Il racconto del docente colpito con una pistola giocattolo da uno studente: Provvedimenti serissimi o possiamo chiudere le scuole. I genitori? Non hanno chiesto scusa

Il racconto del docente colpito con una pistola giocattolo da uno studente: Provvedimenti serissimi o possiamo chiudere le scuole. I genitori? Non hanno chiesto scusa

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Un altro caso di violenza a scuola. A Bari un docente di diritto ed economia è stato vittima di un gesto intimidatorio da parte di un suo studente che, armato di una pistola giocattolo, ha sparato un colpo in aula. 

“Stanotte non ho proprio dormito”, racconta il docente a La Repubblica, ancora visibilmente scosso dal tragico evento. La permissività e la mancanza di sicurezza nelle scuole sono diventate una grave preoccupazione. “Gli studenti possono portarci dentro qualunque cosa. Saremo costretti a installare i metal detector per non far entrare pistole e coltelli”, aggiunge.

Il docente narra che, subito dopo essersi seduto alla cattedra, uno studente di 17 anni è corso verso di lui, puntandogli la pistola e sparando un colpo. La vicepresidenza è intervenuta tempestivamente, rimproverando duramente i ragazzi coinvolti. La classe, inizialmente inconsapevole della gravità del gesto, si è poi resa conto del pericolo.

Gli studenti si sono scusati, anche se le scuse non possono cancellare la minaccia vissuta dal docente. L’insegnante sottolinea l’importanza di instaurare norme di sicurezza più severe e di educare gli studenti sul rispetto reciproco e le conseguenze delle proprie azioni. “Ci vogliono dei provvedimenti serissimi”, esorta.

Per prevenire futuri incidenti, il docente suggerisce di lavorare sulle motivazioni degli studenti, rendendo le materie più interessanti e contemporanee. Propone inoltre di bandire l’uso dei cellulari in classe e di introdurre pene più severe per chi non rispetta le regole, come ad esempio l’assegnazione di lavori socialmente utili in caso di sospensione.

Pellicani invita a non sottovalutare l’importanza dell’educazione, sia in classe che in famiglia, per prevenire comportamenti pericolosi e incoraggiare il rispetto delle norme sociali. “Voglio dire ai ragazzi di credere ancora nella scuola, di non demoralizzarsi e che il titolo di studio ha sempre un valore”, conclude.

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