Il Parco di Montevecchia vuole ospitare i profughi ucraini, ma non può: la Regione sospende i fondi

Il Parco di Montevecchia vuole ospitare i profughi ucraini, ma non può: la Regione sospende i fondi

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di Barbara Gerosa

La denuncia del presidente Marco Molgora: «Se utilizzassimo Cascina Butto perderemmo il contributo regionale di 260 mila euro. Ma le circostanze sono eccezionali, il regolamento va modificato»

«Chiediamo di poter accogliere i profughi ucraini senza dover per questo rischiare di perdere i fondi regionali. L’intenzione non è quella di fare polemica, ma di trovare una soluzione condivisa. Si cambi la norma che ci lega le mani di fronte a un’emergenza che richiede interventi straordinari». È affranto Marco Molgora, presidente del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone, tremila ettari di bosco e insediamenti rurali nel cuore della Brianza lecchese.

La sua denuncia arriva nelle ore in cui Regione Lombardia sta predisponendo un piano per l’accoglienza dei circa centomila profughi ucraini che si prevede possano arrivare nei prossimi giorni. Si stanno riattivando gli ex Covid-hotel, si cerca disponibilità nelle case Aler, tante risposte sono giunte da privati e dal mondo dell’associazionismo. Ma gli ucraini in fuga dalla guerra non potranno alloggiare nelle strutture all’interno dei parchi regionali, come prevede un regolamento in vigore da anni.

A spiegare quanto sta accadendo è proprio Molgora. «Di fronte alle immagini della guerra ho riunito il consiglio di amministrazione per capire se potevamo dare una mano — racconta —. All’unanimità abbiamo deciso di destinare ai profughi Cascina Butto, sede del parco, con una foresteria annessa: quattro posti letto, la cucina, il bagno. Poi abbiamo scoperto che se utilizzassimo questi spazi per i profughi perderemmo il contributo regionale di 260 mila euro. Fondi per noi vitali, se ci li tolgono rischiamo di chiudere».

Nell’ambito della rendicontazione annuale alla Regione delle spese e delle attività svolte viene infatti richiesta l’attestazione che gli immobili non siano stati utilizzati per finalità differenti dagli scopi istituzionali. Senza quel documento niente soldi. «Ci hanno spiegato che la norma — prosegue Molgora — era stata introdotta alcuni anni fa dopo che il Parco Colli Bergamaschi aveva ospitato nelle sue strutture i migranti. Il nostro direttore ha contattato i funzionari della Regione: hanno verificato che la disposizione è ancora in vigore. Quindi, se non vogliamo restare senza i finanziamenti che ci consentono di portare avanti le nostre attività non possiamo accogliere i profughi ucraini. Insomma una situazione paradossale».

Molgora è incredulo. «Non entro nel merito di questa scelta — conclude —. Può anche essere che a suo tempo sia stata presa per validi motivi. Noi ci siamo sempre attenuti al regolamento. A Cascina Butto hanno soggiornato nel corso degli anni i ragazzi che prestavano servizio civile e i ricercatori delle università Bicocca e Insubria impegnati negli studi sulle rare specie botaniche presenti nel parco. Ritengo però che questa sia una decisione da rivedere. Vorremmo semplicemente fare la nostra parte e metterci a disposizione. Le circostanze sono eccezionali. Il regolamento deve essere modificato».

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17 marzo 2022 (modifica il 17 marzo 2022 | 07:17)

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, 2022-03-17 06:34:00, La denuncia del presidente Marco Molgora: «Se utilizzassimo Cascina Butto perderemmo il contributo regionale di 260 mila euro. Ma le circostanze sono eccezionali, il regolamento va modificato», Barbara Gerosa

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