L’intervista Mezzogiorno, 25 aprile 2022 – 09:52 Monsignor Di Donna: «Erano amici, anche del fratello del capo dello Stato, vittima della mafia» di Angelo Agrippa Il vescovo di Acerra Antonio Di Donna Una settimana fa ha scritto una lettera accorata al presidente della Repubblica per raccomandargli attenzione, nel corso della visita in programma domani ad Acerra, per quella che lui stesso definisce «la nuova e vera Resistenza contro l’invasore, gli inquinatori delle nostre terre». Monsignor Antonio Di Donna è l’ispiratore ma soprattutto il più tenace combattente di prima linea di questa «nuova Resistenza» a difesa dell’Ambiente. Sergio Mattarella, alle 11 di domani, terrà il suo discorso presso il castello dei Conti in ricordo delle 88 vittime delle rappresaglie compiute dai nazisti della divisione Hermann Göring il 1 ed il 2 ottobre del 1943 ai danni della popolazione di Acerra che insorse contro i soprusi e le violenze dei militari tedeschi. Monsignor Di Donna, ha ricevuto riscontri alla sua lettera al capo dello Stato?«Sì, sono stato contattato dal consigliere del presidente. Mi ha riferito che il capo dello Stato ha molto gradito il mio appello a parlare di difesa dell’Ambiente, tema che sente tanto anche lui. Queste zone sono il fronte della nuova Resistenza, dopo quella eroica della seconda guerra mondiale. Oggi combattiamo per l’Ambiente e siamo in prima linea. Ho invitato il presidente Mattarella a visitare anche la cattedrale di Acerra dove è sepolto monsignor Antonio Riboldi, con il quale sia il fratello, Piersanti,vittima della mafia, sia lui, hanno a lungo intrattenuto eccellenti rapporti. Anzi, erano veri amici, quando monsignor Riboldi svolgeva la sua missione sacerdotale nel Belice». Il presidente visiterà la cattedrale?«Non si sa ancora, i tempi sono contingentati. Il presidente rimarrà soltanto per un’ora ad Acerra». Dopo Mattarella arriverà anche papa Francesco che aveva già fissato la sua visita due anni fa, ma poi la pandemia l’ha costretto a rinviarla?«La pandemia non è del tutto passata. Il papa vuole fortemente incontrare le popolazioni che vivono queste terre oltraggiate dall’inquinamento. Ma per il momento la prefettura pontificia non ha autorizzato alcun viaggio del papa in Italia, ma soltanto quelli all’estero. Ho buoni motivi per credere che, tuttavia, appena riprenderanno le visite pontificali, il papa confermerà anche quella ad Acerra». Ha conferma, come rilevano i report istituzionali, che i roghi tossici siano fortemente in calo?«Sì, ma non sono scomparsi. E questo è un problema serio. Poiché l’altro aspetto allarmante è la qualità dell’aria che respiriamo. Non parlo più delle bonifiche: beato chi ci crede ancora. Ma qui siamo dinanzi ad un nuovo ed incessante rischio: cresce la richiesta di autorizzazioni alla Regione da parte delle aziende che lavorano rifiuti pericolosi per insediarsi in questo territorio già rovinato, offeso, inquinato. E questo non lo si può tollerare». Lei, però, incalza di continuo gli uffici della Regione, spesso non ottenendo risposte soddisfacenti al suo grido di aiuto. Neanche dal presidente De Luca o dai suoi assessori?«Noi vescovi abbiamo avviato un dialogo costruttivo con la Regione sui campi rom, sulle attività di accoglienza della Caritas e sui temi ambientali. Si procede a gambero: un passo in avanti e due all’indietro. Abbiamo scongiurato il rischio che i rifiuti sulla nave di ritorno dalla Tunisia fossero scaricati qui ad Acerra per essere bruciati. Insomma, non bisogna mai spegnere i riflettori e l’attenzione su questo dramma ambientale». Beh, di certo lei non si ferma.«Mai. Io invio lettere alla conferenza dei servizi perché non autorizzino nuove industrie inquinanti in questa area. Ma i dirigenti mi rispondono che se la legge lo consente, non possono farci nulla. Dunque, non c’è volontà politica. C’è una proposta di legge che giace in consiglio regionale, la cui prima firmataria è Muscarà, che se passasse impedirebbe di massacrare ulteriormente quei territori già in precedenza offesi da presenze inquinanti. Poi, la scorsa settimana dal Comune di Acerra è partita un’altra iniziativa: modificare il piano regionale e configurare quest’area come agricola e non più industriale. Ma siamo a pochi giorni dalle elezioni, non voglio essere scettico. Spero soltanto che questo impegno continui nella direzione indicata». Perché diffida?«Non diffido, ma so come vanno certe cose. Ho il sospetto che vi sia un disegno secondo il quale questo territorio debba diventare di scarto. Per questo non bisogna mai spegnere i riflettori e far mancare l’attenzione». La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui 25 aprile 2022 | 09:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-25 07:53:00, Monsignor Di Donna: «Erano amici, anche del fratello del capo dello Stato, vittima della mafia»,