Il sindaco di Venezia: «Ospito due famiglie di profughi ucraini, spero di essere da esempio»

Il sindaco di Venezia: «Ospito due famiglie di profughi ucraini, spero di essere da esempio»

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di Francesco Bottazzo

Il primo cittadino: «Sono due mamme ucraine con i figli. Con mia moglie abbiamo deciso subito. A tavola? Ci parliamo con il traduttore dello smartphone»

Sindaco quando ci ha pensato?

«Un amico mi ha chiesto se potevo fare qualcosa per delle persone che stavano arrivando in Italia. Probabilmente non si aspettava che decidessi di accoglierle in casa, ma è la prima cosa a cui ho pensato. Ne ho parlato con Stefania, mia moglie, il vero motore della famiglia. Giovedì sono arrivate da noi».

Cosa ha provato quando le ha viste?

«È stato emozionante, io ero imbarazzato, il bambino piangeva, arrivavano da un lungo viaggio. Ma non voglio farmi pubblicità, ne sto parlando perché spero di essere di esempio, quello che abbiamo fatto noi lo possono fare in tanti, e molti lo stanno già facendo».

Come parlate?

«Il figlio di una delle signore parla inglese, alcuni miei collaboratori sono di origine ucraina, i bambini hanno subito trovato sul telefonino il traduttore. Adesso abbiamo fatto comunità, è bellissimo: mangiamo e cuciniamo insieme, oggi (ieri, ndr) sono venute a messa con noi. Tutta la famiglia è contenta, sono arrivati anche tanti amici».

Ma quanti siete a tavola?

«A pranzo eravamo in dodici, ma alla fine il numero era aumentato: dobbiamo cercare di donare serenità. I telegiornali noi li guardiamo in camera da letto, non voglio provarli ulteriormente con le immagini di quello che sta succedendo a casa loro. Una signora ha lasciato in patria il marito a combattere, l’altra il figlio».

Si sarebbe mai aspettato di vivere un’esperienza simile?

«Nessuno può mettere in conto una simile situazione. Queste persone avevano una loro casa, improvvisamente si sono trovate senza nulla, ma il popolo russo non ha nessuna responsabilità. Purtroppo a Putin è sfuggita la situazione: oggi è necessario trovare una soluzione diplomatica che gli consenta di avere una via di uscita, ma non possiamo cedere a questi ricatti. La pace va difesa, non si fa con gli slogan, oggi è il momento dell’aiuto».

Pensa di ospitarle per molto tempo?

«Intanto lasciamole recuperare, loro vorrebbero aiutarci di continuo. Il figlio più grande in questi giorni sarà vaccinato, le signore faranno la terza dose. Il Comune e la Città metropolitana di Venezia hanno organizzato una macchina importante per gestire tutto questo. Abbiamo anche attivato un conto corrente per raccogliere fondi per l’accoglienza: il tema sarà quello di costruire un percorso di inserimento».

L’Italia deve fare di più?

«Il nostro governo si sta muovendo bene, cerchiamo di rimanere uniti. Quello che non è stato fatto in tanti anni, lo si sta facendo in pochi giorni: penso davvero che si stia costruendo l’Europa. Vera».

Cosa mangiate stasera?

«Pastasciutta, patate lesse e bistecche fatte assieme. Ieri ho cucinato il pesce alla griglia: non lo volevano assaggiare perché non lo avevano mai mangiato, poi ne hanno chiesto dell’altro…».

7 marzo 2022 (modifica il 7 marzo 2022 | 00:09)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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