di Chiara Amati
Quella dei calciatori professionisti è un’attività agonistica che richiede ore e ore di allenamento. E un’alimentazione «day by day» tagliata su misura. Ma non è solo mangiando correttamente, in base alle proprie caratteristiche fisiche ed esigenze, che si costruisce un fisico scolpito. Per avere la prestanza di questi super campioni serve molto di più. E poi non basta come spiega, qui, la nutrizionista
Muscoli a vista in ogni parte del corpo, spalmati su fisici scolpiti che rasentano la perfezione. Con masse grasse, al ribasso inarrivabili. Leggasi per pochi, anzi pochissimi, non per tutti. Perché per ottenere risultati scultorei bisogna (anche) lavorare sodo. Ore e ore di allenamento giornaliero ed è soltanto la punta dell’iceberg.
Poi c’è un universo sommerso di cure e attenzioni che fa la differenza. Come dire: se volete emulare Zlatan Ibrahimovic lasciate perdere. A meno che non siate agonisti iper controllati nel quotidiano, «quel fisico non lo otterrete mai».
A dirlo è Monica Germani, dietista e nutrizionista, ideatrice del metodo META — acronimo che sta per Medical Education (for) Transformative Action e che ha come obiettivo la trasformazione psico-fisica totale del paziente attraverso una esperienza personalizzata di rieducazione comportamentale, fisica ed estetica — che lascia poco spazio alle illusioni: «Leggiamo di diete di sportivi, per lo più calciatori di serie A, che sono molto bene studiate. Ma per avere i fisici, comunque differenti tra loro perché esiste una componente genetica, di Ibrahimovic, Dybala, Vlahovic e Lukaku, tra i più quotati attaccanti del campionato di calcio, serve altro da un semplice menu quotidiano vario e bilanciato. Che d’altro canto resta un ottimo punto di partenza. Non lasciamoci però attrarre dalla prospettiva di raggiungere masse grasse ridotte al lumicino: l’8 per cento per Ibrahimovic, il 7 per cento per Cristiano Ronaldo. No, non fa per le donne — dall’età dello sviluppo alla menopausa — che, per continuare a produrre ormoni sessuali e restare fertili, devono avere almeno il 13 per cento di massa grassa. E non fa per gli uomini che praticano sì sport, ma a livello amatoriale».
A questo proposito ricordiamo che l’agonismo è un estremo perché spinge oltre le capacità del corpo umano. «Chi lo pratica — continua Germani — è iper controllato: dal punto di vista della composizione corporea, dell’idratazione, della circolazione cardiaca e della capacità polmonare».
Un’attenzione medica doverosa quando ci si allena dalle 4 alle 6 ore al giorno, a diverse intensità, sempre regolate in base alle caratteristiche fisiologiche del professionista e al suo stato di forma. E quando tra una seduta di allenamento e l’altra intercorrono meno di 24 ore, il tempo necessario a recuperare. «Come nel caso dei calciatori di serie A, ma non soltanto, che per riprendersi hanno bisogno di opportune integrazioni, oltre che di una idratazione ritagliata su misura, così da evitare che il fisico vada in loop. Un motivo in più per non lasciarsi attrarre dai loro regimi alimentari. Su tutti quello realmente chetogenico, che sfrutta cioè il principio della lipolisi. E che, in genere, viene utilizzato in fase di preparazione atletica».
Mangiare bene è importante. Altrettanto importante è seguire diete concordate con lo specialista che suggerirà un piano alimentare in base a sesso, età, stile di vita ed eventuali patologie. Opportune specifiche a parte, ecco che cosa mangiano i quattro attaccanti più quotati del prossimo campionato di calcio.
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30 luglio 2022 | 06:58(©) RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-08-01 05:10:00, Quella dei calciatori professionisti è un’attività agonistica che richiede ore e ore di allenamento. E un’alimentazione «day by day» tagliata su misura. Ma non è solo mangiando correttamente, in base alle proprie caratteristiche fisiche ed esigenze, che si costruisce un fisico scolpito. Per avere la prestanza di questi super campioni serve molto di più. E poi non basta come spiega, qui, la nutrizionista, Chiara Amati