assalto in una trincea in prima linea nella regione di Lugansk (Afp/Anatolii Stepanov)
12 APRILE – Il 16 marzo il Teatro di Mariupol è stato bombardato con migliaia di persone che avevano trovato rifugio al suo interno, tra cui tanti bambini. Un luogo nel quale viene celebrata la bellezza, un luogo dove trovare pace, scelto non a caso. Qui, un mese dopo, un soldato russo pattuglia l’area dall’interno di quello che rimane del teatro (Afp/Alexander Nemenov)
12 APRILE – Un sacerdote abbraccia la moglie di un uomo ucciso a Gostomel, nell’oblast di Kiev. Anche il sindaco della città, Yuri Illich Prylipko, è morto mentre distribuiva pane e medicine ai malati e confortava i feriti, ha annunciato una nota dell’amministrazione comunale. «Nessuno lo aveva costretto ad affrontare i proiettili nemici. Avrebbe potuto, come centinaia di altri, nascondersi in una cantina. Ma aveva preso la sua decisione», si aggiunge nel comunicato, che ripercorre parte della sua vita e del suo impegno dall’inizio dell’invasione russa. «È morto per la comunità, è morto per Gostomel, è morto da eroe. Memoria eterna e la nostra gratitudine», conclude l’amministrazione (Afp/Fadel Senna)
12 APRILE – Un giovane cammina in una strada di Mariupol, mentre le truppe russe intensificano la campagna per conquistare il porto strategico della città. Questa foto — segnala l’agenzia — è stata scattata durante un viaggio organizzato dall’esercito russo (Afp/Alexander Nemenov)
18 APRILE – Una foto aerea scattata il 18 aprile 2022 mostra le bare sepolte durante una cerimonia funebre organizzata nel cimitero di Bucha (Afp/Yasuyoshi Chiba)
19 APRILE – Un uomo cammina in un cimitero di Irpin: almeno tre le fila di «nuove tombe» realizzate per dare degna sepoltura alle persone rimaste uccise durante i primi giorni del conflitto (Afp/Sergei Supinsky)
20 APRILE – Una coppia cammina davanti a un negozio coperto e protetto da alcuni sacchi di sabbia a Dnipro, la terza città più grande dell’Ucraina, che si trova nel centro del Paese, sul fiume Dnepr. I cittadini rimasti, nel limbo dell’attesa, si preparano alla «resistenza» (Afp/Yasuyoshi Chiba)
22 APRILE – Una donna di 92 anni sfollata si sdraia su una brandina all’interno di una fabbrica a Severodonetsk: la speranza? Che la Croce Rossa ucraina possa evacuarla presto (Afp/Yasuyoshi Chiba)
22 APRILE – Torna la vita nel sobborgo di Kiev liberato dagli ucraini ma emergono altre atrocità. Tania Boikiv, 52 anni, non riesce a muoversi. Davanti a lei un camion frigorifero si prepara a trasportare alcuni dei corpi ritrovati — con diversi segni di tortura — a Bucha, a nord-ovest di Kiev. «Oggi sono venuta qui, e vengo qui già da due settimane, per guardare i corpi e trovare mio marito», ha detto, mentre si prepara a indossare maschera e guanti per cercare il corpo dell’amato «perso nel caos» (Afp/Sergei Supinsky)
27 APRILE – Una donna di 85 anni dorme su una brandina stesa all’interno del bunker nei sotterranei della fabbrica Ostchem a Severodonetsk (Afp/Yasuyoshi Chiba)
28 APRILE – Parenti e amici rendono l’ultimo omaggio al militare ucraino Oleh Skybyk, ucciso durante l’invasione russa dell’Ucraina, a Leopoli (Afp/Yuriy Dyachyshyn)
2 MAGGIO – Un gruppo di soldati ucraini sullo sfondo di uno scatto che mostra Polina (R), 15 anni, e sua cugina Nastya, 16 anni, passeggiare sorridenti con dei fiori tra le mani, destinati alla madre di Polina nel giorno del suo compleanno. Intorno? Si sentono i rumori dei missili cadere su Horodok, città dell’Ucraina occidentale, nell’oblast di Leopoli (Afp/Yasuyoshi Chiba)
5 MAGGIO – Una donna su un balcone pulisce una stanza di quello che rimane del suo appartamento danneggiato dall’esplosione di alcuni missili a Kramatorsk, nell’Ucraina orientale (Afp/Yasuyoshi Chiba)
6 MAGGIO – Una donna si copre le orecchie dal rumore dei colpi di mortaio mentre le persone fanno la fila per riscuotere le pensioni da un furgone delle Poste che è arrivato in prima linea nonostante il conflitto in corso a Mayaky, nell’Ucraina orientale (Afp/Yasuyoshi Chiba)
8 MAGGIO – Mentre sul campo si continua a combattere, le autorità di Kiev hanno annunciato che tutti i civili sono stati evacuati dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, sotto assedio da settimane da parte dell’esercito russo e dentro cui sono trincerate le forze speciali ucraine. «L’ordine del presidente è stato eseguito: tutte le donne, i bambini e gli anziani sono stati evacuati da Azovstal. Questa parte della missione umanitaria a Mariupol è stata completata», ha dichiarato la vicepremier di Kiev, Iryna Vereshchuk. L’evacuazione dei civili si è così conclusa entro la scadenza dei tre giorni di cessate il fuoco dichiarato da Mosca, fissata nel tardo pomeriggio del 7 maggio. In questa foto le persone evacuate da Mariupol arrivano su autobus in un’area di registrazione e di elaborazione degli sfollati interni a Zaporizhzhia (Afp/Dimitar Dilkoff)
