Lidea sulla Rai dopo il festival:convincere Fuortes a lasciare

Lidea sulla Rai dopo il festival:convincere Fuortes a lasciare

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di Antonella Baccaro

Pressing sull’amministratore delegato in vista di un ricambio dei vertici

Il Festival di Sanremo 2023 va in archivio con gli ultimi dati Auditel, quelli degli ascolti registrati durante la lettura del messaggio del premier ucraino Volodymyr Zelensky, letto dal conduttore Amadeus. La Rai li ha potuti comunicare solo ieri, sottolineando che i quattro minuti della lettera hanno segnato uno dei picchi di share pi alti della puntata finale, l’86%, con 6 milioni 946 mila telespettatori, superato solo dalla proclamazione del vincitore. Un dato, quello dello share, forse scontato, visto che a quell’ora la controprogrammazione era ormai inesistente. Mentre il numero dei telespettatori risulta basso se confrontato con i picchi superiori ai 15 milioni registrati durante la serata.

Ma se i riflettori della manifestazione si sono spenti, nel giorno della vittoria del centrodestra alle regionali di Lombardia e Lazio, il ventilato ricambio dei vertici Rai rimasto all’ordine del giorno. Sul punto intervenuto l’ex ministro Andrea Orlando (Pd) che ha proposto di lasciar perdere e cambiare invece la Rai: Nei prossimi giorni — ha detto — presenter una proposta di legge che riguarda, come avevamo gi fatto nella scorsa legislatura, una riforma della governance. Un’idea che collima con quella espressa anche dal leader del M5S, Giuseppe Conte. Le posizioni dei due partiti per nel consiglio di amministrazione divergono: il Pd appoggia ancora l’amministratore delegato Carlo Fuortes, a differenza dei grillini.

All’interno della maggioranza ci si comincia a interrogare su come agevolare il ricambio. La premier Meloni sarebbe orientata a convincere Fuortes a lasciare, per questo ricominciato il pressing sull’ad, cui per andr offerta un’adeguata alternativa, che al momento non si vede. Per ora il manager appare fermo sulle proprie posizioni: a viale Mazzini si dice che il voto in cda sul nuovo piano industriale, sul quale potrebbe essere messo in minoranza, potrebbe essere fatto slittare a fine aprile. Gi, ma a quale prezzo per l’azienda? quanto si chiedono Usigrai (sindacato giornalisti) e AdRai (sindacato dirigenti) che hanno protestato contro l’ad ancor prima che il Festival iniziasse. Si possono rimandare tutti i dossier importanti fino ad aprile? Si dice che Meloni potrebbe anche concedere all’ad di chiudere il bilancio 2022 prima di congedarsi. Ma che resti oltre viene escluso. Ci sono ipotesi intermedie, come la sostituzione dell’ad con un manager interno, fino a scadenza del mandato (2024), affiancato da un direttore generale. Che potrebbe essere Giampaolo Rossi, il quale potrebbe in questo modo, dopo un anno da dg, approdare alla guida dell’azienda con un consiglio di amministrazione nuovo. Si parla di modello Campo dall’Orto, mutuato cio dal cursus seguito dall’ex ad della Rai nominato da Matteo Renzi. Diventerebbe inutile, a questo punto, il ricorso alla norma ad personam per cancellare il tetto dei due mandati che altrimenti graverebbe su Rossi, gi membro di un precedente cda Rai.

Intanto nella maggioranza risuona ancora l’eco delle parole di Silvio Berlusconi che ha detto di non voler cambiare i vertici Rai. Nella stessa Forza Italia c’ chi giura che stato mal interpretato, chi sostiene che il Cavaliere voleva sottrarsi all’accusa di censura politica. E chi adombra che alla fine l’asse tra Fuortes e Gianni Letta regge ancora.

14 febbraio 2023 (modifica il 14 febbraio 2023 | 08:41)

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