le elezioni amministrative Mezzogiorno, 15 giugno 2022 – 07:42 Pozzuoli e Capua unici due grandi Comuni che andranno al ballottaggio. E Manfredi invoca un’alleanza più ampia del centrosinistra di Simona Brandolini e Gimmo Cuomo Solo in 2 comuni il 26 giugno i cittadini dovranno tornare alle urne per eleggere il sindaco. Il primo turno è stato decisivo in 87 degli 89 centri in cui si è votato in Campania. In 10 dei 12 grandi comuni (con popolazione cioè superiore ai 15 mila abitanti) un candidato ha già superato la soglia del 50 per cento: non c’è tempo. Partita finita dunque ad Acerra, Ischia, Nola, Sant’Antimo, Somma Vesuviana, Portici, Mercato San Severino, Nocera Inferiore e Portici. Il ballottaggio sarà necessario invece a Pozzuoli, dove i due candidati, riconducibili in ogni caso al Partito democratico, Luigi Manzoni (col 46,35 per cento) e Paolo Ismeno (con il 41) giocheranno tra due settimane una partita secca. Stessa situazione a Capua, in provincia di Caserta. Il 26 giugno, senza la spinta dei candidati al consiglio, si affronteranno il candidato del Pd (ed ex assessore regionale) Adolfo Villani e il civico Fernando Brogna. Nei centri più piccoli, con meno di 15 mila abitanti, il sistema a turno unico assicurava la certezza relativa dell’elezione del primo cittadino. Relativa perché in caso di presentazione di un solo candidato, con la relativa lista, la legge impone il raggiungimento del quorum del 40 per cento per considerare valida l’elezione. E in questa situazioni si sono trovati 7 comuni. Ma in tutti, la mobilitazione dei candidati unici ha consentito la chiusura della pratica. Con il 100 per cento dei voti ce l’hanno dunque fatta Anna Amendola a Lettere, Nunziante Picariello a Capriglia Irpina, Angelo Antonio Lanza a Flumeri, sempre in provincia di Avellino. E ancora: Giancarlo Guercio a Buonabitacolo, Giorgio Ruggiero a Cicerale, Donato Pica a Sant’Arsenio, tutti in provincia di Salerno; Stanislao Supino ha conquistato vairano patenora in provincia di Caserta. I comuniMa veri e propri exploit si sono registrati in altri comuni. Quasi incredibile il risultato maturato a San Bartolomeo in galdo, nel Sannio: Carmine Agostinelli ha ottenuto il 98,62 per cento dei consensi, pari a 2.422 voti contro la miseria di 34 voti racimolati dal suo competitor di una lista civica. Ma per certi aspetti è ancora più clamorosa l’impresa di Giuseppe Pirraglia: a Gallo Matese ha raccolto il 96,74 per cento dei voti espressi, lasciando che gli altri sei candidati a sindaco si dividessero il restante 3,26, in termini assoluti 267 voti contro 9. «Devo dire che in generale i risultati in Campania sono andati bene». Vincenzo De Luca De Luca commenta anche il risultato di Portici, in parte intestandoselo: «Cuomo ha quasi esagerato, lo sto cercando per dirglielo. Ma l’80% vuol dire che ha amministrato bene, grazie anche alla solidarietà e alle decine di milioni di euro di finanziamenti regionali». Nulla dice di Pd, 5 Stelle, alleanze. Diversamente dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi che apre a un cantiere ben più ampio: «Io credo che non basti un’alleanza tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle, ma sia necessaria un’apertura al centro». «Faccio un ragionamento che viene anche dalla mia esperienza, dall’alleanza che si è presentata a Napoli — aggiunge — io credo che noi abbiamo bisogno di un’alleanza che metta insieme Pd, M5S e tutte le aree di centro che si riconoscono in un progetto di centrosinistra. Questa è la vera dimensione dell’alleanza, che ricalca un po’ quella dei tempi di Prodi». Insomma un Manfredi mastellianizzato. Che fa i conti con i numeri che non tornano. Soprattutto nel Movimento5Stelle. A parte Nola dove raggiunge quota 13 per cento, il movimento contiano arranca, a Portici racimola il 5,6 per cento (mentre il Pd è il primo partito con il 19, come a Sant’Antimo con il 25,4), ad Acerra s’inchioda al 3,5 per cento, a Pozzuoli al 3,1 e a Somma al 5,7 per cento. «La verità è che Nola deve essere il modello per tutto il Movimento», spiega Luigi Iovino deputato di quel collegio e uno dei facilitatori del Movimento. Che prosegue: «Su Nola c’è stato un grande lavoro del gruppo, sono anni che lavoriamo con la società civile. E lì funziona l’alleanza progressista perché c’è stata una condivisione di intenti, scegliendo una figura di garanzia». Altrove non è così. E torna un vecchio schema: forti nazionalmente, deboli sui territori. «Ora è venuto il momento di strutturarci, siamo la prima forza in Italia, dobbiamo essere capillari — termina —, se posso dare un consiglio: il modello è proprio Nola». Dove il Pd, che si sdoppia in due liste, prende il 5,4 per cento col proprio simbolo e il 15 con Nola democratica. Il mantra è ora «allargare il campo a tutte le forze che con noi dovranno arginare le destre alle politiche», dice il segretario Marco Sarracino. Con i dem inchiodati al 20 per cento e i 5Stelle in caduta libera, ora si torna a seminare l’Ulivo per il 2023. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 15 giugno 2022 | 07:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-15 07:33:00, Pozzuoli e Capua unici due grandi Comuni che andranno al ballottaggio. E Manfredi invoca un’alleanza più ampia del centrosinistra,