I Talebani in Afghanistan chiudono  le scuole secondarie femminili

Sono bastate poche ore per fare dietrofront. In Afghanistan i Talebani hanno ordinato la chiusura delle scuole secondarie femminili (per le ragazze dai 12 ai 19 anni), appena riaperte. Una troupe dell’Afp che stava filmando il rientro alla Zarghona High School di Kabul ha ripreso, ad esempio, il momento in cui l’insegnante è entrata in aula e ha ordinato a tutte le allieve di tornare a casa. Molte di loro hanno reagito scoppiando a piangere perché — come loro stesse hanno raccontato — ancora una volta hanno visto il loro desiderio di «libertà» ed emancipazione «andare in frantumi». Alla fine di febbraio le ragazze avevano ricevuto l’annuncio: sarebbero tornate tra i banchi il primo giorno del nuovo anno nel calendario solare Hijri del Paese, il 23 marzo (qui la recensione el libro di poesie di Parwana Fayyaz, per ridare voce alle donne e alla storia dell’Afghanistan).

«La notizia del passo indietro dei talebani sulla decisione di riaprire le scuole secondarie alle ragazze ci preoccupa moltissimo. Il diritto allo studio è un diritto umano e le ragazze DEVONO poter tornare in classe», ha scritto su Twitter Amnesty Italia, ricordando come all’inizio dell’anno scolastico «potranno frequentare soltanto le bambine delle elementari, fino alla prima media». Un’«ombra scura» sul futuro del Paese e delle donne ha aggiunto Jan Egeland, Segretario Generale dell’organizzazione per i diritti umani Norwegian Refugee Council. L’annuncio del ministero dell’Istruzione segna una marcia indietro rispetto a quanto precedentemente detto dall’esecutivo. «I nostri team sul campo — continua Egeland — ci hanno riferito che, laddove le scuole avrebbero dovuto riaprire, le ragazze erano entusiaste di poter tornare a studiare dopo 8 mesi di stop. Stamattina, invece, sono tornate a scuola solo per essere mandate via. Ci auguriamo che questa preoccupante decisione venga annullata», perché «limitare l’strizione alle donne è devastante per il loro futuro e per quello dell’Afghanistan».

A esprimere la propria preoccupazione anche l’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, manifestando «profonda frustrazione e delusione» per il divieto di andare a scuola imposto dai talebani alle ragazze afghane. «Negare l’istruzione viola i diritti umani di donne e bambine» lasciandole «più esposte a violenza, povertà e sfruttamento».

(Afp/Ahmad Sahel Arman)

23 marzo 2022 (modifica il 23 marzo 2022 | 19:43)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-03-23 19:21:00,

Sono bastate poche ore per fare dietrofront. In Afghanistan i Talebani hanno ordinato la chiusura delle scuole secondarie femminili (per le ragazze dai 12 ai 19 anni), appena riaperte. Una troupe dell’Afp che stava filmando il rientro alla Zarghona High School di Kabul ha ripreso, ad esempio, il momento in cui l’insegnante è entrata in aula e ha ordinato a tutte le allieve di tornare a casa. Molte di loro hanno reagito scoppiando a piangere perché — come loro stesse hanno raccontato — ancora una volta hanno visto il loro desiderio di «libertà» ed emancipazione «andare in frantumi». Alla fine di febbraio le ragazze avevano ricevuto l’annuncio: sarebbero tornate tra i banchi il primo giorno del nuovo anno nel calendario solare Hijri del Paese, il 23 marzo (qui la recensione el libro di poesie di Parwana Fayyaz, per ridare voce alle donne e alla storia dell’Afghanistan).

«La notizia del passo indietro dei talebani sulla decisione di riaprire le scuole secondarie alle ragazze ci preoccupa moltissimo. Il diritto allo studio è un diritto umano e le ragazze DEVONO poter tornare in classe», ha scritto su Twitter Amnesty Italia, ricordando come all’inizio dell’anno scolastico «potranno frequentare soltanto le bambine delle elementari, fino alla prima media». Un’«ombra scura» sul futuro del Paese e delle donne ha aggiunto Jan Egeland, Segretario Generale dell’organizzazione per i diritti umani Norwegian Refugee Council. L’annuncio del ministero dell’Istruzione segna una marcia indietro rispetto a quanto precedentemente detto dall’esecutivo. «I nostri team sul campo — continua Egeland — ci hanno riferito che, laddove le scuole avrebbero dovuto riaprire, le ragazze erano entusiaste di poter tornare a studiare dopo 8 mesi di stop. Stamattina, invece, sono tornate a scuola solo per essere mandate via. Ci auguriamo che questa preoccupante decisione venga annullata», perché «limitare l’strizione alle donne è devastante per il loro futuro e per quello dell’Afghanistan».

A esprimere la propria preoccupazione anche l’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, manifestando «profonda frustrazione e delusione» per il divieto di andare a scuola imposto dai talebani alle ragazze afghane. «Negare l’istruzione viola i diritti umani di donne e bambine» lasciandole «più esposte a violenza, povertà e sfruttamento».

(Afp/Ahmad Sahel Arman)

23 marzo 2022 (modifica il 23 marzo 2022 | 19:43)

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, Silvia Morosi

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