10 MAGGIO – L’acciaieria Azovstal a Mariupol è diventata uno dei simboli del conflitto della guerra in Ucraina. Qui hanno trovato riparo centinaia di civili, poi evacuati, ma anche i combattenti di Azov, un reggimento inquadrato nella Guardia Nazionale dell’Ucraina e costituito prevalentemente da volontari appartenenti a movimenti dell’estrema destra ucraina. Per mostrare le condizioni di vita all’interno dell’impianto è stato lo stesso reggimento a diffondere alcune nuove foto sul suo canale Telegram, lanciando un appello: «L’intero mondo civile deve vedere le condizioni in cui si trovano e agiscono i difensori feriti e paralizzati di Mariupol. In condizioni completamente antigieniche, con ferite aperte fasciate con resti di bende non sterili, senza i farmaci necessari e persino il cibo. Invitiamo l’Onu e la Croce Rossa a mostrare la loro umanità e riaffermare i principi di base su cui siete stati creati soccorrendo i feriti che non sono più combattenti». Le immagini — diffuse il 10 maggio — mostrano uomini con arti amputati e ferite sul volto (Afp/Dmytro ‘Orest’ Kozatskyi)
10 MAGGIO – L’acciaieria Azovstal di Mariupol, nel pieno dell’azione militare russa in corso in Ucraina (Afp/Stringer)
11 MAGGIO – Le forze russe hanno ripreso l’assalto all’acciaieria Azovstal, dove centinaia di combattenti continuano a resistere, e parlano di 34 attacchi aerei nelle ultime 24 ore. Secondo Kiev un centinaio di civili sono ancora nello stabilimento. A Izyum sono stati scoperti i corpi di 44 civili sotto le macerie di un edificio di cinque piani distrutto dai russi. L’Oms ha verificato 200 attacchi a strutture sanitarie in Ucraina dall’inizio della guerra. Intanto, anche decine di cadaveri di soldati russi sono stati abbandonati senza sepoltura quando le truppe di Mosca si sono ritirate dalla regioni di Kiev e Kharkiv. Al Jazeera ne ha scoperti diversi ammassati in un vagone refrigerato di un treno nella regione di Kiev. Il capo dell’amministrazione militare di Kharkiv ha raccontato: «Non sono stati nemmeno sepolti, li hanno lasciati nelle discariche. Quando si ritirano, non prendono i corpi dei loro soldati». Qui un gruppo di esperti forensi ucraini esamina il corpo di un soldato russo riesumato nel villaggio di Zavalivka, a ovest di Kiev, in un vagone frigorifero (Afp/Sergei Supinsky)
12 MAGGIO – L’interno di una casa distrutta dai bombardamenti nel villaggio di Pylypchatyne, nell’est dell’Ucraina, attaccato dai russi (Afp/Yasuyoshi Chiba)
13 MAGGIO – Un soldato ucraino all’interno di un palazzetto dello sport di una scuola nel villaggio di Vilkhivka (a circa 32 chilometri dal confine russo nel nordest dell’Ucraina) dove — secondo alcune testimonianze — i soldati russi si erano rifugiati durante l’avanzata delle prime settimane. A fine marzo un contrattacco delle forze di Kiev ha portato alla riconquista di diverse località a est della città di Kharkiv (Afp/Dimitar Dilkoff)
15 MAGGIO – Sasha (L), 4, e sua sorella Ksenia, 8, figli di una famiglia che ha deciso di non evacuare, immortalati in una camera da letto nel rifugio seminterrato a Lysychansk, nell’Ucraina orientale (Afp/ Yasuyoshi Chiba)
17 MAGGIO – Questo screenshot ottenuto da un video distribuito dal ministero della Difesa russo il 17 maggio mostra alcuni soldati ucraini mentre vengono perquisiti da personale militare filo-russo dopo aver lasciato l’acciaieria assediata Azovstal, nella città portuale di Mariupol (Afp)
21 MAGGIO – Una donna piange mentre visita la tomba di Stanislav Hvostov, 22 anni, un militare ucraino ucciso durante l’invasione russa dell’Ucraina,al cimitero di Kharkiv (Afp/Dimitar Dilkoff)
21 MAGGIO – Un gruppo di militari ucraini assiste i loro compagni non lontano dalla prima linea nella regione orientale del Donbass (Afp)
23 MAGGIO – Un mortaio esplode vicino alla strada che porta alla città di Lysychansk, nella regione ucraina orientale del Donbass (Afp/Aris Messinis)
23 MAGGIO – Il sergente russo Vadim Shishimarin, 21 anni, è il primo soldato russo condannato all’ergastolo per crimini di guerra da un tribunale di Kiev.«La corte ha ritenuto che (Vadim) Shishimarin è colpevole e lo condanna all’ergastolo», ha detto il giudice Sergiy Agafonov. Si è dichiarato colpevole di aver ucciso un 62enne nel villaggio di Chupakhivka, nell’oblast di Sumy, durante la ritirata delle truppe russe, il 28 febbraio, sparandogli (Afp/Sergei Supinsky)
28 MAGGIO – Questa fotografia, scattata il 28 maggio 2022, mostra cosa rimane dell’edificio danneggiato della Facoltà di Economia dell’Università Karazin di Kharkiv, una delle più antiche università dell’Europa orientale con i suoi 215 anni di storia. L’ateneo è stato colpito per la prima volta a inizio aprile. Una curiosità? Il professor Mikhail Spodarets ha continuato nelle prime settimane a tenere le sue lezioni nelle cantine dell’edificio. «Ci si sente più al sicuro in cantina e le sirene non distraggono dagli studi», ha detto. Gli studenti hanno continuato — per quanto possibile — a studiare da remoto (Afp/Genya Savilov)
, 2022-06-02 12:26:00, Cento giorni che hanno cambiato il mondo, creando una nuova frattura nel cuore dell’Europa,