Il Sud Italia è fermo. Anzi, arretra sempre più rispetto ai territori del Centro-Nord: ci sono aree territoriali, come in Calabria, dove i cittadini non hanno opportunità. Ora, per ridurre il gap servono soluzioni estreme. A costo di sottoscrivere un “Contratto per la Calabria“. A proporlo è il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra: intervenuto a Lamezia Terme al congresso regionale del sindacato Confederale, Sbarra ha detto che “il Covid ha aggravato drammaticamente le condizioni economiche e sociali del Mezzogiorno, ed in particolare della Calabria, che delle debolezze meridionali è una sorta di ‘distillato’ di occasioni perdute”.
Il sindacalista sostiene che “sarebbe un errore storico sprecare nei prossimi due anni la grande opportunità del Pnrr e delle ingenti risorse europee e nazionali che abbiamo a disposizione”: a Scuola, Università e Ricerca sono destinati circa 35 miliardi in cinque anni.
Per gestire queste cifre ingenti, continua Sbarra, “siamo chiamati tutti ad un’assunzione di responsabilità”: guai, sembra volere dire il rappresentante Cisl, a sprecare quel “tesoretto”.
“Non ci saranno prove d’appello per nessuno: Governo nazionale e regionale, enti locali, imprese, sindacati, banche, società civile”.
Per questo bisogna scrollarsi di dosso il modus operandi degli ultimi decenni. “In Calabria, così come in tutto il Mezzogiorno, occorre un radicale cambio di passo ed una rivoluzione culturale, morale e sociale. Lavoro, sanità, infrastrutture, politiche industriali, povertà, legalità: non c’è voce che non trovi in questa regione le ferite più profonde”.
Secondo Sbarra, “proprio la Calabria può rappresentare l’occasione irripetibile ed il fronte avanzato del riscatto del Sud e della ripartenza del Paese, il luogo emblematico su cui orientare strategie di crescita, di integrazione, di coesione attraverso un ‘Contratto per la Calabria’”.
“Un grande accordo che intercetti un pezzo importante del Pnrr, assicuri il rispetto trasparente dell’assegnazione del 40% delle risorse, il buon utilizzo di ogni euro, rimetta in moto gli investimenti sulle reti di protezione, gli ecosistemi produttivi, le politiche sociali e occupazionali, le strategie industriali”.
Entrando nel dettaglio, il segretario Cisl è convinto che “vanno riscattate le aree interne, rilanciate portualità e reti viarie ed avviato un grande piano per il risanamento idrogeologico. E poi bisogna sbloccare le assunzioni pubbliche, stabilizzare il precariato storico (nella scuola vi sono diverse decine di migliaia con oltre tra anni di servizio ndr), in particolare nella sanità, ammodernare scuole e pubbliche amministrazioni“.
“Per garantire questa svolta, occorre rafforzare gli strumenti e gli organici per combattere ogni forma di criminalità e malaffare”.
Anche il sindacato dovrà “fare la sua parte denunciando le attività illecite e collaborando strettamente con le istituzioni e la magistratura. Sviluppo, lavoro e legalità devono camminare insieme, sono le facce di una stessa medaglia. Non c’è un prima ed un dopo”, ha concluso Sbarra.
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