Il linguaggio assennato di Vespa contro il circo mediatico

Il linguaggio assennato di Vespa contro il circo mediatico

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di Aldo Grasso

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, il talk di Rai1 ha sempre tenuto la barra dritta. Su un evento così gravido di conseguenze anche per la nostra vita futura non si può eludere la complessità

Da un po’ di tempo, ho deciso di non occuparmi delle trasmissioni che trasformano un problema serio come la guerra in circo mediatico, che alimentano la creduloneria. Finirei col fare il loro gioco. Gli «sfessati», per usare la felice definizione di Fedele Confalonieri, resteranno tali, continueranno a propalare le loro edificanti frottole con cui mascherano la realtà, incuranti di chi manifesta loro disdegno. E con loro i negazionisti, i propagandisti a libro paga, i professionisti della resa, i putiniani nostrani, i Travaglio (intesi come categoria). Sotto il segno del «contraddittorio» vedo solo un senso di abbandono e un’incombente catastrofe e non sono certo io quello che può, con i suoi graffiti quotidiani, porre un confine tra la libertà di opinione e il circo con le ballerine russe.

Ho scritto con piacere della trasmissione di Enrico Mentana che va in onda ogni giorno nel tardo pomeriggio (con gli interventi di Francesca Mannocchi, Diego Fabbri e Luca Steinmann); ho scritto di Fabio Fazio, elogiando la sua compostezza, indispensabile per invitare ospiti competenti ed evitare ogni tipo di cagnara. Non mi resta che fare un ulteriore sforzo e segnalare che da quando la Russia ha invaso l’Ucraina «Porta a porta» di Bruno Vespa ha sempre tenuto la barra dritta. C’è chi insegue il prof. Orsini e chi intervista il presidente Zelensky e queste sono differenze sostanziali. Come ho scritto più volte, Vespa non è un santo del mio paradiso, spesso ci siamo punzecchiati ma, in occasioni come queste, gli vanno riconosciute doti di professionalità e responsabilità. Gli perdono persino i plastici. Su un evento così tremendo e gravido di conseguenze anche per la nostra vita futura non si può eludere la complessità. E c’è un solo modo per farlo: sgonfiare ogni vescica malefica con gli spilli di un linguaggio assennato, tenendosi alla larga dai circensi.

15 maggio 2022 (modifica il 15 maggio 2022 | 19:31)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-05-15 19:38:00,

di Aldo Grasso

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, il talk di Rai1 ha sempre tenuto la barra dritta. Su un evento così gravido di conseguenze anche per la nostra vita futura non si può eludere la complessità

Da un po’ di tempo, ho deciso di non occuparmi delle trasmissioni che trasformano un problema serio come la guerra in circo mediatico, che alimentano la creduloneria. Finirei col fare il loro gioco. Gli «sfessati», per usare la felice definizione di Fedele Confalonieri, resteranno tali, continueranno a propalare le loro edificanti frottole con cui mascherano la realtà, incuranti di chi manifesta loro disdegno. E con loro i negazionisti, i propagandisti a libro paga, i professionisti della resa, i putiniani nostrani, i Travaglio (intesi come categoria). Sotto il segno del «contraddittorio» vedo solo un senso di abbandono e un’incombente catastrofe e non sono certo io quello che può, con i suoi graffiti quotidiani, porre un confine tra la libertà di opinione e il circo con le ballerine russe.

Ho scritto con piacere della trasmissione di Enrico Mentana che va in onda ogni giorno nel tardo pomeriggio (con gli interventi di Francesca Mannocchi, Diego Fabbri e Luca Steinmann); ho scritto di Fabio Fazio, elogiando la sua compostezza, indispensabile per invitare ospiti competenti ed evitare ogni tipo di cagnara. Non mi resta che fare un ulteriore sforzo e segnalare che da quando la Russia ha invaso l’Ucraina «Porta a porta» di Bruno Vespa ha sempre tenuto la barra dritta. C’è chi insegue il prof. Orsini e chi intervista il presidente Zelensky e queste sono differenze sostanziali. Come ho scritto più volte, Vespa non è un santo del mio paradiso, spesso ci siamo punzecchiati ma, in occasioni come queste, gli vanno riconosciute doti di professionalità e responsabilità. Gli perdono persino i plastici. Su un evento così tremendo e gravido di conseguenze anche per la nostra vita futura non si può eludere la complessità. E c’è un solo modo per farlo: sgonfiare ogni vescica malefica con gli spilli di un linguaggio assennato, tenendosi alla larga dai circensi.

15 maggio 2022 (modifica il 15 maggio 2022 | 19:31)

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Pietro Guerra

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