I segreti tecnici dei bolidi Toyota che hanno dominato la 24 Ore di Le Mans

I segreti tecnici dei bolidi Toyota che hanno dominato la 24 Ore di Le Mans

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di Daniele Sparisci

La Casa giapponese ha vinto l’ultima edizione della endurance e si prepara per la prossima edizione quando entreranno tanti altri marchi dell’automobile

«Tanti costruttori sono andati via, la Toyota è rimasta fedele e per questo bisogna ringraziarla». Lo ricordava Tom Kristensen, leggenda della 24 Ore di Le Mans (l’ha vinta 9 volte), per spiegare gli sforzi compiuti dal costruttore giapponese nel resistere ad anni di pandemia e difficile congiuntura economica per l’industria dell’automobile.

Sforzi che hanno pagato, la Toyota infatti ha dominato l’ultima edizione con una doppietta, quinto successo consecutivo sul circuito della Sarthe. Un filotto aperto nel 2018 con Fernando Alonso. Stavolta si è imposta la vettura n°8 affidata allo svizzero Sébastien Buemi (anche lui era in equipaggio con l’ex ferrarista 4 anni fa) , al neozelandese Brendon Hartley e al pilota di casa, Ryo Hirakawa. Un successo mai in discussione, con la macchina gemella sul secondo gradino del podio, quella del trio composto da Mike Conway, Kamui Kobayashi e José María López staccata di soltanto 2 minuti. È stato un assolo con le due GR010 Hybrid a lottare per 16 ore, distanziate da un margine ridottissimo, prima che le gerarchie venissero stabilite, con la Glickenhaus a salire sull’ultimo posto libero del podio.

Il trionfo di Le Mans segna un capitolo importante nel percorso del costruttore nipponico, l’edizione 2022 infatti è stata usata anche come banco di prova per le sfide future, a partire dal prossimo anno quando nel campionato endurance — nella classe regina delle Hypercar- entreranno avversari di altissimo livello: Ferrari, Peugeot, Porsche. I giapponesi possono vantare anni di esperienza nel settore della tecnologia ibrida, le corse infatti hanno consentito di accelerare il travaso di soluzioni alle vetture di serie.

La GR010 Hybrid è una piattaforma di idee d’avanguardia: il sistema è ibrido è composto da un propulsore elettrico all’asse anteriore dotato di impianto rigenerante di frenata (da 272 cavalli), il tutto abbinato a motore a benzina V6 di 3.5 litri per una potenza di 680 Cv. Tanto lavoro è stato fatto sull’affidabilità per aumentare la resistenza dei componenti. Perché la 24 Ore non finisce mai, continua nei centri di ricerca.

15 giugno 2022 (modifica il 15 giugno 2022 | 18:29)

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, 2022-06-15 21:10:00, La Casa giapponese ha vinto l’ultima edizione della endurance e si prepara per la prossima edizione quando entreranno tanti altri marchi dell’automobile , Daniele Sparisci

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