Siamo abituati a ritenere che le norme regolamentari, specie nelle scuole, siano il frutto (o lo debbano essere) di un impegno, costante e attento, puntuale e oculato, degli organi collegiali preposti (del Consiglio di Istituto, per le verità, in primis, e per ciò che attiene alla didattica del Collegio dei docenti, in parte). Ma non sempre è così e non sempre scelte di questo tipo sono o debbano ritenersi condivisibili. Il “Regolamento delle bambine e dei bambini della scuola primaria” adottato dall’Istituto Comprensivo Nord 1 di Brescia è il frutto, infatti, delle riflessioni dei bambini e delle bambine, nel caso specifico, delle classi quinte dei plessi Battisti, Casazza e 28 Maggio, che hanno partecipato ai laboratori del Progetto “L’unione fa norma” Giustizia Riparativa. Lo proponiamo all’attenzione del mondo della scuola nella consapevolezza che percorsi virtuosi di questo tipo vadano condivisi e, perché no, replicati non solo nel nostro Paese. Un laboratorio che ha costruito un prezioso strumento regolamentare dal basso. Partendo da una semplicissima osservazione quella, cioè, che il rispetto è l’ammirare o il guardare con ammirazione qualcuno perché quella persona ha fatto qualcosa di straordinario o possiede capacità impressionanti. Ma anche dalla costatazione che il rispetto è, e deve rimanere, in maniera indelebile scolpito in ciascuno di noi, il fondamentale atto educativo, quello del prestare attenzione e del mostrare cura di chi ha davvero bisogno.
Il linguaggio usato dagli alunni e dalle alunne perché il regolamento sia compreso nella sua totalità
Nell’assemblare le considerazioni emerse nei laboratori, i docenti dell’Istituto Comprensivo Nord 1 di Brescia hanno ritenuti fondamentale mantenere il linguaggio usato, durante il percorso e nella redazione del testo, dagli alunni e dalle alunne affinché il regolamento potesse meglio e sufficientemente essere compreso nella sua totalità dai bambini e dalle bambine, rappresentando così un valido strumento sviluppato nell’ottica del supporto tra pari (peer education).
Il principio del rispetto
Il validissimo documento che si allega sottolinea che, in tutti i gruppi di lavoro, quelli nei quali sono stati impegnati gli alunni dell’Istituto Comprensivo Nord 1 di Brescia, è emerso lo stesso principio fondamentale “il rispetto” nella sua accezione più ampia. Elemento che nelle scuole risulta non solo essere importante ma indispensabile per la costruzione di piste educative e percorsi formativi mirati alla formazione dell’uomo e del cittadino volendo rivangare una definizione normativa che, nonostante i decenni trascorsi, risulta ancora attuale e decisamente di primissimo piano. Questo documento discute il significato educativo della richiesta morale di rispetto. In “Etica ed educazione”, Richard Peters presenta una concezione del rispetto educativo che è stata recentemente ripresa da Krassimir Stojanov. Se rispettare i bambini significa trattarli in un modo che consenta loro di vedersi come persone dotate di dignità, cioè come aventi la stessa posizione di avanzare pretese sugli altri, l’idea che le persone debbano essere rispettate comporta che anche i regolamenti si nutrano di questa parola e permeano se stessi lungo il crinale del “rispetto” cosa che il documento delle bambine e dei bambini sufficientemente mette in evidenza.
A cosa siamo abituati
La scuola e le norme regolamentari adottate in moltissimi istituti, anche con la scuola primaria, ci hanno abituati a ritenere inammissibili:
- Frequenza irregolare, assenza ingiustificata o inspiegata, ritardo abituale, uscita dai locali scolastici senza permesso, disobbedienza e qualsiasi tipo di comportamento indisciplinato e discutibile.
- Scrivere, graffiare, incidere graffiti, disegnare e schizzare inchiostro o deturpare le pareti, i mobili e le proprietà della scuola.
- Incollaggio di adesivi e manifesti di qualsiasi genere sul terreno della scuola.
- Uso di un linguaggio volgare.
- Trascuratezza dei compiti, disobbedienza e mancanza di rispetto nei confronti dei membri del personale scolastico o cattiva influenza morale sugli altri compagni.
- Acquistare generi alimentari dai venditori ambulanti.
- Ricorso a all’uso di mezzi sleali durante gli esami.
- Fare rumore, parlare ad alta voce, gridare, schernire, hackerare, fischiare, insultare, sibilare, deridere e fischiare, in qualsiasi momento.
- Partecipare a qualsiasi episodio di bullismo e scherno.
- Trovarsi in aree riservate, in aule vuote, in aree appartate, dietro gli edifici (durante le lezioni e senza permesso).
- Raccolta di denaro, contributi e donazioni senza il permesso scritto del DS.
- Fumare dentro e nei cortili della scuola.
Cosa è assolutamente vietato portare o utilizzare a scuola
- Poi abbiamo un elenco di cose e modi di fare assolutamente vietati, come:
- Telefoni cellulari, iPod, CD, DVD, giochi elettronici, pen drive, fotocamere, lettori musicali, materiale osceno, ecc.
- Cracker, fuochi d’artificio, armi da fuoco e qualsiasi altro materiale infiammabile.
- Regalo di qualsiasi genere da distribuire a scuola anche in occasione di compleanni.
- Giocattoli, qualsiasi strumento pericoloso, prodotti del tabacco, bevande alcoliche, gomme da masticare (in talune scuole ci sono norme regolamentari specifiche in tal senso), prodotti alimentari vietati.
Il rispetto della normativa nella stesura del regolamento
Il regolamento dell’Istituto Comprensivo Nord 1 di Brescia diretto brillantemente dal dirigente scolastico Dott.ssa Claudia Marchi porta sul tavolo della discussione pedagogica eccezionali modelli educativi che il regolamento che alleghiamo sintetizzano eccellentemente. In ogni caso tale Regolamento è assolutamente conforme ai principi e alle norme dei seguenti documenti:
- Statuto delle Studentesse e degli Studenti, emanato con il D.P.R. 24 giugno 1998 n. 249 e sue modifiche e integrazioni;
- Regolamento dell’Autonomia delle Istituzioni scolastiche, emanato con il D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275 e sue modifiche e integrazioni;
- D.P.R. 10 ottobre 1996, n. 567, del Testo Unico emanato con D.L.vo 297/94, e sue modifiche e successive integrazioni.
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