Il caldo estremo di questi mesi potrebbe influire sul mal di testa?

di Maria Clara Tonini

Molti studi hanno evidenziato che i soggetti emicranici sono suscettibili ai cambiamenti associati al riscaldamento globale

Le alte temperature di questi ultimi mesi possono peggiorare il mal di testa?

Risponde Maria Clara Tonini, responsabile Centro cefalee, Clinica San Carlo, Paderno Dugnano, Milano (VAI AL FORUM)

Il cambiamento climatico causato dal costante riscaldamento globale ha condotto a temperature elevate con ondate di calore ed eventi atmosferici estremi, impattando negativamente sulla salute. Basti pensare che il corpo umano non è «progettato» per affrontare per troppo tempo temperature superiori a 37°, perché non riesce a mettere in atto meccanismi protettivi. Si innesca così una cascata di eventi negativi sulla omeostasi corporea che scatenano il processo patologico, per esempio gli attacchi di emicrania . Non solo. Il cambiamento climatico è causa di inquinamento atmosferico per l’aumento di particolato fine di anidride carbonica e altri gas serra e ciò determina una maggiore vulnerabilità all’insorgenza di malattie cardiovascolari e polmonari.

Fattore scatenante

Negli ultimi due decenni numerosi studi hanno evidenziato anche un’associazione con alcune malattie neurologiche tra cui l’emicrania, sottolineando come i soggetti emicranici siano «suscettibili alle variabili del riscaldamento globale», con una maggiore frequenza di attacchi severi. Uno studio, importante per la numerosità del campione (7.054 soggetti), ha valutato come le alte temperature aumentino del 7,5% il rischio di manifestare forte cefalea per ogni aumento di 5° nei soggetti emicranici. In un altro lavoro sono stati intervistati bambini e adolescenti con emicrania: il 70% ha dichiarato che il clima caldo è un fattore scatenante per gli attacchi. Vi è una forte evidenza che l’inquinamento atmosferico aumenti transitoriamente il rischio di mal di testa, in particolare nelle ore notturne (tra le 4 e le 8).

Temperatura e umidità

A questo proposito, un recente studio condotto su una popolazione pediatrica-adolescenziale ha evidenziato l’insorgenza di cefalee notturne in relazione all’aumento di inquinanti atmosferici, in particolare nelle stagioni calde, e al cambiamento di alcuni parametri meteorologici, quali la temperatura, la pressione atmosferica, l’umidità e la velocità del vento. Le probabilità di insorgenza di emicrania, e altre forme di cefalea, sono collegate ai cambiamenti della pressione barometrica e a valori elevati di umidità nella stagione calda. Bisogna considerare che le alte temperature e percentuali di umidità determinano una dispersione di calore attraverso la sudorazione, che può accelerare l’alterazione del bilancio idrico con conseguente disidratazione, fattori «trigger» (scatenanti) di cefalea per squilibrio elettrolitico. Basti pensare a quella particolare forma di «cefalea benigna da sforzo prolungato» che si può verificare in particolari ambienti caldo-umidi, come nelle palestre, avvalorando la stretta relazione tra mal di testa e temperatura ambiente/umidità elevate.

I consigli pratici

È stato ipotizzato che i cambiamenti di specifici parametri metereologici determinino un aumento dell’eccitabilità dei neuroni trigeminali, innescando un attacco emicranico; così come una particolare predisposizione genetica può essere la causa di una maggiore suscettibilità alle variazioni meteorologiche in chi soffre di emicrania. In un mondo che si sta surriscaldando, l’intervento più importante è mantenere l’equilibrio termico (termoregolazione) e l’acclimatazione, mediante comportamenti adattativi, per far fronte allo stress termico. Ecco i consigli pratici: regolare l’attività quotidiana (minore sforzo fisico nelle ore di maggior calore), usare un abbigliamento adatto, esporsi meno possibile al caldo trasferendosi in ambienti più freschi e climatizzati e soprattutto idratarsi abbondantemente con bevande idro-saline e acqua.

4 settembre 2022 (modifica il 4 settembre 2022 | 15:26)

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, 2022-09-04 13:27:00, Molti studi hanno evidenziato che i soggetti emicranici sono suscettibili ai cambiamenti associati al riscaldamento globale, Maria Clara Tonini

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