editoriale Mezzogiorno, 6 maggio 2022 – 09:28 di Paolo Ricci Il problema non è il reddito ma la cittadinanza. La cronaca di questi giorni ci riconsegna ancora una volta il tema della percezione indebita del reddito di cittadinanza in Campania. Nell’ultimo bilancio sociale della Procura della Repubblica di Napoli, presentato agli inizi di marzo presso la Federico II, la questione era già stata sottolineata in un apposito focus: nel corso del 2021 la Procura ha emesso 101 provvedimenti di sequestro preventivo per un valore complessivo di poco inferiore a 1.400.000 euro, ottenendo risparmi per le casse dello Stato stimabili in circa 900.000 euro per l’anno 2022. Queste azioni e questi segnali evidentemente non bastano. Complesso comprendere le ricadute economiche di un fenomeno che riguarda il Sud e il resto del Paese, alcuni aspetti non economici sono però chiari a tutti. Non si discute l’importanza del beneficio, ma come ogni opportunità che possa aiutare a trasformare positivamente la convivenza sia sempre in grado di produrre più preoccupazioni che benefici, più fastidiose insoddisfazioni che piacevoli risultati; si tratti di agevolazioni fiscali o di ecobonus, di mascherine o di reddito di cittadinanza. Sì, spesso sono gli strumenti ad essere difettosi, mal concepiti o addirittura fonte essi stessi di discriminazioni e di anomalie: ciò basta a giustificare soprusi, abusi, ruberie, sciatterie e indolenze? Non dipende dalle norme, non può dipendere solo dalle norme; dipende dalle persone, dalla loro moralità, dai costumi dominanti, dalla consapevolezza di essere membri di una comunità. Qualità che, mancando, fanno torti, solo torti, agli altri e alle stesse istituzioni che dovrebbero governare i processi di cambiamento in una società sempre più complessa, forse più pluralista (non più democratica), sicuramente più disorientata (e sempre disinvolta nel linguaggio: chiamare “furbetti” dei veri e propri “ladri”). Anche il Pnrr, giusto osservare, spento dalle turbolenze mondiali il fuoco delle aspettative, non potrà cambiare una certa cultura nazionale secondo cui essere furbi conviene e che Stato o Comune siano dei nemici, da fregare appena possibile e a ragione. Il Paese ha bisogno di cittadini veri, il Sud più che mai; c’è bisogno nel quotidiano di senso di comunità, non di ipocrite liturgie che uniscono, o fingono di unire, nelle stantie celebrazioni o nelle imprevedibili sventure del nostro tempo. Ma come si costruisce oggi un cittadino? Come è possibile far capire quanto sia necessario migliorare la convivenza attraverso il rispetto delle regole, la disciplina, il senso di appartenenza? Le cose non miglioreranno: 1) se scuola e formazione non rivedranno innanzitutto il modo di intendere il proprio ruolo, “specializzando” meno e alimentando di più le ragioni dello stare insieme; 2) se la politica continuerà a dedicarsi solo al “debito buono”, senza comprendere che un “Paese buono” è quello che ottiene e impiega le sue migliori energie per migliorare soprattutto la qualità della esistenza morale dei suoi cittadini; 3) se continueremo a vivere da tifosi tra tifosi, ostili al pensiero critico, candidandoci ad una vita sempre più solitaria ed individualista. Da uno degli ultimi Rapporti della Guardia di Finanza, che riepiloga la propria attività, si può leggere dei quasi 15 miliardi di euro sottratti allo Stato, truffe e abusi per tutti i gusti e in tutti i campi: dagli appalti pubblici ai fondi europei, dai falsi invalidi ai falsi poveri. Il problema non è il reddito ma la cittadinanza. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 6 maggio 2022 | 09:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-06 07:29:00, editoriale Mezzogiorno, 6 maggio 2022 – 09:28 di Paolo Ricci Il problema non è il reddito ma la cittadinanza. La cronaca di questi giorni ci riconsegna ancora una volta il tema della percezione indebita del reddito di cittadinanza in Campania. Nell’ultimo bilancio sociale della Procura della Repubblica di Napoli, presentato agli inizi di marzo presso la Federico II, la questione era già stata sottolineata in un apposito focus: nel corso del 2021 la Procura ha emesso 101 provvedimenti di sequestro preventivo per un valore complessivo di poco inferiore a 1.400.000 euro, ottenendo risparmi per le casse dello Stato stimabili in circa 900.000 euro per l’anno 2022. Queste azioni e questi segnali evidentemente non bastano. Complesso comprendere le ricadute economiche di un fenomeno che riguarda il Sud e il resto del Paese, alcuni aspetti non economici sono però chiari a tutti. Non si discute l’importanza del beneficio, ma come ogni opportunità che possa aiutare a trasformare positivamente la convivenza sia sempre in grado di produrre più preoccupazioni che benefici, più fastidiose insoddisfazioni che piacevoli risultati; si tratti di agevolazioni fiscali o di ecobonus, di mascherine o di reddito di cittadinanza. Sì, spesso sono gli strumenti ad essere difettosi, mal concepiti o addirittura fonte essi stessi di discriminazioni e di anomalie: ciò basta a giustificare soprusi, abusi, ruberie, sciatterie e indolenze? Non dipende dalle norme, non può dipendere solo dalle norme; dipende dalle persone, dalla loro moralità, dai costumi dominanti, dalla consapevolezza di essere membri di una comunità. Qualità che, mancando, fanno torti, solo torti, agli altri e alle stesse istituzioni che dovrebbero governare i processi di cambiamento in una società sempre più complessa, forse più pluralista (non più democratica), sicuramente più disorientata (e sempre disinvolta nel linguaggio: chiamare “furbetti” dei veri e propri “ladri”). Anche il Pnrr, giusto osservare, spento dalle turbolenze mondiali il fuoco delle aspettative, non potrà cambiare una certa cultura nazionale secondo cui essere furbi conviene e che Stato o Comune siano dei nemici, da fregare appena possibile e a ragione. Il Paese ha bisogno di cittadini veri, il Sud più che mai; c’è bisogno nel quotidiano di senso di comunità, non di ipocrite liturgie che uniscono, o fingono di unire, nelle stantie celebrazioni o nelle imprevedibili sventure del nostro tempo. Ma come si costruisce oggi un cittadino? Come è possibile far capire quanto sia necessario migliorare la convivenza attraverso il rispetto delle regole, la disciplina, il senso di appartenenza? Le cose non miglioreranno: 1) se scuola e formazione non rivedranno innanzitutto il modo di intendere il proprio ruolo, “specializzando” meno e alimentando di più le ragioni dello stare insieme; 2) se la politica continuerà a dedicarsi solo al “debito buono”, senza comprendere che un “Paese buono” è quello che ottiene e impiega le sue migliori energie per migliorare soprattutto la qualità della esistenza morale dei suoi cittadini; 3) se continueremo a vivere da tifosi tra tifosi, ostili al pensiero critico, candidandoci ad una vita sempre più solitaria ed individualista. Da uno degli ultimi Rapporti della Guardia di Finanza, che riepiloga la propria attività, si può leggere dei quasi 15 miliardi di euro sottratti allo Stato, truffe e abusi per tutti i gusti e in tutti i campi: dagli appalti pubblici ai fondi europei, dai falsi invalidi ai falsi poveri. Il problema non è il reddito ma la cittadinanza. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 6 maggio 2022 | 09:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA ,