Il dizionario della guerra in Ucraina: dalla «A» di Azov alla «Z» di Zelensky

Il dizionario della guerra in Ucraina: dalla «A» di Azov alla «Z» di Zelensky

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di Paolo Valentino

Un mini dizionario per orientarsi nel conflitto che insanguina l’Europa. Dal Donbass alla Crimea, dalla Finlandizzazione al ruolo di Xi Jinping: protagonisti e parole chiave per capire la guerra

A come Azov

A come Azov. Battaglione Azov, unità militare nazionalista ucraina inizialmente formata da un gruppo neonazista. Riconosciuta dal governo, è diventata punta di lancia della resistenza contro i russi. Il suo attuale capo, Denis Prokopenko, ha preso le distanze dal filone nazista degli inizi. Mare di Azov: enclave del Mar Nero, su cui si affaccia Mariupol, di cui i russi vorrebbero assumere il controllo esclusivo.

B come Biden

Presidente degli Stati Uniti, 79 anni, veterano della Guerra Fredda. Ha ripreso la leadership dell’Occidente contro l’invasione russa. Celebre gaffeur con tendenza incontrollata all’anarchia verbale. La sua esperienza internazionale ne fa l’avversario più temibile che Putin poteva trovarsi di fronte.

C come Crimea

Penisola sul Mar Nero e pomo della discordia all’origine della crisi. Krusciov nel 1954 la regalò all’Ucraina, allora parte dell’Urss. Putin l’ha occupata e riannessa nel 2014 in nome della sua storica appartenenza alla Russia: anche Tolstoj combatté nell’assedio di Sebastopoli nel 1854-55. Ma il referendum in cui il 95% dei votanti ha votato per l’annessione, è stato considerato illegale da Onu e comunità internazionale.

D come Donbass

Regione orientale dell’Ucraina a maggioranza russofona. Parte del suo territorio è controllato dai separatisti filorussi, che nel 2014 si sono ribellati a Kiev proclamando le Repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk. Il loro status finale è una delle chiavi per risolvere la crisi.

E come Europa

E come Europa. In genere, nelle crisi internazionali, l’Unione europea non c’è. Ma questa volta ha battuto un colpo, rendendosi conto di quanto ingenuo e pericoloso sia stato affidarsi soprattutto alle forniture energetiche russe. La crisi ucraina è il suo esame di maturità.

F come Finlandizzazione

Lo status di neutralità della Finlandia, che dopo la Seconda Guerra Mondiale mantenne l’esercito ma non entrò nella Nato, né si assoggettò all’URSS, con cui ebbe rapporti di buon vicinato. È considerato un modello possibile per l’Ucraina. L’aggressività di Putin ha riaperto nel Paese un dibattitto sull’adesione all’Alleanza Atlantica.

G come Gas

L’arma più efficace di cui ha finora disposto Vladimir Putin, che grazie ai proventi del gas si è assicurato consenso all’interno e proiezione strategica all’esterno. Il gas è stato l’”upgrading” permanente di cui ha usufruito il leader del Cremlino nei suoi 22 anni al potere. Ma di poco gas si può anche soccombere. I come Informazione. La guerra è anche guerra d’informazione. Gli ucraini la stanno vincendo, giocando anche sporco quando serve. Putin, probabilmente accorgendosi di non poter competere, è ricorso al suo schema di default: l’ha abolita.

K come Kiev

Capitale dell’Ucraina ma anche culla della Rus, prima che diventasse Moscovia. Città sacra nella mitologia russo-ortodossa, considerata madre di tutte le città russe e Gerusalemme dell’Est. Dal 1991 è il simbolo della nuova Ucraina indipendente. Putin era convinto di catturarla in pochi giorni. Non lo farà e come la volpe della favola ora dice: nondum matura est.

L come Lavrov

Sergeij Viktorovich, 72 anni, ministro degli Esteri russo dal 2004 e fedele esecutore della volontà di Putin, ribattezzato Mr. Nyet come il celebre predecessore sovietico, Andreij Gromyko. Poliglotta, poeta nel tempo libero, Lavrov è uno degli sconfitti della partita: le sue cautele sull’azione militare sono state ignorate dallo Zar. Ma come l’eterno Tayllerand, è’ pronto a tornare in campo nel negoziato.

