Il reclutamento mascherato di Putin per colmare i vuoti nei battaglioni in Ucraina

Il reclutamento mascherato di Putin per colmare i vuoti nei battaglioni in Ucraina

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di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

Nella regione di Donetsk si attendono nuovi attacchi russi, che inglobano ogni giorno qualche villaggio. È un’erosione lentissima ai danni dell’Ucraina, che reclama però anche un costo per chi va all’assalto

Vladimir Putin ha bisogno di forze fresche e non può permettersi la mobilitazione generale. Allora ha trovato la seconda via: un reclutamento mascherato, di piccoli contingenti, con offerte di salario e qualche bugia. Il quadro emerge da segnalazioni esterne — centri studi, come Institute for the Study of War — e osservazioni di specialisti di «cose russe». È un passo con reazioni impreviste: bottiglie molotov sono state lanciate in Russia contro commissariati e centri di arruolamento. Secondo alcuni sarebbero numerosi gli episodi di insofferenza, gesti enfatizzati dalla propaganda ucraina.

L’Armata usa sistemi diversi per raccogliere rimpiazzi.

1) I riservisti sono convocati nei centri dove gli viene offerto un nuovo ingaggio. Ad alcuni promettono un ruolo di retroguardia, ma sono bugie. Finiranno al fronte, c’è troppa urgenza di colmare i vuoti nei 105 Battaglioni

2) Secondo Isw le compagnie di sicurezza private stanno mettendo insieme reparti misti, unendo nuovi arrivati e soldati delle unità aerotrasportate. Un sistema che non aiuta la compattezza e neppure l’efficienza. Il nodo più generale resta quello della qualità (quanti i veterani?) e della mancanza di ufficiali con esperienza. Ne sono morti molti.

3) A Belgorod sono arrivati circa 2.500 elementi, seguono un corso rapido in vista dell’impiego nell’operazione. Possibile che qui ne approderanno altri, man mano che i reclutatori riescono a rifornire il «serbatoio».

4) Dalla Cecenia sono partiti nuovi plotoni, quasi 600 miliziani di Kadyrov in aggiunta ai loro compagni già in battaglia. Riemergono, ogni tanto, indiscrezioni sul «prelievo» di militari dal contingente russo in Siria, tuttavia questo dispositivo non è per niente ampio. Difficile che possa contribuire ad una svolta. Si è anche parlato della possibile presenza di mercenari siriani, libici ed etiopi. Ma sono sembrate voci in attesa di conferme e, nel caso ci siano, sarebbero davvero pochi.

Il grande rastrello del Cremlino avrebbe innescato frizioni in patria. Una dozzina gli episodi incendiari, con il tiro di una bottiglia di liquido infiammabile. I casi si sono verificati nella zona di Mosca e in altre province, i target sono stati le strutture per l’arruolamento o posti di polizia usati con questo fine: «incidenti» che vanno ad aggiungersi alla striscia di roghi in siti industriali, eventi dalle circostanze a volte misteriose.

Dal campo lo sviluppo più interessante è nel settore di Kharkiv. La resistenza ha raggiunto il confine con la Russia, nei pressi della località di Ternova, ed ha diffuso le foto mostrando il cippo con i colori nazionali. Una mossa simbolica, ma è anche il risultato dell’offensiva conclusasi con il ripiegamento del nemico. Che, stando ad alcune informazioni «nazionaliste», potrebbe rientrare poco più a est attraversando il fiume a Stari Saltov. Sempre gli invasori hanno «risposto» con un’incursione a nord di Sumy, utilizzando fuoco di copertura in appoggio ai commandos e sabotatori. Un assalto arrivato dal territorio russo che, secondo la versione dei difensori, sarebbe stato respinto. È comunque un modo per esercitare pressione costringendo gli ucraini a tenere forze consistenti.

Stessa tattica usata dalla Bielorussia: non partecipa direttamente, ma concentra truppe e Kiev non può sguarnire la «linea». Più a sud nella regione di Donetsk, attorno a Severodonetsk, gli ucraini hanno distrutto un ponte ferroviario per impedirne l’uso da parte della Russia. I treni sono cruciali nella catena logistica dell’Armata. È in questa regione che si attendono nuovi attacchi degli invasori, che inglobano ogni giorno qualche villaggio mentre proseguono i duelli d’artiglieria. È un’erosione lentissima ai danni dell’Ucraina, che reclama però anche un costo per chi va all’assalto. Non sappiamo se la resistenza dovrà lasciare territorio per evitare accerchiamenti locali, come a Lyman, altro punto in bilico. A sud — Mykolaiv, Kherson — i russi costruiscono trincee profonde, bunker, strutture destinate a durare. I lavori confermano come il Cremlino voglia fortificare le sue linee, per restare e tenere. Nel frattempo versioni contrastanti da Mariupol parlano di evacuazione dei combattenti feriti dall’acciaieria Azovstal.

Il quadro di insieme indica — in questo momento — alcune tendenze. L’invasore registra piccole vittorie tattiche nel Donbass, ma è lontano dai gradi risultati. Lo sottolineano gli occidentali e lo conferma anche una voce di parte filorussa come quella di Igor Girkin. È necessario imporre un cambio, tuttavia le forze a disposizione sono relative. Per il Pentagono il neo-zar ha già impegnato l’80% dei suoi Battaglioni, almeno 106 partecipano all’operazione. La battaglia è un tritacarne per entrambi, ma pesa di più su chi va all’assalto in quanto deve avere numeri superiori. Documenti russi catturati dagli ucraini dimostrerebbero come Mosca abbia perso centinaia di corazzati. C’è della propaganda e c’è del vero.

16 maggio 2022 (modifica il 16 maggio 2022 | 22:16)

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, 2022-05-16 20:16:00, Nella regione di Donetsk si attendono nuovi attacchi russi, che inglobano ogni giorno qualche villaggio. È un’erosione lentissima ai danni dell’Ucraina, che reclama però anche un costo per chi va all’assalto, Andrea Marinelli e Guido Olimpio

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