“Non mi è piaciuta mai così tanto la scuola”.
“Questa esperienza è stata unica e veramente molto divertente. Abbiamo imparato moltissime cose nuove, abbiamo fatto un trailer e abbiamo programmato dei robot! È stato unico…”
“E’ un progetto molto innovativo ed è molto carino, perché si sperimenta un metodo innovativo diverso”.
“In questi due giorni mi sono divertito tantissimo. La prima applicazione (iMovie) era stupenda! Dovevamo creare un trailer fantastico. Mi sono divertito moltissimo. Oggi abbiamo “ripassato” storia sapendo di più di Ottone I. È stato super bello”.
Sono alcuni dei commenti degli studenti dell’IC Posatora Piano Archi alla fine della prima settimana di attività nell’ambito del progetto #Podestiforfuture di trasformazione digitale e metodologica dell’Istituto.
Il progetto nasce dalla volontà di intervenire sulla complessa realtà anconetana, crocevia di 38 nazionalità differenti e con 1.14 alunni con disabilità per classe, rimettendo al centro gli studenti e rispondendo ai loro bisogni specifici. Una scuola che opera all’interno di un contesto socio-economico deprivato, che rende impegnativo e delicato il lavoro degli insegnanti, molto più di tante altre realtà scolastiche. Docenti che affrontano con serietà e impegno il loro difficile compito, così come il personale non docente dell’Istituto, anch’esso molto vicino agli alunni.
Il digitale e la didattica laboratoriale costituiscono i validi alleati di questo intervento formativo e i mezzi privilegiati per valorizzare le diversità che popolano l’istituto e garantire l’inclusione, contrastando così la dispersione scolastica e favorendo l’orientamento.
Molto soddisfatta la preside dell’IC Posatora Piano Archi Stefania Tarini: “Abbiamo visto il cambiamento tangibile di alcuni ragazzi che in contesti tradizionali non partecipano alle lezioni e che invece in questo caso hanno collaborato attivamente e con entusiasmo”.
Il progetto mira a trasformare l’Istituto in un “laboratorio di innovazione”, basato su una didattica individualizzata e flessibile e sulla personalizzazione dei piani di studio.
Si punterà, anche a fronte delle sollecitazioni di DAD e DDI, sulla scelta della didattica digitale, con un rinnovamento dell’offerta formativa negli spazi, nei modi e nei tempi; sulla sperimentazione di pratiche di eccellenza per favorire il successo formativo e l’inclusione scolastica; sulla promozione di modalità di apprendimento non stereotipate ma dinamiche e coinvolgenti, particolarmente adatte al bacino di utenza dell’Istituto e a favorire il contrasto alla povertà educativa.
Ma “non è l’iPad, non è lo strumento che fa la differenza – spiega Stefania Strignano, preside dell’Ungaretti di Melzo – la differenza la fa l’approccio didattico dell’insegnante: lo studente al centro e l’attività quotidiana nasce anche dalle domande degli studenti. Soprattutto in una scuola come le Podesti, dove la presenza di alunni stranieri e con bisogni educativi speciali è molto rilevante, credo che non si possa non scegliere la metodologia della didattica laboratoriale. Solo così si motivano gli studenti e si lavora per un loro successo formativo”.
Il progetto è una dimostrazione di contaminazione positiva tra scuole statali, favorito e accompagnato da un ente accreditato come Tuttoscuola, ripetibile con il coinvolgimento di tante altre scuole ricche di esperienze qualificate e di tanti altri soggetti qualificati: un modello di cooperazione dentro il sistema di istruzione e di collaborazione pubblico-privato che potrebbe tornare molto utile per diffondere l’innovazione. Chissà se ai piani alti di viale Trastevere ci stanno pensando…
Per approfondimenti:
Con iMovie gli studenti dell’istituto Podesti di Ancona non si accorgono dell’intervallo
#PODESTIFORFUTURE: alla scoperta della scuola-laboratorio di innovazione di Ancona
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, , Pubblicato da Orazio Niceforo
“Non mi è piaciuta mai così tanto la scuola”. “Questa esperienza è stata unica e veramente molto divertente. Abbiamo imparato moltissime cose nuove, abbiamo fatto un trailer e abbiamo programmato dei robot! È stato unico…” “E’ un progetto molto innovativo ed è molto carino, perché si sperimenta un metodo innovativo diverso”. “In questi due giorni mi sono […]
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