Riportiamo il seguente intervento di un nostro attento lettore al quale ci permettiamo di far osservare che
i commenti che corredano la notizia sono a nostro parere significativi e sono stati espressi da persone qualificate (un ex provveditore agli studi e una pedagogista).
Per quanto riguarda il confronto sistema italiano/sistema finlandese è noto a tutti che ogni volta che vengono pubblicati i risultati di indagini internazionali sui livelli di apprendimento degli studenti da più parti si fa osservare che gli esiti della Finlandia sono mediamente migliori dei nostri.
Nella sua lettera il lettore esprime comunque un proprio punto di vista al quale diamo volentieri spazio come è nostra abitudine. (RED)
Ultimamente sta circolando su facebook un Vs. articolo che ritengo oltremodo superficiale e che, a dir la verità, non dovrebbe essere pubblicato da una rivista importante come La Tecnica della Scuola senza un relativo commento chiarificatore. I pochi commenti pubblicati addirittura rincarano la dose.
Per questo motivo lo commento io qui di seguito.
In Germania, dove insegno sia a scuola sia all’università, c’è un sistema scolastico simile a quello finlandese. Si tratta in generale del sistema scolastico nordeuropeo. Le lacune che accumulano gli alunni sono semplicemente spaventose. Per questo motivo anni fa portai i miei figli a frequentare le scuole in Italia. L’università invece è bene farla al nord, per es. in Germania, dove il livello è superiore (non so in Finlandia, ma non mi sembra che la Finlandia abbia contribuito molto alla storia scientifica e filosofica dell’umanità, mentre noi direi proprio di sì). Purtroppo decenni di nepotismo hanno ridotto di molto il livello delle nostre università, dove i docenti veramente bravi e non figli di papà sono purtroppo pochi.
Queste della famiglia finlandese sono tutte chiacchiere. Sicuramente il sistema scolastico italiano, che ha la propria origine nella riforma Gentile, uno dei più grandi filosofi del Novecento a livello mondiale, va modernizzato, come del resto qualsiasi istituzione per l’ovvio sviluppo del sapere. Ma la sua struttura è semplicemente fenomenale. S’impara benissimo la grammatica, magistralmente la letteratura, per non parlare poi di storia e filosofia, materie centrali nello sviluppo dello spirito e della personalità umana, che nel sistema scolastico gentiliano ovviamene sono al centro di tutto, non solo al classico, ma in moltissimi altri tipi di scuole superiori. E poi che meraviglia la cultura classica latina e greca, fondamento di tutto quel che oggi noi pensiamo e diciamo (quando veramente pensiamo in profondità)!
Occorre tenere lontani dal nostro gioiello questi ignoranti. I loro figli non sanno nulla di cultura umanistica, lo zero assoluto. Solo matematica, inglese e scienze naturali, quando tutto va bene. Ma della profondità dello spirito non hanno la minima idea.
I compiti a casa sono essenziali, fondamentali, perché l’alunno deve riflettere su tali contenuti che costituiscono il meglio che l’umanità abbia prodotto nei millenni. Che fortuna Lo studio in silenzio nella propria cameretta è un momento pedagogico insostituibile per la crescita del giovane. Una grande fortuna poter avere questo privilegio. Anche se l’alunno italiano fa il 10% dei compiti, già questo è tantissimo rispetto allo zero assoluto degli alunni nordici (per quanto riguarda le discipline umanistiche).
Certo, magari i compiti per il lunedì andrebbero eliminati, questo sì. Come anche a volte ridotti quelli infrasettimanali, soprattutto al classico, dove spesso sono eccessivi proprio per l’ampiezza e la profondità delle materie ivi insegnate. Basterebbe dare i compiti distribuendo bene le materie, un giorno compiti di storia, uno di filosofia, uno di letteratura, uno di greco, uno di latino per non affaticarli, e la cosa si risolverebbe.
I programmi forse andrebbero un po’ sfoltiti, anche questo è probabilmente vero. Ma mai e poi mai portare la nostra scuola, frutto di millenni di cultura ai livelli più alti che l’umanità abbia raggiunto, alla superficialità antiumanistica dei sistemi scolastici nordeuropei.
Piuttosto la verità è un’altra: nell’ambito dell’Europa unita dovremo avere un futuro sistema scolastico che unisca la profondità umanistica del nostro con una certa leggerezza di quelli nordici. Effettivamente noi carichiamo troppo i nostri figli di sapere, e tutto ciò va snellito, senza perdere però l’essenziale. Mentre i sistemi nordici devono imparare da noi come impostare in modo filosofico e umanistico un sistema scolastico, noi dobbiamo snellire il nostro, loro devono proprio costruire a partire da zero, ossia da un loro Gentile, se ne hanno avuto uno, e non mi sembra nel caso della Finlandia. Il lavoro più difficile e lungo da fare l’hanno dunque loro, non certo noi. Dobbiamo riconoscere quel che di grande abbiamo prodotto nella storia e non pensare sempre che gli altri siano migliori di noi.
La scuola italiana è un gioiello, va sicuramente perfezionata, come del resto un gioiello che va periodicamente lucidato per tenerlo brillante. Lucidate la scuola italiana, ma non toccatene mai e poi mai la struttura.
Prof. Marco de Angelis
Docente di Filosofia all’Università di Lüneburg, Germania