Il verso dell’antico poeta Hui Hong: «Spetta a chi ha legato il sonaglio al collo della tigre il compito di toglierlo». In passato Xi aveva ripreso un detto cinese simile: «per togliere il campanello ci vuole chi lo ha messo»
Nel repertorio retorico di Xi Jinping c’è un’infinità di citazioni letterarie colte e di proverbi di facile consumo per la gente comune. Ieri, ne ha distillata una della seconda categoria per Joe Biden: «jie líng hái xu xì líng rén». Tradotto liberamente significa: «Spetta a chi ha legato il sonaglio al collo della tigre il compito di toglierlo». Nel contesto del video-summit tra i due presidenti esprime la linea della Cina sulla crisi ucraina: la tigre sarebbe Vladimir Putin; il sonaglio l’allargamento della Nato verso Est che avrebbe minato la sicurezza russa; l’autore della rischiosa prodezza gli Stati Uniti. Che ora, se vogliono ammansire la tigre resa furiosa dal suono continuo del campanello, dovrebbero avvicinarsi da soli alla belva e sfilarlo con cautela.
Resta da vedere se i cinesi abbiano voglia e interesse a facilitare in qualche modo l’avvicinamento e se si considerino a loro volta tigri da placare. Si dice che Xi Jinping abbia una cultura letteraria sterminata (cita anche Hemingway, Dante e Petrarca per affascinare l’uditorio). Quando durante la Rivoluzione culturale fu mandato assieme a centinaia di migliaia di giovani studenti nelle campagne, per «apprendere dalle masse contadine», arrivò con un valigione. La gente del villaggio cominciò a immaginare che dentro ci fossero provviste, forse un tesoro. Era piena di libri, letti e riletti durante quegli anni difficili che lo prepararono al potere. Probabilmente da uno di quei volumi preziosi esce la perla elargita a Biden.
Si tratta di una citazione dall’antico poeta Huì Hóng della Dinastia Song. La parabola della tigre e del sonaglio è tra le preferite del segretario generale comunista, che la usa in pubblico per segnalare fastidio di fronte a una domanda sgradita. Nel 2014 la dedicò a un giornalista del New York Times che contestava le restrizioni imposte a Pechino alla stampa internazionale. Rispose così: «Il governo della Repubblica popolare cinese in base alle leggi protegge la libertà di parola del popolo e anche i diritti legittimi della stampa. Però, la stampa internazionale qui dovrebbe anche rispettare le leggi della Cina. Per esempio, se una macchina si rompe bisogna scendere e controllare dov’è il problema, se si riferisce una cosa come un problema, significa che ci sono dei motivi. Noi cinesi abbiamo un detto: “per togliere il campanello ci vuole chi lo ha messo”». Gli uffici di corrispondenza stranieri (incluso quello del Corriere) fecero ricerche per decifrare il messaggio, che era chiaro e brutale, anche se poetico nella forma: ci avete irritato, ora trovate da soli il modo di placarci.
19 marzo 2022 (modifica il 19 marzo 2022 | 12:08)
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, 2022-03-19 11:21:00, Il verso dell’antico poeta Hui Hong: «Spetta a chi ha legato il sonaglio al collo della tigre il compito di toglierlo». In passato Xi aveva ripreso un detto cinese simile: «per togliere il campanello ci vuole chi lo ha messo», Guido Santevecchi
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