M come Mariupol

Città strategica dell’Ucraina sud-orientale, che si affaccia sul Mar d’Azov. Tradizionalmente russofona, controllata dagli ucraini, era sulla linea di contatto con i separatisti del Donbass tracciata dagli accordi Minsk. Putin la considera un obiettivo strategico, ma un mese di feroci bombardamenti russi non l’hanno ancora piegata.

N come Neutralità

La cosiddetta “garanzia di sicurezza” che Putin vorrebbe dall’Ucraina. Significa la rinuncia a entrare nella Nato e a possedere armi nucleari. Zelensky ha aperto su questo punto ma a condizione che Kiev mantenga un esercito, la neutralità sia garantita da Paesi terzi e gli ucraini l’accettino in un referendum.

O come Odessa

Primo porto del Paese, città martire della Seconda Guerra Mondiale liberata dall’Armata Rossa, multietnica per definizione. Nel 2014, dopo l’annessione della Crimea, fu teatro di sanguinosi scontri tra i sostenitori di Euromaidan e i filorussi. La sua conquista era uno degli obiettivi primari di Putin. Ma Odessa resiste.

P come Putin

Vladimir Vladimirovich, 70 anni, presidente della Federazione russa, che domina con pugno di ferro. Si è dato la missione di restituire alla Russia lo status di potenza mondiale e riunificare il Russkij Mir, il mondo russo, sotto l’egemonia dell’aquila. Ma ha scatenato una guerra di aggressione che si accorge di non poter vincere. Sta giocando la partita della vita, non solo metaforicamente.

Q come Qatar

Monarchia autoritaria del Golfo, in queste settimane meta preferita di leader occidentali in cerca di contratti petroliferi con cui sostituire il gas russo. Simboleggia tutti i Paesi che si avvantaggeranno dalla crisi.

R come Rifugiati

Almeno 10 milioni di ucraini sono stati costretti a lasciare le loro case e città. Quattro milioni già arrivati nell’Unione europea. È il più grande esodo di massa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ma questa volta, l’Europa ha riscoperto il valore dell’accoglienza.

S come Shoigu

Sergeij Kuzugetovich, 67 anni, generale e ministro della Difesa russo dal 2012. Shoigu è considerato parte del cerchio magico di Putin, che tuttavia è molto insoddisfatto della campagna militare e gli avrebbe presentato il conto. Sparito per molti giorni, si è detto a causa di un infarto, Shoigu è riapparso di recente. È considerato comunque intoccabile.

T come Treno

Mito letterario russo e arma segreta non-segreta della crisi. In treno hanno viaggiato molti reparti dell’esercito russo provenienti dalla Siberia. In treno arrivano gli aiuti militari dell’Occidente all’Ucraina. In treno viaggiano migliaia di rifugiati in fuga dalle città bombardate.

U come Ucraina

Repubblica indipendente nata nel 1991 dalla dissoluzione dell’Urss, 42 milioni di abitanti e un territorio due volte più grande dell’Italia. La sua collocazione internazionale è stata oggetto di controversie tra Mosca e l’Occidente sin dalla fondazione. La resistenza all’invasione dice chiaramente che l’Ucraina vuole stare in Europa.

V come Varsavia

Capitale della Polonia, lo Stato dell’Ue che più sta sostenendo la causa ucraina. Varsavia guida il gruppo di chi chiede una no-fly zone e accoglie più rifugiati ucraini di tutti. Progresso notevole: solo due mesi fa il governo polacco teneva al gelo della foresta bielorussa poche migliaia di siriani.

X come Xi Jinping

Presidente della Cina, spettatore imbarazzato della crisi, con il cuore in Russia e il portafoglio a Occidente. L’alleanza di Pechino con Mosca è “indistruttibile”, ma il mercato di riferimento per la Superpotenza cinese è in Europa. Vorrebbe aiutare Putin, per indebolire gli Usa, ma teme di pagare un prezzo troppo alto.

Z come Zelensky

Volodymyr, presidente dell’Ucraina, ex attore comico che nel bunker di Kiev ha trovato statura politica e qualità di condottiero, rivelando anche grandi risorse retoriche e comunicative. Ogni tanto va fuori misura, come alla Knesset citando a sproposito l’Olocausto, ma le sue sferzate all’Occidente resteranno.

30 marzo 2022 (modifica il 30 marzo 2022 | 14:46)

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, 2022-03-30 12:27:00, Un mini dizionario per orientarsi nel conflitto che insanguina l’Europa. Dal Donbass alla Crimea, dalla Finlandizzazione al ruolo di Xi Jinping: protagonisti e parole chiave per capire la guerra , Paolo Valentino

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