Il progetto dei presidi: fotovoltaico in tutte le scuole

Il progetto dei presidi: fotovoltaico in tutte le scuole

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La proposta dell’Anp

L’obiettivo è passare da qualche centinaio di scuole che già oggi sono dotate di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili a tutti gli oltre 40mila edifici scolastici

di Cl.T.

(IMAGOECONOMICA)

2′ di lettura

L’obiettivo è passare da qualche centinaio di scuole che già oggi sono dotate di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili a tutti gli oltre 40mila edifici scolastici. O quanto meno avvicinandosi il più possibile per affrontare la nuova emergenza energetica aggravata dalla guerra in Ucraina. La leva potrebbero essere i fondi previsti dal Pnrr, a cominciare dagli 800 milioni per realizzare le 195 scuole innovative e sostenibili (sono arrivate 543 domande per oltre 3 miliardi di finanziamenti richiesti), e dai 3,9 miliardi per effettuare 2.158 interventi edilizi per riqualificare (anche dal punto dell’efficientamento energetico) 2,4 milioni di mq. «Se con questi fondi – è la proposta consegnata al ministro Patrizio Bianchi dal presidente dell’Anp, Antonello Giannelli – gli enti locali iniziassero a installare pannelli solari fotovoltaici sui solai di ogni scuola, si realizzerebbe, di fatto, una vera e propria centrale elettrica diffusa senza precedenti. Le scuole diventerebbero così un esempio concreto di transizione ecologica per il Paese oltre che essere un’opportunità educativa per studenti, alunni e famiglie».

Il progetto dell’Anp

La proposta ipotizza, secondo una prima istruttoria tecnica degli stessi presidi, di arrivare a produrre tra 10mila e 60mila Kw anno; moltiplicati per i 40mila plessi si salirebbe intorno ai 2 miliardi di watt, vale a dire la potenza media di una buona centrale elettrica. In media si stima che per ogni 100 mq si potrebbero generare dai 10 ai 40 Kwh in base all’efficienza dei pannelli. Certo, il progetto, se condiviso dalla politica, va rapidamente messo a terra; poi ci sono le consuete procedure burocratiche da espletare (che di solito rallentano le fasi realizzative, anzi spesso “insabbiano” l’iniziativa). E, in questo caso, anche il fattore tempo non è secondario visto che ci sarebbero a disposizione 6/7 mesi prima di iniziare a fare i conti con i primi freddi autunnali. «Se si cogliesse subito questa opportunità sarebbe un segnale edificante di progresso civico, di consapevolezza e di determinazione – aggiunge Giannelli -. I giovani ci chiedono di impegnarci di più per salvare il pianeta: iniziare dalle scuole sarebbe non solo molto utile ma avrebbe anche un altissimo valore simbolico».

L’applicazione concreta

Le scuole che usufruiscono di pannelli fotovoltaici già da anni hanno riscontrato più benefici che problemi. All’istituto “Silvio Lopiano” di Cetraro (Cs) il preside, Graziano Di Pasqua, parla «di totale autosufficienza» del plesso dal punto di vista energetico, considerando anche come la scuola «è dotata di ampi spazi esterni illuminati giorno e notte. La produzione in più viene anche venduta». Sulla stessa linea il collega dell’istituto “Bosco Chiesanuova” (Verona), Alessio Perpolli: «Nel nuovo edificio costruito nel 2017 sono stati installati pannelli fotovoltaici. Producono circa 90 kwh. Copriamo i nostri consumi energetici e la produzione eccedente alimenta, in parte, la piscina comunale. Sapere che i nostri spazi sono illuminati da energia pulita è anche un bel segnale che diamo agli studenti a favore di una cultura della sostenibilità, oggi sempre più centrale».

, 2022-03-07 09:20:00, L’obiettivo è passare da qualche centinaio di scuole che già oggi sono dotate di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili a tutti gli oltre 40mila edifici scolastici, di Cl.T.

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Pietro Guerra

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