A parere del direttore del Servizio Analisi Criminale, che fa capo alla Direzione centrale della Polizia criminale, parlando a margine della presentazione del report ‘Criminalità minorile in Italia 2010-2022’, i trapper “sono simboli negativi” in quanto “veicolano un messaggio di un successo effimero e immediato magari raggiunto proprio con la commissione di crimini”.
Per il direttore dei Servizi di Analisi Criminale si tratta di comportamenti che “possono essere emulati da menti che non hanno sviluppato ancora capacità critica”, mentre invece la priorità dev’essere sempre e ovunque quella di “proporre messaggi positivi”.
Uno dei punto critici è proprio la presa che hanno i trapper sui ragazzini. Al di là di ogni moralismo, l’età dei fan è quella dei ragazzini di 11-12 anni, cui vengono proposti modelli improntati al consumismo e al disimpegno.
Secondo l’esperto infatti, in Italia negli ultimi cinque anni “abbiamo registrato un aumento delle gang giovanili”, confermato dal report presentato lo scorso anno e da quello dei dati aggiornati al 2023.
Dunque la criminalità minorile sarebbe “una delle preoccupazioni sociali del nostro Paese e occorre lavorare di squadra in maniera interdisciplinare” e allora bisogna educare alla legalità che risulta un “tema centrale” che “richiede un grande sforzo e congiunto da parte di tutti. Un lavoro di squadra, con il coinvolgimento di tutti gli attori sul territorio”.
Per il capo della Criminalpol, l’obiettivo del report è “mettere tutti gli attori nelle condizioni di rendere sempre piu’ performante l’azione di prevenzione e contrasto”, cercando di superate le criticità e “dando anche la possibilità di poter recuperare a chi ha sbagliato”.
Prioritario è coinvolgere le famiglie e le scuole, due istituti chiamati ad avere un ruolo fondamentale.
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