I lunghi giochi fatti su Taranto

I lunghi giochi fatti su Taranto

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l’editoriale Mezzogiorno, 22 febbraio 2023 – 10:46 Il ruolo del governo verso il grande evento sportivo del 2026 di Michele Pennetti Come per le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina, la marcia di avvicinamento ai Giochi del Mediterraneo 2026 assegnati a Taranto procede a singhiozzo. Non solo la partita dei finanziamenti a renderla sconnessa. Piuttosto, impensierisce la svalutazione metodologica di un avvenimento che non pu essere derubricato a solo evento agonistico, con il rischio posteriore di vanificare il lavoro triangolare compiuto all’epoca del primo esecutivo di Giuseppe Conte da Regione Puglia (attraverso l’Asset coordinata da Elio Sannicandro), Comune (principalmente nella figura del sindaco Rinaldo Melucci) e Coni (sulla spinta del suo presidente Giovanni Malag). La polemica sui ritardi, a livello locale, gi divampata. La presa di coscienza, a livello centrale, in corso visto che il dossier finito nelle mani dei ministri Raffaele Fitto e Andrea Abodi. Al quadro generale, per, manca la pennellata che innalzi lo status dei Giochi senza relegarli a una semina di impianti sportivi, peraltro utilissimi, o a una ripartizione di medaglie fra atleti di 26 Paesi. Quel tocco pu darlo soltanto il governo. Riaffermando la levatura di Taranto su alcuni piani sensibili: il suo ruolo geopolitico, la sua reattivit a prestarsi per le battaglie a difesa dell’ambiente, il suo immenso patrimonio culturale. In tutti e tre i casi, la storia ad argomentare. Da sempre la citt ha un peso militare (la base navale della Marina) e commerciale (il porto) sul Mediterraneo. Declinarlo sotto il segno della pace e dell’interazione con gli Stati delle altre sponde, proprio mentre in Europa ricorre l’anniversario dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, pu funzionare da complemento – per esempio – alla strategia energetica attuata da Giorgia Meloni con l’accordo sul gas in Algeria. Non fosse sufficiente, i Giochi rappresentano una via di fuga dallo stagno dell’ex Ilva e viaggiano parallelamente alla rotta della riconversione che lo stesso presidente di Acciaierie d’Italia, Franco Bernab, ha annunciato qualche giorno fa con l’accensione dei forni elettrici entro il 2033. Dopo decenni di veleni, morti e inchieste, evidenziare un modello di metamorfosi industriale porta linfa ai contenuti che l’Italia deve srotolare sul tavolo europeo della transizione ecologica. Quanto alla grande bellezza, da promuovere a magnete di turismo globale, la testimonianza pi fedele resta il museo MarTa. Sono carte gi scoperte, che il governo pu giocarsi senza spendere troppa fatica. Basta impiegare i Giochi 2026 come mezzo per un fine: cambiare, in meglio, Taranto e con essa la narrazione che si fa di un pezzo altamente simbolico del Mezzogiorno. 22 febbraio 2023 | 10:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,

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