Kate con la tiara di Diana e i segreti del ricevimento del re:  tartufi, fiori a km zero e 4 mila piatti dorati

Kate con la tiara di Diana e i segreti del ricevimento del re: tartufi, fiori a km zero e 4 mila piatti dorati

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di Enrica Roddolo

Banchetto con tarfufi, funghi e fagiano per il presidente sudafricano Ramaphosa. Primo ricevimento di Carlo e Camilla e debutto dell’assetto del nuovo Royal team del re

Re Carlo e la regina Camilla, i principi del Galles, William e Kate in lungo scintillante con sul capo la tiara che fu di Diana: la Cambridge lover’s knot. Le insegne della Royal Family e la stella di Dame Grand Cross del Royal Victorian Order con la fascia delle occasioni ufficiali. Ai lobi gli stessi orecchini di una settimana fa al Remembrance Sunday, e un bracciale appartenuto alla regina. Con un abito a cappa bianco scintillante di paillettes.

Black tie e tiare, abiti lunghi: Royal blue il colore scelto dalla regina Camilla che ha indossato la tiara di zaffiri sfoggiata da Elisabetta II in onore di Xi jinping nel 2015. E’ il magnifico cerimoniale dei ricevimenti di stato a palazzo. Diamanti e soft power reale. Nella solennità della Ballroom di Buckingham Palace che fu inaugurata con un ballo per festeggiare la fine della guerra di Crimea a metà Ottocento da Vittoria, e dalla regina Elisabetta in poi è il palcoscenico del rito più irresistibile dei Windsor: i ricevimenti ufficiali.

Un ricevimento per 150 invitati in onore del presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. Schierato il nuovo Royal dream team del re (oltre ai principi di Galles, la principessa Anna e il marito Sir Timothy Laurence con i conti di Wessex, Sohpie ha indossato la tiara con acquamarine) . Tutto con lo stile di re Carlo, sovrano green della prima ora. A partire dai fiori: solo foliage e corolle «di casa». Dal giardino di Buckingham Palace e di Windsor, con l’aggiunta del rosso di mele del Kent. Mentre nelle cucine di Buckingham Palace gli chef reali hanno creato dolci a forma di Protea, il fiore nazionale del Sudafrica, protagonista silenzioso sul tavolo reale per il banchetto in onore del presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. Primo ospite ufficiale di Elisabetta II fu re Gustaf VI Adolf con la regina Louise di Svezia nel 1954.

Adagiati sui piatti del Grand Service di Giorgio IV, il Reggente, i fiori di Protea ricreati in zucchero sono un omaggio al Paese di Nelson Mandela. E una foto di Elisabetta II con Mandela leader sudafricano che lottò per la fine dell’apartheid, è stata mostrata da Carlo e Camilla al presidente Ramaphosa assieme al testo originale del celebre discorso tenuto da Elisabetta in Sudafrica quando compì 21 anni. Famoso perché in quell’occasione Elisabetta si dedicò al Paese e al suo dovere di regina per tutta la vita. Esposto nella Picture gallery di Buckingham Palace, fra i tesori delle Royal collections legati ai rapporti con il Sudafrica, anche il gioco di scacchi regalato nel 1996 da Mandela al principe Filippo.

Lucidato per le occasioni ufficiali il Grand Service è un enorme servizio di oltre 4.000 pezzi:piatti in argento dorato commissionati da re Giorgio IV. Inizialmente il principe ordinò piatti per 60.000 sterline ma continuò per tutta la vita a completare la collezione del Grand Service. Per prendersi cura del Grand Service a palazzo c’è una figura specifica, lo Yeoman of the Silver Pantry incaricato di conservare il tesoro in atmosfera controllata e di lucidarlo al meglio in occasione dei banchetti di Stato.

Le circa duemila posate che servono in media per un banchetto ufficiale sono state dispiegate anche per la cena di questa sera in onore di Ramaphosa. Che segue nella forma, nell’impianto, il modello dei ricevimenti a Buckingham Palace di Elisabetta II: quello per Xi Jinping e la moglie Peng Liyuan nel 2015, quelli per Barack e Michelle Obama per esempio.

In tavola Carlo, re amante di una tavola raffinata, anziché il classico agnello prediletto da Elisabetta, ha voluto fagiano di Windsor e filetto di rombo liscio con funghi e tarfufi, il tutto seguito da un parfait alla vaniglia. E al posto del burro per accompagnare il pane, per lui italianissimo olio vergine d’oliva.

In tavola, in occasione della visita degli Obama, Sua Maestà aveva voluto antiche porcellane del 1787, oltre ad alcuni pezzi meno antichi ma comunque splendidi, come i piatti da dessert realizzati nel 1876, per la regina Vittoria. Da notare che, per un’antica tradizione che resiste presso la corte britannica, nonostante la lingua inglese sia da decenni oramai l’idioma internazionale più utilizzato in ambito commerciale e ufficiale, i menù sono scritti in francese.

Ai banchetti reali gli ospiti attendono in piedi che il sovrano faccia il suo ingresso, poi un ingegnoso sistema di luci avvisa camerieri e addetti al servizio dei tempi della cena. Un vero e proprio semaforo, nascosto ai lati del trono e azionato dal Palace Steward, che si accende con una luce ocra per far avanzare i footmen, gli inservienti, con i piatti. E un semaforo verde per dire loro di posarli sul tavolo davanti a ciascun commensale. Il tutto si svolge con una precisione infallibile.

Il re seduto sempre sul lato di tavolo allestito davanti al trono, e come è norma di buona educazione si dedica in modo equo a entrambi i suoi vicini: prima fa conversazione con il commensale alla sua destra (durante la prima portata) e poi con quello alla sua sinistra (mentre arriva in tavola la seconda portata). Alla sua destra lungo la parete è allestito un tavolo di servizio con posate e piatti che serviranno per la cena che si conclude sempre con il Porto, vino immancabile a ogni banchetto dei Windsor. In tutto sei i bicchieri in tavola per ogni commensale. Il caffè è servito in genere nella White Drawing Room o nella Blue Drawing Room, o ancora nella Music Room.

22 novembre 2022 (modifica il 22 novembre 2022 | 22:22)

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, 2022-11-22 21:56:00, Banchetto con tarfufi, funghi e fagiano per il presidente sudafricano Ramaphosa. Primo ricevimento di Carlo e Camilla e debutto dell’assetto del nuovo Royal team del re, Enrica Roddolo

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