Il leader «sentimentale»  e il pasticcio del nastro rosso indossato dalle parlamentari dem  Il racconto dall’aula

Il leader «sentimentale»  e il pasticcio del nastro rosso indossato dalle parlamentari dem Il racconto dall’aula

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di Monica Guerzoni

Il presidente ucraino in videocollegamento: «Siamo profondamente grati all’Italia. La solidarietà mostrata verso il nostro popolo è enorme»

Ore 12.14

Le parlamentari del Pd erano arrivate a Montecitorio con un fiocco nastrino o laccetto rosso al braccio per testimoniare il loro dolore per le donne ucraine stuprate o uccise. Ma prima di entrare in Aula tutte le donne dem lo hanno tolto. Perché? «Non volevamo essere male interpretate o fornire pretesti alle polemiche», spiega la capogruppo Deborah Serracchiani, di fronte a chi temeva che il nastro rosso potesse avere un riferimento con i colori della propaganda russa.

Ore 11.46

Zelensky deve aver fiutato l’arietta filorussa che soffia qua e là tra i banchi del Parlamento italiano e si è tenuto basso, evitando riferimenti storici a rischio polemica e chiudendo in fretta la seduta con un fulmineo cenno della mano.

Ore 11.33

Nel complesso uno Zelensky «sentimentale», un po’ sotto tono. Il premier ucraino non ha fatto l’atteso riferimento alla Resistenza italiana al nazifascismo.

Ore 11.32

Draghi finisce e Zelensky sparisce.

Ore 11.31

Applauso quando Draghi dice che alla violenza di Putin si deve rispondere anche con le armi.

Ore 11.30

Zelensky in camicia verde militare immobile a braccia conserte ascolta Draghi con minuscoli cenni del capo: «Davanti alla Russia che ci voleva divisi siamo rimasti uniti come Ue e Alleanza atlantica. In Italia abbiamo congelato beni per 800 milioni di euro agli oligarchi… Vogliamo disegnare un percorso di maggiore vicinanza dell’Ucraina all’Europa. L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione europea». Brusii dai banchi della destra.

Ore 11.26

Davanti all’inciviltà l’Italia non intende girarsi dall’altra parte. Ecco il titolo di Draghi.

Ore 11.25

«L’Ucraina difende oggi la nostra pace, la nostra libertà, la nostra sicurezza, l’Italia vi è profondamente grata», legge Draghi con il tono delle occasioni storiche.

Ore 11.24

Draghi ammirato dalla resistenza eroica di Mariupol (secondo applauso per il premier).

Ore 11.23

La maggioranza applaude Draghi che ringrazia Z per la sua «straordinaria testimonianza».

Ore 11.22

Zelensky ha finito, ora si alzano tutti, anche Salvini e Meloni. I giornalisti annotano: applausi tiepidi dai banchi M5S.

Ore 11.20

Z soffia sul cuore degli italiani: «So cosa significano i figli per voi, cosa significa la vita per voi»…

Ore 11.19

Non dovete assolutamente fare eccezioni, le sanzioni vanno imposte a tutte le banche russe, ammonisce Zelensky e sogna la ricostruzione dell’Ucraina, «insieme all’Unione europea».

Ore 11.18

Zelensky ora parla al Popolo italiano: «Voi conoscete bene gli ucraini, un popolo che non vuole la guerra, come non la volete voi».

Ore 11.16

Zelensky evoca la grande fame che uccide il suo popolo.

Ore 11.15

L’Ucraina è il cancello attraverso il quale la Russia vuole entrare in Europa, avverte Zelensky.

Ore 11.14

Zelensky paragona uccisioni stupri saccheggi e deportazioni russe a quelli del nazismo.

Ore 11.13

Draghi ascolta Z e ripassa i tre pilastri del suo discorso: il sostegno all’Ucraina, il grazie agli italiani per la generosità e l’elogio al «Parlamento unito». O quasi.

Ore 11.12

79 i bambini uccisi, «ricordate quel numero», aveva detto Zelensky a Firenze. Ma oggi quel numero è purtroppo molto, molto più grande: 117 bambini uccisi.

Ore 11.10

Tocca a Zelensky: «Oggi ho parlato con Papa Francesco»

Ore 11.09

Maria Elisabetta Casellati (in bianco), voce emozionata, esprime ammirazione profonda e partecipazione al dolore del popolo ucraino: «L’Italia ha aperto le porte e il cuore…».

Ore 11.07

Roberto Fico esprime il sostegno di tutto il Parlamento e di tutto il popolo italiano.

Ore 11.06

Entra Draghi e appare Zelensky, lungo applauso dell’aula, in piedi ma non tutti.

Ore 11.04

Salvini, che ha ordinato ai leghisti di entrare compatti, arriva con Rixi e Molteni. Giorgetti non c’è, è in missione a Maranello.

Ore 11.03

Julia Unterberger di Sudtiroler Volkspartei entra in aula vestita da bandiera dell’Ucraina in giallo e azzurro.

Ore 11.00

Alternativa (non) c’è.

Ore 10.35

Ecco Osvaldo Napoli, fresco di passaggio da Forza Italia ad Azione di Calenda. Invitare Zelensky a collegarsi con Montecitorio è stata una sua idea. Lo propose il primo marzo dopo il discorso di Draghi alla Camera. “Osvaldo, ci hai bruciati sul tempo!”, ci rimase male la capogruppo del Pd, Deborah Serracchiani.

Ore 10.30

Per la prima volta nella storia italiana il leader di un Paese (in guerra) parla alle Camere riunite. Prima di Zelensky erano stati ascoltati dal Parlamento italiano solo re Juan Carlos di Spagna, che nel 1998 si rivolse nella nostra lingua a Berlusconi, Agnelli, Bertinotti, Cossiga, Cossutta, Sgarbi e via elencando e poi, nel 2002, Giovanni Paolo II.

22 marzo 2022 (modifica il 22 marzo 2022 | 12:43)

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, 2022-03-22 11:37:00, Il presidente ucraino in videocollegamento: «Siamo profondamente grati all’Italia. La solidarietà mostrata verso il nostro popolo è enorme» , Monica Guerzoni

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