Il grande West tra nostalgia e mito nel classico di Leone

di Maurizio Porro

Domani sera Rai 3 propone uno dei film che ha fatto la storia del western italiano

Questi immortali 167 minuti di «C’era una volta il West», scolpiti nel tempo epico del grande schermo, apparecchiano un sabato sera perfetto per i fans del western rivisto con l’occhio della nostalgia, della memoria, del mito e per i molti amici di Sergio Leone, di cui siamo orfani da 33 anni, grande tra i registi italiani che spesso ci si dimentica di citare ma cui non si può non voler bene perché ci trasmette la sua passione cinefila targata America. E grandissimi i film finali: questo, un soggetto scritto nel 1968 da Dario Argento e Bernardo Bertolucci, che racconta uno stereotipo del genere, la ferrovia in costruzione per la nuova città, per la prima volta inserendo una donna tra i protagonisti (la Cardinale); e l’altro, ancor più ambizioso, per cui ci vollero 12 anni prima del ciak, «C’era una volta in America».

I fatti: Ferzetti vuole, vedendo l’affare, il terreno di proprietà di una ex prostituta e assolda un killer per ucciderla (Henry Fonda con i suoi occhi azzurri, i più buoni di Hollywood), ma arrivano i nostri e si riconoscono il misterioso Armonica (Charles Bronson) e il bandito cheyenne Jason Robards. Caduti i miti, arrivano i comuni mortali pieni di vizi e arroganza, parabola quasi brechtiana. Ecco un cast di all star per la vetta del western italiano che sfogliava i ricordi di Hawks e di Ford, nella cui Monument Valley alcune scene sono state girate. Tra poco a Venezia Classic un documentario di Zippel omaggerà Leone e nella lista degli interventi ci sono Spielberg, Tornatore, De Niro, Eastwood, Tarantino, che fu il più influenzato da Leone, oltre Morricone che anche in questo film è invisibile protagonista sonoro. Nell’ombra l’epica di un genere che è storia, l’elogio della pausa, l’attesa, il silenzio, come dimostra il lungo prologo muto: Fellini diceva che Leone costruiva i suoi film con la pazienza metodica di chi riesce a chiudere la nave nella bottiglia.

19 agosto 2022 (modifica il 19 agosto 2022 | 22:25)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-08-19 20:50:00,

di Maurizio Porro

Domani sera Rai 3 propone uno dei film che ha fatto la storia del western italiano

Questi immortali 167 minuti di «C’era una volta il West», scolpiti nel tempo epico del grande schermo, apparecchiano un sabato sera perfetto per i fans del western rivisto con l’occhio della nostalgia, della memoria, del mito e per i molti amici di Sergio Leone, di cui siamo orfani da 33 anni, grande tra i registi italiani che spesso ci si dimentica di citare ma cui non si può non voler bene perché ci trasmette la sua passione cinefila targata America. E grandissimi i film finali: questo, un soggetto scritto nel 1968 da Dario Argento e Bernardo Bertolucci, che racconta uno stereotipo del genere, la ferrovia in costruzione per la nuova città, per la prima volta inserendo una donna tra i protagonisti (la Cardinale); e l’altro, ancor più ambizioso, per cui ci vollero 12 anni prima del ciak, «C’era una volta in America».

I fatti: Ferzetti vuole, vedendo l’affare, il terreno di proprietà di una ex prostituta e assolda un killer per ucciderla (Henry Fonda con i suoi occhi azzurri, i più buoni di Hollywood), ma arrivano i nostri e si riconoscono il misterioso Armonica (Charles Bronson) e il bandito cheyenne Jason Robards. Caduti i miti, arrivano i comuni mortali pieni di vizi e arroganza, parabola quasi brechtiana. Ecco un cast di all star per la vetta del western italiano che sfogliava i ricordi di Hawks e di Ford, nella cui Monument Valley alcune scene sono state girate. Tra poco a Venezia Classic un documentario di Zippel omaggerà Leone e nella lista degli interventi ci sono Spielberg, Tornatore, De Niro, Eastwood, Tarantino, che fu il più influenzato da Leone, oltre Morricone che anche in questo film è invisibile protagonista sonoro. Nell’ombra l’epica di un genere che è storia, l’elogio della pausa, l’attesa, il silenzio, come dimostra il lungo prologo muto: Fellini diceva che Leone costruiva i suoi film con la pazienza metodica di chi riesce a chiudere la nave nella bottiglia.

19 agosto 2022 (modifica il 19 agosto 2022 | 22:25)

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Pietro Guerra

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