di Stefano Montefiori
La spiegazione ufficiale dell’Uefa e delle autorità francesi, che hanno accusato dei disordini «migliaia di tifosi inglesi senza biglietto», è falsa: nello stadio che 7 anni fa fu messo sotto attacco dall’Isis il dispositivo di sicurezza è saltato, e solo la fortuna ha impedito che vi fossero vittime o feriti gravi. Ma il governo non sembra pronto a riconoscere i suoi errori
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — Il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin dà la colpa a «migliaia di cosiddetti tifosi britannici, senza biglietto o con biglietti falsi, che hanno forzato gli ingressi».
Anche l’Uefa parla dei tifosi inglesi senza biglietto indicandoli come responsabili del caos di sabato sera.
Ma in Francia si fa strada il sospetto che prendersela con gli hooligan sia troppo facile, perché sono il capro espiatorio perfetto.
Quello che è successo sabato sera allo Stade de France per la finale di Champions rappresenta una catastrofe nella gestione della folla e dell’ordine pubblico: spettatori con il biglietto in regola pagato centinaia o migliaia di euro non sono riusciti a entrare nello stadio, o lo hanno fatto solo dopo la fine del primo tempo, immersi in nubi di gas lacrimogeno. Al loro posto sono entrati decine di ragazzi anche francesi, che hanno scavalcato i cancelli beffando un dispositivo di sicurezza chiaramente non all’altezza della situazione. Pronti poi a diffondere sui social media video nei quali si vantano – in francese – della loro impresa.
Lo sciopero della linea B della RER (la metropolitana regionale) e i trasporti sempre difficili tra lo Stade de France e la capitale hanno complicato ancora di più la situazione.
Il caos che ha segnato, sabato 28 maggio, la finale di Champions League tra Real Madrid e Liverpool ricorda gli incidenti a margine della finale dell’Euro dell’anno scorso tra Italia e Inghilterra a Wembley, ma anche la violenza sempre più frequente nelle strade e nelle piazze di Francia negli ultimi anni, la repressione sempre più violenta e inefficace da parte di poliziotti e gendarmi, e semina il dubbio sulla reale capacità francese nell’organizzare grandi eventi di massa, a un anno dalla Coppa del Mondo di rugby e a due dai Giochi olimpici di Parigi.
Il video di Cyril Hanouna, superstar della tv francese, costretto con il figlio a passare sotto un tornello bloccato davanti agli occhi di un agente di sicurezza che poi gli chiede un selfie, è il perfetto esempio di una serata dove niente ha funzionato.
Ed è davvero una fortuna che non ci siano stati morti o feriti gravi tra gli ottantamila spettatori.
Il ministro Darmanin ha diffuso una foto che lo ritrae con piglio severo al «posto centrale di sicurezza» all’interno dello Stade de France, accanto alla ministra dello Sport, Amélie Oudéa Castéra. Anche lei ha dato la colpa al «tentativo di intrusione e di frode di migliaia di supporter inglesi», ma la campionessa olimpica di boxe 2016, la francese Estelle Mossely, evidentemente non una hooligan, ha scritto su twitter che «è uno scandalo quel che sta accadendo allo Stade de France. Sono bloccata da oltre un’ora, mi sono presa i gas lacrimogeni, le spinte, l’accesso allo stadio è stato chiuso ancora prima del calcio d’inizio. Ma noi abbiamo i biglietti, è scandaloso!».
C?est 1 scandale ce qu?il se passe au @StadeFrance ! Bloquée depuis + d?une heure,gazée,bousculée? L?accès au stade a été fermé avt même le coup d?envoi. Et c juste maintenant qu?ils décident «d?évacuer» les gens. Pr rappel, ts ont des billets pr rentrer SCANDALEUX ! @UEFAcom_fr
— Estelle Mossely (@EstelleMossely) May 28, 2022
La partita è cominciata con oltre 35 minuti di ritardo, con larghi settori dello stadio vuoti perché gli spettatori non potevano entrare, nonostante fosse il match più atteso dell’anno con biglietti da migliaia di euro talmente richiesti da essere comunque esauriti da settimane.
La sera del 13 novembre 2015, lo Stade de France di Saint Denis è stato teatro dell’inizio dell’attacco terroristico dell’Isis proseguito poi con le sparatorie nei ristoranti e il massacro del Bataclan.
E se negli stadi francesi c’è l’obbligo di togliere il tappo alle bottigliette di plastica prima di entrare, in occasione di Real Madrid-Liverpool le persone che hanno saltato i controlli hanno potuto portare con sé pure zaini e borse, che potevano benissimo contenere bombe, pistole o coltelli.
Le normali misure di sicurezza sono saltate. Sono tornate a circolare quindi le parole di Thierry Henry, l’ex grande campione francese (Monaco, Juventus, Arsenal, Barcellona) oggi commentatore, che il 4 maggio alla tv inglese disse: «Lo stadio è a Saint-Denis, non a Parigi. Lo Stade de France è proprio accanto a Parigi ma credetemi, Saint-Denis non vi piacerebbe, non è la stessa cosa di Parigi». Henry venne accusato di pregiudizi contro la banlieue, ma i fatti di sabato sera hanno purtroppo riportato in primo piano la questione dell’ordine pubblico nei quartieri difficili, e anche la frequente incapacità delle forze dell’ordine di fare rispettare le regole.
Il dovuto e sacrosanto rispetto verso l’impegno degli agenti non può mettere a tacere i dubbi sull’efficacia dei loro interventi, e ripartono così le critiche al prefetto di Parigi, Didier Lallement, interprete di una linea dura che in più occasioni – Gilet gialli, black bloc, cortei del primo maggio – è sembrata ricorrere a una repressione indiscriminata incapace di isolare e punire i violenti.
Il fiasco della finale di Champions si presta evidentemente alle strumentalizzazioni politiche, a due settimane dal primo turno delle elezioni legislative, con l’estrema destra di Eric Zemmour che parla di racailles (dispregiativo più o meno traducibile con gentaglia di periferia) e Marine Le Pen che evoca un «sentimento di umiliazione, la Francia non può più organizzare grandi manifestazioni senza che queste degenerino».
Ma proprio per evitare le strumentalizzazioni, il nuovo governo di Macron avrebbe forse fatto meglio ad ammettere gli errori e riconoscere la gravità della situazione sociale in Francia, senza cedere alla tentazione di scaricare tutta la colpa sui tifosi del Liverpool senza biglietto, che pure hanno la loro parte di responsabilità.
— Actu Foot (@ActuFoot_) May 28, 2022
Nightmarish queues for Liverpool fans outside Stade de France about 15 mins before #UCLfinal kickoff. pic.twitter.com/yNBmWTh3DY
— Bryan Armen Graham (@BryanAGraham) May 28, 2022
— Carrusel Deportivo (@carrusel) May 28, 2022
29 maggio 2022 (modifica il 29 maggio 2022 | 14:22)
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, 2022-05-29 12:24:00, La spiegazione ufficiale dell’Uefa e delle autorità francesi, che hanno accusato dei disordini «migliaia di tifosi inglesi senza biglietto», non convince: nello stadio che 7 anni fa fu messo sotto attacco dall’Isis il dispositivo di sicurezza è saltato, e solo la fortuna ha impedito che vi fossero vittime o feriti gravi. Ma il governo non sembra pronto a riconoscere i suoi errori, Stefano Montefiori