Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato dopo aver sciolto le Camere, e aver accolto le dimissioni di Mario Draghi: «Elezioni entro 70 giorni. Il momento che attraversiamo non consente pause» su inflazione, Pnrr, pandemia e guerra in Ucraina ROMA — Un discorso asciutto, breve, ma che è anche una bussola per i prossimi mesi, prima delle elezioni e per il programma del governo che verrà. Pochi minuti prima delle 18, dopo aver sciolto le Camere, ricevuto i presidenti di Camera e Senato, aver ringraziato «Draghi e i suoi ministri per l’impegno profuso in questi diciotto mesi», Sergio Mattarella parla agli italiani, ai cittadini delle fasce più deboli, alle famiglie, alle imprese e tratteggia con un tono deciso, privo di fronzoli, come di solito sono le sue comunicazioni, le urgenze, gli obiettivi e la cornice entro la quale il nostro Paese si deve muovere nonostante la crisi dell’esecutivo: sono «tempi, quelli che attraversiamo – è uno dei messaggi – che non consentono pause». Il capo dello Stato pronuncia parole che sino a qualche settimana fa non aveva previsto e che volentieri avrebbe fatto a meno di pronunciare. Ma il ruolo che ricopre gli impone il dovere della concretezza, l’assenza di valutazioni legate al merito della crisi. E dunque c’è soprattutto da indicare un elenco di priorità, immediate e di medio periodo: cita il Piano di ripresa europeo, la sua «attuazione» e soprattutto «i tempi previsti», che all’erogazione dei finanziamenti sono agganciati; accenna alla crisi della pandemia, che non è finita; mette in testa alle urgenze da affrontare l’inflazione, gli effetti che la guerra «della Russia contro l’Ucraina» ha determinato. Sono almeno tre emergenze che nessun partito, nessuna coalizione futura, e nemmeno il governo in carica per il disbrigo degli affari correnti, che «dispone comunque di strumenti per intervenire», potranno esimersi dall’affrontare. Il presidente della Repubblica fa un breve riepilogo della crisi: ho sciolto le Camere, sottolinea, perché «vengano indette elezioni entro il termine di settanta giorni», come da Costituzione. Poco più tardi il Consiglio dei ministri fisserà la data del ritorno al voto il 25 settembre (prima riunione delle nuove Camere il 13 ottobre) pochissimi giorni prima della scadenza del limite costituzionale. Campagna elettorale veloce, in piena estate: sia Draghi che Mattarella hanno convenuto sull’urgenza di dare al Paese, prima possibile, un nuovo governo nella pienezza dei suoi poteri. Il tono delle parole, la scelta del messaggio, suggeriscono quello che tutti sanno: in cuor suo il capo dello Stato non avrebbe voluto, lui stesso fra le righe lascia intendere che ha lavorato perché una crisi in piena estate, con enormi problemi economici e geopolitici, sarebbe stata da evitare, anche perché «lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se come in questo periodo, davanti alle Camere vi sono molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del nostro Paese. Ma la situazione politica ha condotto a questa decisione». Ed è stata una decisione «inevitabile», frutto del voto in Senato che «ha reso evidente il venire meno del sostegno parlamentare a questo governo». Non per questo il Paese resta senza bussola, o senza un governo capace comunque di intervenire: «È noto che il governo, con lo scioglimento delle Camere e la convocazione di nuove elezioni, incontra limitazioni nella sua attività. Dispone comunque di strumenti per intervenire sulle esigenze presenti e su quelle che si presenteranno nei mesi che intercorrono tra la decisione di oggi e l’insediamento del nuovo governo che sarà determinato dal voto degli elettori». Occorrerà, prima e dopo il voto, continuare a «contrastare gli effetti della crisi economica e sociale e, in particolare, dell’aumento dell’inflazione che, causata soprattutto dal costo dell’energia e dei prodotti alimentari, comporta pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese». Occorrerà adottare «interventi indispensabili per fare fronte alle difficoltà economiche e alle loro ricadute sociali, soprattutto per quanto riguarda i nostri concittadini in condizioni più deboli. Indispensabili per contenere gli effetti della guerra della Russia contro l’Ucraina sul piano della sicurezza dell’Europa e del nostro Paese. Indispensabili per la sempre più necessaria collaborazione a livello europeo e internazionale». Le conclusioni sono un appello, un invito alle forze politiche a considerare come strategici, non di parte, gli obiettivi principali che il Paese ha davanti a sé: «Per queste ragioni mi auguro che – pur nell’intensa, e a volte acuta, dialettica della campagna elettorale – vi sia, da parte di tutti, un contributo costruttivo, riguardo agli aspetti che ho indicato; nell’interesse superiore dell’Italia». 21 luglio 2022 (modifica il 21 luglio 2022 | 22:15) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-21 20:15:00, Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato dopo aver sciolto le Camere, e aver accolto le dimissioni di Mario Draghi: «Elezioni entro 70 giorni. Il momento che attraversiamo non consente pause» su inflazione, Pnrr, pandemia e guerra in Ucraina, Marco Galluzzo