Identità di genere nei programmi scolastici, lEuropa vota sì. Costarelli: Trattare il tema con delicatezza. Alfieri: No alle derive ideologiche

Identità di genere nei programmi scolastici, lEuropa vota sì. Costarelli: Trattare il tema con delicatezza. Alfieri: No alle derive ideologiche

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Il Parlamento europeo ha esortato l’Unione europea a ratificare la Convenzione di Istanbul per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne, in seguito a un parere della Corte di Giustizia del 2021.

Con 469 voti a favore, 104 contrari e 55 astensioni, gli europarlamentari hanno adottato una relazione che descrive la Convenzione di Istanbul come un “strumento fondamentale per eliminare la violenza di genere, inclusa quella domestica”.

Nonostante sei anni dalla firma della Convenzione, l’UE non l’ha ancora ratificata a causa del rifiuto di alcuni Stati membri. Tuttavia, la Corte di Giustizia dell’UE ha sottolineato che l’UE può ratificare la Convenzione di Istanbul senza il consenso di tutti gli Stati membri. Gli eurodeputati hanno ribadito che l’adesione dell’UE alla Convenzione non esenta gli Stati membri dalla ratifica e hanno esortato i sei Paesi rimanenti (Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia) a ratificare la Convenzione senza ulteriore ritardo.

Costarelli: “Massima attenzione a trattare il tema con delicatezza, con rispetto e senza derive ideologiche”

Secondo Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Lazio, in un’intervista all’Adnkronos, l’approvazione della risoluzione del Parlamento europeo che introduce il concetto di identità di genere nei programmi scolastici è in linea con un tema di grande importanza attuale. Questo argomento rientra nella formazione dell’individuo e più in generale nell’educazione all’affettività, che si basa sulla percezione di sé e degli altri.

Costarelli sottolinea la necessità di affrontare il tema con delicatezza e rispetto, senza ideologie o strumentalizzazioni. È importante che gli insegnanti siano formati adeguatamente e che lavorino in stretta collaborazione con le famiglie per garantire la fiducia nella scuola. Al contrario, nascondere questi temi potrebbe portare i giovani ad acquisire conoscenze inaffidabili e pericolose da fonti non attendibili.

La risoluzione approvata dal Parlamento europeo  ha sollevato preoccupazione da parte di Suor Anna Monia Alfieri, “Non posso accettare che la scuola venga usata come strumento di ideologie imposte”, ha dichiarato all’Adnkronos.

Suor Anna Monia Alfieri sostiene l’importanza della libertà educativa, che dovrebbe permettere ai genitori di scegliere la scuola più in linea con i loro valori. “In quanto religiosa, mi batto per la libertà – afferma – poiché ho dedicato la mia vita a un Dio che ha fatto della libertà il cuore della storia dell’uomo”. La sua posizione è che non sia accettabile trasmettere ai bambini concetti che non rispettano i principi educativi dei loro genitori.

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