I sauditi investono in Twitter ma condannano a morte chi lo usa in libertà

I sauditi investono in Twitter ma condannano a morte chi lo usa in libertà

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di Michele Farina

Chiesta la pena capitale per il professor Al-Qarni, che ha confessato di usare i social per esprimere le sue opinioni. La stretta sui social del principe modernizzatore Bin Salman

Da oltre quattro anni c’ un professore di Legge detenuto nelle carceri dell’Arabia Saudita. Il suo nome Awad Al-Qarni e lo vogliono condannare a morte. La sua colpa? Avere un account Twitter, e usare WhatApp per diffondere notizie e opinioni considerate ostili. La beffa? Il fatto che l’accusa venga da un regime cos oscurantista eppure cos lungimirante da investire un sacco di soldi nei social network.

Investimenti e boia

Con una mano i reali sauditi e i loro sodali comprano azioni di Twitter e Facebook. Con l’altra sbattono in galera e tagliano la testa a chi osa usarli in libert, come fanno milioni di persone nel mondo. Il principe Alwaleed bin Talal, per esempio, al secondo posto dopo Elon Musk nella lista dei maggiori investitori di Twitter. E il fondo sovrano saudita, la cassaforte del regno governato di fatto dal principe ereditario Mohammed bin Salman, ha accresciuto recentemente la sua presenza nella propriet di Meta, l’azienda che controlla Facebook e WhatsApp. Sentendosene un po’ padroni, i principi sauditi pensano che anche su quelle piattaforme debbano valere le regole che impongono ai loro sudditi.

Il figlio Nasser

Il professor Al-Qarni non uno sgamato e smanettante nativo digitale. Ha 65 anni, un intellettuale di (blanda) opposizione. Non ha promosso petizioni per la caduta del governo saudita n organizzato attentati. Ma quel che lo rendeva pericoloso, pi che il suo pensiero, era il fatto che avesse un forte seguito sui social, compresi 2 milioni di follower su Twitter. Il figlio Nasser, fuggito l’anno scorso in Gran Bretagna dove ha chiesto asilo politico, ha raccontato al quotidiano The Guardian i dettagli delle accuse mosse al padre.

In attesa della sentenza

I magistrati inquirenti hanno chiesto per lui la pena di morte, e la corte giudicante non ha ancora deciso la sentenza. Tra le prove della sua consapevolezza ci sarebbero alcune ammissioni (si fa per dire) infamanti: il professore avrebbe confessato di usare un account addirittura a suo nome (@awadalqarni), nonch di averlo usato a ogni opportunit per esprimere le sue opinioni. Apriti cielo! Il giurista ha anche ammesso di aver scritto su una chat di Whatsapp, di avere un account su Telegram e di aver partecipato al alcuni video in cui si lodava tra l’altro la Fratellanza Musulmana.

La stretta del principe

Investire massicciamente nei social high-tech serve al regime per darsi una facciata modernizzatrice e accreditarsi come interlocutore aperto al nuovo. A patto che nessuno si permetta di usarli in patria per esprimere le proprie idee. La stretta sui social si fatta pi stringente nell’autunno 2017, con l’avvento al potere del principe ereditario Mohammed Bin Salman. Proprio il periodo in cui stato arrestato anche il professor Al-Qarni. Da allora, gli investimenti sono cresciuti e pure la repressione. L’anno scorso Salma al-Shehab, studentessa a Leeds e madre di due figli, stata condannata a 34 anni in Arabia Saudita per aver seguito e rilanciato i twit di attivisti e dissidenti. Un’altra donna, racconta il Guardian, Noura al-Qahtani, dovr restare 45 anni dietro le sbarre per aver usato Twitter.

E Musk cosa dice?

Adesso il turno del professore di Legge con i suoi 2 milioni di follower, in attesa di sapere se nel suo destino c’ la sciabola del boia o una vita in gattabuia. Chiss, forse anche il padrone di Twitter Elon Musk, che ama discettare su tante nobili questioni, e magari anche il patron di Facebook Mark Zuckerberg con quella faccia da giovane innocente, potrebbero pubblicamente intervenire per condannare il modo in cui i loro co-investitori sauditi trattano chi osa usare Twitter o Whatsapp in Arabia Saudita come fanno altrove i comuni mortali.

15 gennaio 2023 (modifica il 15 gennaio 2023 | 19:19)

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