di Emanuele BuzziFaccia a faccia tra il garante, Conte, Di Maio e i big del Movimento la prossima settimana: il no del fondatore al terzo mandato ha accresciuto le tensioni interne L’unica possibilità di tenere insieme quello che rimane dei Cinque Stelle passa ancora una volta da Beppe Grillo. Il garante, che venerdì con il suo post ha dato il la a fortissime fibrillazioni interne al partito, sarà a Roma mercoledì o al più tardi giovedì. Grillo incontrerà i vertici M5S, sia Conte sia Di Maio, e cercherà una mediazione. Non è escluso che il garante veda anche i gruppi parlamentari: in quei giorni ci dovrebbe essere una congiunta sul tema delle armi in Ucraina, ma vista la situazione la presenza di Grillo potrebbe servire per un chiarimento. Le parole del garante sul tetto dei due mandati — di fatto un endorsement a non modificare la regola — hanno fatto crescere ulteriormente le tensioni nel partito. «Ormai trovare un compromesso è impossibile», dice una fonte. «Queste parole avranno un effetto domino e segnano la dissoluzione definitiva del M5S», twitta l’ex ideologo Paolo Becchi. E in effetti la possibilità di eventuali deroghe sembra già vacillare. «Chi sceglierà chi?», si domandano in molti. C’è chi commenta: «Se la politica non è un mestiere deve valere per tutti». Tradotto: se non si possono ricandidare dimaiani e outsider, allora non esistono deroghe nemmeno per i contiani. Le deroghe, insomma, devono essere chiare e condivise da subito. Negli ultimi mesi è circolata l’idea, che dovrebbe avere il placet di Grillo, del 2 + 2 +2, ossia due mandati in Parlamento, due in Regione, due in Europa. Tuttavia, la soluzione non ha convinto tutti. Ora, un eventuale conferma del limite dei due mandati farebbe già a luglio la prima vittima eccellente. Parliamo di Giancarlo Cancelleri, il sottosegretario alle Infrastrutture contiano, che lo scorso anno si era schierato contro Grillo, in pole position per rappresentare il M5S (per la terza volta) alle Regionali in Sicilia. «Accetto ciò che sarà deciso», dice Cancelleri al Corriere, commentando quella che potrebbe essere in chiave politica la prima grossa ricaduta dello scontro interno al Movimento. A pesare in questa fase sono i soprattutto i silenzi. Molti big tacciono. Nessuno si sente più intoccabile. Sono più di cento tra parlamentari e consiglieri regionali gli esponenti su cui potrebbe cadere la tagliola. A rischiare ci sono sia contiani che dimaiani. Al secondo mandato tra chi è vicino all’ex premier c’è la vice vicaria Paola Taverna, c’è Roberto Fico, c’è il ministro Federico D’Incà, c’è Carlo Sibilia. E ancora Vito Crimi e il tesoriere Claudio Cominardi, l’ex deputata Roberta Lombardi. Anche tra i dimaiani la situazione non è rosea. Sono alla seconda legislatura oltre al ministro degli Esteri, Laura Castelli, Manlio Di Stefano, Gianluca Vacca, il questore Francesco D’Uva, la consigliera regionale Valeria Ciarambino. Sono girate indiscrezioni (confermate) di battibecchi anche tra i big. Le seconde file invece ne hanno per tutti, Grillo compreso. «Si è ricordato dei valori fondanti dopo l’ok al due per mille», dice un Cinque Stelle, evocando anche il contratto di consulenza del garante. Nessuno viene risparmiato. E i due schieramenti si muovono senza esclusione di colpi. La vice di Conte, Alessandra Todde, voluta da Di Maio come capolista alle Europee, attacca il ministro degli Esteri: «Lavora soltanto in unica direzione, la sua», dice all’Adnkronos. «Se ci sono idee e visioni diverse non è questa la maniera di manifestarle», rintuzza Sibilia. L’ex esponente del direttorio mette nel mirino Di Maio: «Se l’elettorato Cinque Stelle è disorientato è proprio a causa di certe uscite: nessuna soluzione, ma solo autolesionismo». Il dimaiano Cosimo Adelizzi commenta gl interventi contro il ministro come «dei veri e propri attacchi personali che rappresentano un inno all’odio». In questa clima, si stanno muovendo equilibri sotterranei, pronti a spostare pesi ed equilibri della battaglia: è arduo immaginare una mediazione. 18 giugno 2022 (modifica il 18 giugno 2022 | 07:10) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-18 06:49:00, Faccia a faccia tra il garante, Conte, Di Maio e i big del Movimento la prossima settimana: il no del fondatore al terzo mandato ha accresciuto le tensioni interne, Emanuele Buzzi