45 docenti del liceo Da Vinci di Trento, in una lettera aperta scrivono:
“Con la presente lettera vogliamo attirare l’attenzione, anche al di fuori del mondo della scuola, su un disagio sempre più palpabile nelle nostre aule, sia tra docenti che tra discenti dell’”ultimo miglio” della scuola superiore: la Spada di Damocle dei TOLC!”.
“TOLC è l’acronimo di TestOnline CISIA = test per chi vuole accedere ad un corso di laurea che richiede una valutazione delle competenze iniziali prima dell’immatricolazione, erogato su piattaforma informatizzata e composto da quesiti selezionati automaticamente e casualmente da un database e rivolti a studenti del penultimo e/o ultimo anno del ciclo scolastico secondario”.
In altre parole, TOLC (Test Online CISIA) è il test d’accesso all’università sviluppato da CISIA e utilizzato dalle università consorziate per: valutare le conoscenze minime richieste per l’accesso al corso di laurea; orientare, chi partecipa al test, nella scelta del percorso universitario più adatto.
I TOLC sono test individuali, di norma diversi per ciascun partecipante, composti da quesiti selezionati automaticamente e casualmente dal database CISIA.
Esistono diverse tipologie di TOLC. Tutti i TOLC della stessa tipologia hanno una difficoltà analoga o comunque paragonabile. Il TOLC può essere utilizzato anche come test di selezione per i corsi di laurea ad accesso programmatico. In base al risultato conseguito nel TOLC, le università possono indicare agli studenti quali corsi integrativi seguire e attribuire degli OFA (Obblighi Formativi Aggiuntivi) da colmare, oppure stabilire delle propedeuticità all’interno degli esami curriculari. Questo tipo di Informazioni sono indicate sul bando di ammissione del corso di laurea, disponibile sul sito dell’università.
“Si avverte -continuano a scrivere i prof- un fermento tra gli studenti che sono tutti presi dal giusto bisogno di operare le future scelte universitarie, ma che, oltre ad un naturale livello di ansia e disOrientAmento, subiscono una sempre maggiore pressione psicologica e prestazionale esercitata da questo sistema.
“Ogni ateneo offre i propri TOLC per selezionare e stilare le proprie graduatorie con tempistiche proprie e ovviamente differenziate, secondo date a volte stabilite, a volte non ancora, per cui lo studente deve “tenersi aggiornato” incollato al PC per non farsele scappare. Lo studente infatti può partecipare al TOLC di sedi diverse e ripetutamente, e in teoria questo sistema darebbe a tutti la possibilità di mettersi alla prova più e più volte, per non essere escluso dalle graduatorie.
Ma noi che dalla “base” guardiamo verso queste altezze ci chiediamo: che senso ha tutto ciò? Nella fattispecie: che senso ha:
1. costringere gli studenti interessati ad una formazione universitaria a formarsi per questi TOLC in autonomia, su conoscenze e competenze di un certo livello che spetterebbe allo stesso ambito universitario fornire,
2. sottrarre così agli studenti stessi energie, tempo e concentrazione che spetterebbero di diritto ancora ad una fase di formazione scolastica,
3. costringere i docenti, che si ritrovano in classi a volte dimezzate (e non in un solo giro, ma a rotazione!) a rimodulare le loro tempistiche e le loro modalità di insegnamento, a modificare la propria programmazione didattica, a cambiare le date e le tipologie delle verifiche precedentemente concordate, facendo slalom tra i vari appuntamenti scelti dai loro studenti per i TOLC?
Tutto ciò avviene in un periodo strategico e delicato anche da un punto di vista formativo ed emotivo per gli studenti, dedicato alla conclusione del ciclo di studi con l’Esame finale di Stato; agli studenti, immersi in una realtà già di per sé piena di stimoli e spesso frammentata e di difficile gestione, si richiede un ulteriore, oneroso sforzo. Una volta gli studenti festeggiavano, con un po’ di spensieratezza, lo scoccare dei cento giorni che li separavano dall’esame “di maturità”. Oggi quella scadenza è completamente assorbita dall’ansia pervasiva dei Tolc, che vengono oggettivamente a svilire la portata dello stesso Esame di Stato, privato di una naturale “precedenza” rispetto all’accesso universitario. La valutazione avviene a tutti gli effetti innaturalmente e paradossalmente prima che si concluda il ciclo scolastico, prevalendo su di esso e garantendo, a prescindere dal voto dell’Esame, una posizione di accesso accademico.
Insomma: un test “fuori luogo” e “fuori tempo” su cui ci si interroga nello stesso mondo accademico. Ma al di là del fatto che siano utili o meno, bisogna interrogarsi sul loro costo umano, psicologico e culturale.
Vale la pena riportare qui le parole di Emma Ruzzon, rappresentante degli studenti dell’Università di Padova, all’inaugurazione dell’anno accademico: «Siamo stanchi di piangere i nostri coetanei», ha detto; serve il coraggio di mettere in discussione l’intero sistema meritocentrico e competitivo».
La scuola si sta interrogando da tempo su queste tematiche. Forse è arrivato il momento che anche il mondo dell’università si ponga qualche domanda.
Noi docenti del Liceo scientifico Da Vinci di trento abbiamo avuto un’interessante occasione di confronto col Prof. Alberto Montresor, ordinario di Informatica e delegato del rettore ai rapporti con le scuole, che “coraggiosamente” ha offerto la sua disponibilità a rispondere al fuoco di fila delle domande poste da una cinquantina di docenti sulla questione.
Benché il dialogo sia stato fruttuoso, la nostra impressione è stata che da parte del mondo universitario prevalgano ragioni meramente organizzative e non vengano presi in sufficiente considerazione le ricadute didattico-formative di questo sistema, che pertanto vorremmo venisse gradualmente superato.
Come docenti riteniamo quindi che un’alternativa valida ai TOLC possa essere uno sbarramento alla fine del primo anno degli studi universitari, anche per consentire a tutti gli studenti di mettersi alla prova rispetto alla strada scelta.
Pur rendendoci conto che rivedere il sistema e adeguare strutture e spazi richiederà qualche anno, chiediamo che almeno nel frattempo i TOLC non interferiscano con il calendario e la progettualità delle attività didattiche nonché col diritto allo studio.
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