di Redazione PoliticaL’esponente del Movimento attacca: «L’Italia è diventata interventista, contro la Costituzione». Più partiti ne chiedono le dimissioni dalla commissione Esteri. I Cinque stelle prendono tempo Sul pentastellato Vito Petrocelli si addensano ora le ombre di una crisi interna alla maggioranza. Il presidente della Commissione Esteri del Senato, critico con la scelta di ospitare in videoconferenza il presidente ucraino Zelensky in Parlamento, chiede al suo partito di chiudere con il governo Draghi : «Penso che per il M5S sia arrivato il momento di ritirare ministri e sottosegretari dal governo Draghi. Questo governo ha deciso di inviare armi all’Ucraina in guerra, rendendo di fatto l’Italia un paese co-belligerante». E poi: «Non voterò più la fiducia al governo, su nessun provvedimento». Sono molto dure le parole del senatore filo Putin Petrocelli, che ribadisce: «Io ho sempre votato la fiducia. Ma oggi, di fronte all’atteggiamento del governo Draghi su una questione per me rilevantissima, cioè che stiamo diventando interventisti nel conflitto in Ucraina». Petrocelli, di cui più partiti chiedono da tempo le dimissioni da presidente della commissione Esteri, precisa di essere «pienamente convinto che l’atto militare della Russia nei confronti dell’Ucraina sia da condannare senza se e senza ma, perché contrario alle regole della convivenza internazionale». Però considera «la posizione italiana, che vuole mandare armi a una delle due parti in conflitto, assolutamente da non condividere, perché è contraria all’articolo 11 della Costituzione». Da Azione, è il deputato Osvaldo Napoli a sottolineare che Petrocelli «apre una grave questione politica nella maggioranza e la soluzione può venire soltanto da un’iniziativa del leader Cinquestelle Giuseppe Conte». Anche perché di dimettersi da presidente della commissione Petrocelli non ne ha alcuna intenzione. «Non intendo lasciare la presidenza della commissione Esteri», spiega. Quindi, «è il leader del M5s che deve prendere la situazione di petto e provocare le dimissioni di Petrocelli», suggerisce ancora Napoli: «Se poi non vuole espellerlo dal partito, vorrà dire che aggiungerà un’altra contraddizione alle tante del Movimento. L’espulsione è, in ogni caso, una possibilità che Petrocelli ha bene presente. «Il Movimento 5 stelle prenderà una decisione, può decidere di espellermi. Il presidente Conte può fare quello che vuole. Vogliono espellere un senatore perché non vota per l’invio di armi a un Paese in guerra? Vedano loro quali sono le conseguenze». I vertici Cinque Stelle, almeno per ora, sembrano voler minimizzare: «Quelle del senatore Petrocelli sono considerazioni personali che non rappresentano la posizione del M5S», spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. 22 marzo 2022 (modifica il 22 marzo 2022 | 18:01) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-03-22 17:02:00, L’esponente del Movimento attacca: «L’Italia è diventata interventista, contro la Costituzione». Più partiti ne chiedono le dimissioni dalla commissione Esteri. I Cinque stelle prendono tempo, Redazione Politica